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Senza politici e con i privati la Scala oggi suona il suo record di incassi
Foto di scena di Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk (Brescia & Amisano/Teatro alla Scala)
L’evento meneghino raccoglie 3 milioni, confermando la rinascita della lirica, marchio italiano quanto e più della cucina. Ora manca solo la riforma promessa dal governo.

Anche senza Sergio Mattarella - è al terzo forfait consecutivo - stasera il Teatro alla Scala fa il record d’incasso: quasi 3 milioni con biglietti pagati fino a 3.200 euro. È tanto? Forse è addirittura poco. Perché il melodramma, la lirica, sono uno dei massimi valori della cultura e dello stile italiani. Quanto all’assenza del presidente della Repubblica, si rincorrono le voci più disparate.

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Sala veste voltagabbana: ora difende i russi
Giuseppe Sala (Ansa)
A marzo il sindaco di Milano allontanò un direttore d’orchestra perché non aveva preso pubblicamente le distanze da Vladimir Putin. Oggi, con una giravolta, si erge a paladino della cultura di Mosca e parla di «polemiche malposte». Che ha cavalcato per mesi.
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Metodo Ursula: terrore per comandare
Ursula von der Leyen (Imagoeconomica)

Dopo la visita a Milano, la von der Leyen celebra l’Autorità europea voluta per rispondere alle crisi globali. E dipinge un futuro fatto di microbi assassini, nuove pandemie e imminenti apocalissi chimico-nucleari. A cosa è dovuta questa iniezione di fiducia? Il sospetto è forte: l’emergenza perenne serve a imporre spese militari, misure sanitarie e tasse.

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La Scala apre con Macbeth
Una scena del Macbeth alla Scala (Ansa)

Il 7 dicembre si riaprono, come da tradizione, le porte della Scala. In scena il Macbeth diretto da Riccardo Chailly. E per la prima volta dopo la pandemia, torna il pubblico in sala. La primina, con 2000 under 30 seduti tra palco e platea, ha raccolto 11 minuti di applausi.

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La Scala, nuovo baluardo della Resistenza
Ansa
Alla «prima» grande enfasi per gli applausi a Sergio Mattarella e Liliana Segre, ignorata fino a ieri. Ma la macchina antisovranista dimentica che Giacomo Puccini, autore della «Tosca», voleva lo «Stato forte» e osannò Benito Mussolini «che ha salvato l'Italia dallo sfacelo».
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