
Nel 2011 Berlusconi dovette lasciar spazio ai tecnici, che vararono riforme draconiane. Oggi gli euroburocrati aiutano l’esecutivo d’Oltralpe, che per avere i numeri (e arginare Le Pen) ha ritirato la riforma pensionistica.Avete presente Mario Monti, salvatore della Patria designato a furor di Napolitano su sollecitazione di Merkel e Sarkozy? L’ex rettore della Bocconi nel novembre del 2011 fu nominato senatore a vita e contemporaneamente presidente del Consiglio di un governo d’emergenza. I titoli di Stato italiani da settimane erano soggetti a forte speculazione, soprattutto dopo che alcune banche tedesche decisero di vendere in blocco le nostre obbligazioni, facendo salire lo spread. Berlusconi, alla guida di un esecutivo che aveva ottenuto un forte mandato dagli elettori, provò a resistere, ma alla fine fu costretto a gettare la spugna e a lasciare il campo a Monti e Fornero. Quel che venne dopo, fra le lacrime della ministra del lavoro, è noto a tutti: una riforma draconiana delle pensioni e una stangata pesantissima sulle famiglie, con l’introduzione dell’Imu e la conseguente caduta del mercato immobiliare.Se ricordo il golpetto finanziario con cui si pose fine all’ultimo governo del Cavaliere è perché in queste ore rifletto su un fatto, ovvero quanto la matematica dei bilanci pubblici sia un’opinione. Ciò che 14 anni fa appariva grave e tale da richiedere misure urgenti e indispensabili, ora invece non lo è affatto, ma anzi si corre in soccorso di chi è in difficoltà puntellandone il percorso politico. Ovviamente mi riferisco a ciò che sta accadendo in Francia, dove un governo senza maggioranza, nato solo per consentire ad Emmanuel Macron di conservare la poltrona, pur di rimanere in piedi ha cancellato la riforma previdenziale per avere i voti dei socialisti. Ciò che a noi fu imposto dicendoci che si trattava si mettere in sicurezza i conti del Paese, a Parigi, nonostante i conti siano pessimi, è rinviato con la uguale motivazione: bisogna evitare il peggio, cioè che l’esecutivo cada nelle mani del Rassemblement national di Marine Le Pen.Dal punto di vista storico, nel 2011 l’Italia era indebitata, ma aveva un governo stabile, mentre la Francia del 2025 è indebitata e ha un governo instabile. Tuttavia ciò non ha impedito alla Bce, ovvero all’autorità che vigila sulle attività bancarie europee - che detto per inciso è guidata dalla francese Christine Lagarde - di comprare a mani basse i titoli di Stato di Parigi, mettendo al sicuro la stabilità finanziaria transalpina anche se il governo Lecornu promette di fare il contrario di ciò che fu imposto a noi. Come spiega in un articolo qui a fianco il nostro Giuseppe Liturri, l’istituto di vigilanza della Ue ha comprato decine di miliardi di titoli francesi in scadenza, evitando dunque di costringere il governo transalpino a rimborsare i titoli. Un aiuto fondamentale, che se non ci fosse stato avrebbe messo la Francia in difficoltà, facendo anche salire lo spread.Insomma, siamo di fronte a due pesi e due misure. Quando l’Italia si è trovata in difficoltà è stata commissariata da un professore a cui fu ordinato di fare i compiti a casa. Mentre alla Francia, non solo è consentito di rinviare i compiti a data da destinarsi, ma addirittura, invece di vendere i titoli come fu fatto per noi, li si comprano, per evitare problemi al governo Lecornu. Il risultato è conseguente: se Berlusconi fu sostanzialmente costretto a dimettersi, Emmanuel Macron, la cui popolarità non è certo neppure lontanamente paragonabile a quella di Silvio Berlusconi, invece è tenuto in piedi dai giochi di prestigio di Bruxelles e della Bce. Avete capito perché guardo con sospetto la Ue? Non sono anti europeo, penso solo che quest’Europa è nata male e prosegue peggio. Come dice Marcello Veneziani, il vero nemico dell’Europa è la Ue. Io aggiungo anche la Bce.
Brian Hughes (Getty Images)
L’uomo messo da Trump alla Nasa come capo dello staff: «Torneremo sulla Luna anche con partner italiani. Vogliamo creare una economia spaziale di tipo commerciale. Con l’agenzia russa continuiamo a collaborare».
Politico lo ha definito ad agosto «l’uomo di Trump all’interno della Nasa». È stato senior advisor dell’attuale presidente americano durante la campagna elettorale del 2024. Poi, dopo la vittoria, Trump lo aveva nominato vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca con delega alle comunicazioni strategiche. Tutto questo fino a maggio, quando il presidente lo ha fatto designare capo dello staff della Nasa. Brian Hughes ha quindi assunto un ruolo chiave all’interno di un’agenzia che Donald Trump considera strategica sia sul piano tecnologico che su quello geopolitico: un’agenzia che l’inquilino della Casa Bianca vuole adesso sottoporre a una serie di riforme per incrementarne l’efficienza, ridurne i costi e rafforzarne i legami con il settore privato.
Nel riquadro Francesco Morcavallo (iStock)
Francesco Morcavallo: «Le autorità non possono intervenire sullo stile di vita se non limita la libertà altrui, altrimenti è Stato etico. Le strutture che ospitano bimbi hanno un giro di miliardi».
Lei ora è avvocato dopo essersi occupato di minori in quanto magistrato, giusto?
«Ho lasciato la magistratura nel 2013».
Si fa un gran parlare di riforma della giustizia, lei che idea si è fatto?
«La riforma della giustizia sul tema della giustizia dei minori è marginale. In Italia la riforma della giustizia civile avrebbe bisogno di scelte coraggiose, tipo decongestionare l’attività dei tribunali».
(Ansa)
Il ministro degli Esteri: «Stiamo lavorando per riportare a casa lui e gli altri detenuti politici. L’altro giorno il nostro ambasciatore ha avuto la possibilità di incontrare Alberto Trentini e un altro italiano detenuto in Venezuela, e ha parlato con loro. Trentini è sì detenuto, ma è stato trovato in condizioni migliori rispetto all’ultima volta in cui era stato visto». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando dell’attivista trattenuto in Venezuela, a margine dell’assemblea di Noi Moderati in corso a Roma. «La famiglia è stata informata – ha aggiunto – e questo dimostra che stiamo seguendo la vicenda con la massima attenzione. Il ministero degli Esteri, come tutto il governo, se ne occupa con grande scrupolo. Stiamo lavorando per riportarlo a casa. Non è un’impresa facile: basta guardare la situazione internazionale».
Uno scatto della famiglia anglo-australiana, che viveva nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti (Ansa)
La maggioranza degli italiani sta con i Trevallion, i cui figli sono stati strappati al bosco e al padre, ma i media cattolici o sono tiepidi o difendono i giudici. «Avvenire», il quotidiano dei vescovi, preferisce promuovere l’educazione affettiva nelle scuole.
Secondo il sondaggio realizzato da Alessandra Ghisleri per La Stampa, la metà degli italiani solidarizza con la famiglia del bosco. Il 44% degli interpellati nella rilevazione sostiene che i giudici del Tribunale dei minori dell’Aquila siano intervenuti andando oltre i limiti, il 49,8% ritiene che sia stato un errore allontanare i figli dal padre e il 49,7% pensa che i genitori debbano essere parzialmente liberi di scegliere uno stile di vita alternativo per i figli. In buona sostanza, sembra di capire che anche chi non condivide del tutto le scelte radicali dei genitori Trevallion sia comunque convinto che l’allontanamento dei bambini sia stato un atto violento che si poteva e doveva evitare.






