2025-10-17
La Bce compra titoli francesi. Era un sospetto, ora è certo: la Lagarde tutela il suo Paese
Sette anni fa Draghi bloccava l’acquisto dei nostri Btp per un 2,4% di deficit, facendo lievitare lo spread. Parigi viaggia sul 5-6%, ma Francoforte acquista solo i suoi bond. ha proseguito a luglio, agosto e settembre. Un intero quadrimestre in cui i titoli francesi in portafoglio alla Bce che sono giunti a scadenza sono stati rimborsati dal Tesoro francese a Francoforte, dove però quei proventi sono stati integralmente reinvestiti comprando altri titoli francesi sul mercato.Un sostegno massiccio e prolungato che non ha precedenti, se non nella precedente crisi dell’estate 2024 che portò allo scioglimento dell’Assemblea nazionale e alle elezioni politiche.L’eccezionalità e anormalità dell’operato della Bce sta nel fatto che da inizio 2023 (programma Pspp) e metà 2024 (programma Pepp), l’unico compito che hanno i banchieri di Francoforte è quello di incassare i proventi dei titoli che progressivamente giungono a scadenza, senza reinvestirli. In questo modo si sta gradualmente riducendo la ingente liquidità immessa nel sistema comprando titoli, che al 30 settembre erano ancora pari a 3.602 miliardi.Quegli acquisti sono stati fatti rispettando la precisa base di ripartizione costituita dalla quota di ciascuno Stato membro nel capitale della Bce (17,7% per l’Italia), pur con qualche oscillazione mensile intorno a quel parametro. Sta di fatto che, da giugno, la Bce sta riducendo i titoli in portafoglio di tutti gli Stati membri, tranne la Francia.I numeri parlano da soli: da giugno a settembre, lo stock netto di titoli tedeschi e italiani detenuti dalla Bce è sceso, rispettivamente, di 31 e 28 miliardi. Mentre quello dei titoli francesi è sostanzialmente invariato. Stessa tendenza registrata a settembre, quando sarebbe stato logico attendersi rimborsi netti anche di titoli francesi.Avremmo potuto comprendere uno o due mesi di rallentamento nella riduzione, a causa di variabilità nel calendario delle scadenze, ma, dopo quattro mesi, non si tratta più di indizi ma di una conclamata prova. A Francoforte, appena incassano i rimborsi dei titoli francesi, ne ricomprano altri. Inviando così un indubbio segnale agli operatori di mercato che non si azzardano affatto a montare posizioni ribassiste sui titoli di Parigi, perché le loro probabilità di guadagno sono pari a zero. Anzi, possono solo incassare perdite. Una strategia di mercato che è stata ben descritta qualche giorno fa sul Financial Times, dove si è sottolineato che l’andamento tutto sommato non disastroso dei titoli pubblici francesi è attribuibile al fatto che gli investitori sanno bene che la Bce interverrebbe prontamente in caso di eccessivo ampliamento dello spread.Sulla stessa linea anche l’economista Robin Brooks, mai tenero verso il debito pubblico italiano, con un suo specifico post sull’argomento.Il titolo decennale francese - tranne qualche modesta oscillazione al rialzo o al ribasso (come ieri, ha chiuso al 3,35%), in dipendenza delle alterne vicende del governo di Sébastien Lecornu - non ha mai superato il rendimento del 3,50/3,60% e lo spread con il bund tedesco è rimasto intorno a 80 punti. Stesso spread del decennale italiano, che però ha un rating nettamente inferiore alla doppia A del titolo transalpino.Ed è propria questa la prossima nuvola all’orizzonte per il Tesoro francese. Infatti nelle prossime settimane sono attese le valutazioni di Moody’s e Standard & Poor ed è probabile che la Francia perda la doppia A (Fitch l’ha già fatto).Poiché molti grandi investitori internazionali sono obbligati a detenere una quota minima di titoli con rating AA, ciò significherà la necessità di liberarsi di titoli francesi, con ulteriori pressioni sul loro prezzo.La Bce potrà continuare a muoversi in assoluta libertà e discrezionalità senza nemmeno rendere conto pubblicamente di una scelta così delicata e politicamente divisiva? Peraltro il nuovo meccanismo di intervento della Banca centrale europea (il Tpi varato nel 2022) per mitigare gli effetti di oscillazioni dei titoli non giustificate dai fondamentali prevede delle condizioni di attivazione attualmente non soddisfatte dalla Francia.A questo punto, la memoria non può non andare esattamente a sette anni fa, quando per qualche decimale in più di deficit/Pil lo spread del Btp decennale aumentò in poche settimane da circa 200 a poco oltre 300 punti. Con la Bce girata dall’altra parte (Mario Draghi presidente, per la storia), che aveva temporaneamente interrotto gli acquisti di titoli. Agli investitori (gli speculatori, nel linguaggio da bar dello sport) non parve vero poter montare strategie ribassiste nella certezza della profezia autoavverante e dell’assenza dal mercato della Bce, che avrebbe potuto essergli di ostacolo. Di quelle settimane ricordiamo le quasi quotidiane reprimende dell’allora Commissario Pierre Moscovici sulla eccessiva espansività della politica di bilancio di Roma. La disputa era tra 2% e 2,4% di deficit/Pil. Oggi Parigi viaggia intorno al 5-6% e la Bce compra a piene mani.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.