
Il progetto del «mondo nuovo» che gli euroburocrati ci stanno apparecchiando non ammette voci alternative. E a Londra si vuol far pagare ad ogni costo il fio del suo dissenso. Usando un trucco come la clausola «arpione».Il «mondo nuovo» che i Grandi della terra ci stanno preparando dietro assemblee e consigli di diverso tipo è (come il Brave new world di Aldous Huxley) un misto di sentimentalismo e cinismo, correttezza e caparbietà. Una visione del mondo come insalata di Stati sociali, riuniti e mischiati sotto l'imperialismo dei diritti umani e dell'ambientalismo di maniera, con tanti saluti alla natura incontaminata (wilderness). Ma soprattutto con la ferma determinazione che tutti facciano come vogliono loro, i Grandi.Se ne è avuto un esempio al Bundestag tedesco riunito per il bilancio federale. Tutti i giornali e le tv del mondo hanno riportato la commozione della cancelliera Angela Merkel per i 590 morti del giorno. Prima di ciò, però, aveva spiegato con il suo abituale sangue freddo la sua visione delle relazioni internazionali, che avrebbe ispirato in questi giorni anche la posizione tedesca e europea nell'ultimo giro di negoziati per regolare la Brexit, l'uscita dell'Inghilterra dall'Unione Europea. Una spiegazione franca, che Merkel, che giocava in casa, ha presentato questa volta senza girare intorno alle solite favole delle liti tra pescatori per i, pure importanti, merluzzi dell'Atlantico. Il vero ostacolo nella trattativa che chiuda la Brexit con un accordo e non una completa rottura, ha spiegato Angela Merkel, non è certo la pesca, ma (con linguaggio forbito ) la «clausola dell'evoluzione». Che gli inglesi hanno soprannominato da tempo la «clausola dell'arpione», e vedremo perché. La clausola dell'evoluzione, infatti, vorrebbe che se in Europa vengono varate nuove leggi in materia ambientale, sociale («diritti» compresi) e economica, che potrebbero causare l'aumento dei costi per imprese pubbliche e private, l'Inghilterra sarebbe obbligata ad adottarle a sua volta. Il contrario provocherebbe, secondo Merkel, una concorrenza sleale, con imprese inglesi che producono a costi minori di quelle europee, inaccettabile per la Germania e l'Europa. Gli inglesi hanno capito in fretta che qui non si trattava di evolvere, ma di rimanere arpionati dentro un congegno che ti impediva di andare per la tua strada, e hanno spiegato che non c'era neanche da parlarne. Merkel però, appoggia e fa ripresentare la clausola dal nome certamente ideato non da un giurista ma da un pubblicitario: chi, infatti, oserebbe opporsi all'evoluzione? Solo dei retrogradi, degli ignoranti. Nel linguaggio della politica un tanto al chilo: dei fascisti, insomma. Non ho la minima idea, naturalmente, di come finirà la cosa; i punti di dissenso sono sempre di più. Per esempio nel campo delle questioni sociali i britannici si sono accorti che molti bambini, convinti a cambiare sesso in abili e troppo precoci interviste con spregiudicati psico/educatori Lgbt, hanno poi avuto storie drammatiche. Ciò ha impressionato i ministri, che, pragmatici, hanno deciso di fare marcia indietro. Che ne direbbe l'Ue, che ha invece intere squadre di burocrati dedicati a promuovere quegli interventi? Ormai il disaccordo è ampio, i costi comunque elevati, gli inglesi audaci fino alla spericolatezza: potrebbe andare tutto all'aria; o forse no. Tuttavia, ha ragione Merkel a dire che la questione più importante è quella. Una clausola così, con un nome così ideologicamente inattaccabile, copre abilmente infatti il perfetto programma dell'attuale imperialismo autoritario, mascherato da generoso benefattore à la page. Sotto il suo mantello può passare di tutto. Lasciamo perdere la materia ambientale, dove ci si può aspettare qualsiasi cosa, e l'Europa ha già brillato per interventi rovinosi, dal restringimento delle canne fumarie ad altre stravaganze. Però nelle altre voci - «sociale» e «economica» - sotto l'ampio mantello dell'evoluzione potrebbero essere imposti interventi assai delicati e decisivi. Dalle nazionalizzazioni di interi settori a buona parte delle politiche dei «diritti» (che hanno quasi sempre una ricaduta economica). Se passasse l'evolution clause l'Inghilterra avrebbe fatto tre votazioni per uscire dall'Europa per niente. Chiederle di accettare una clausola così dimostra solo il livello di arroganza di chi lo fa. È questa la migliore dimostrazione di quanto siano rischiose «unioni» politiche, economiche e amministrative, nate scavalcando la volontà e la partecipazione democratica dei loro popoli, storie e territori, e quanto sia poi difficile smontarle e uscirne. Il risultato fatale di questi organismi nati da decisioni burocratiche e da gruppi di pressione anziché dalla volontà popolare è la loro deriva autoritaria, nella quale cercano di imbrigliare le nazioni che vogliono recuperare la loro sovranità. Come ogni nevrosi, che nasce sempre dal rifiuto dell'istinto (in questo caso l'appartenenza alla propria terra), anche questa crea - scriveva Carl Gustav Jung - «un pensiero distorto» che si sostituisce a quello naturale che invece «rimane legato al cuore, alla profondità dell'anima, alla stirpe». La vicenda della Brexit racconta appunto questa storia: l'ostinato tentativo della Gran Bretagna di recuperare la propria libertà e autonomia, e il tentativo dell'Ue di impedire il movimento libero del pesce Inghilterra sparandogli nel corpo un'arpione-norma (mascherata da evoluzione) che gli impedisca di nuotare liberamente nelle proprie acque e verso i suoi obiettivi.Una storia che potrebbe diventare anche quella di ogni altro Paese europeo quando scopra che l'Europa, con la sua storia millenaria e i suoi «animal spirits» che affascinarono il mondo, è un'altra cosa rispetto alla piatta gabbia burocratico-autoritaria di Bruxelles, con il suo imperialismo «evoluto». E decida quindi di ritrovare la propria forza e vocazione e andarsene, sfuggendo all'arpione dell'«evoluzione» politicamente corretta imposta dall'Unione. Forse i burocrati totalitariamente corretti dell'Ue pensano che quell'Europa sia morta, e vada sostituita con un'altra, ovviamente 2.0, senza istinti e senza spirito. Ma, come diceva sempre il vecchio Jung, «le civiltà non muoiono, le civiltà partoriscono». Brexit, con o senza accordi, potrebbe essere uno di questi parti.
Nel 2025 la Bce ha tagliato di 1 punto gli interessi, ma i prestiti casa sono diventati più cari. Su un fisso (9 su 10 lo preferiscono al variabile) da 150.000 euro a 25 anni il salasso è di 600 euro all’anno. Motivo? I mercati non credono possano esserci altre sforbiciate.
La Bce taglia i tassi o comunque non li aumenta e i mutui per comprare casa sono sempre più cari. È questo il paradossale fenomeno con il quale devono fare i conti le famiglie italiane che hanno deciso di indebitarsi pur di coronare il sogno di una vita: l’abitazione di proprietà. Tanto per intenderci: nel 2025, la Banca Centrale Europea ha limato per quattro volte il costo del denaro portandolo dal 3 al 2%. Si poteva sperare in qualcosa in più soprattutto con un Europa che cresce a ritmi lentissimi e con un’inflazione tutto sommato stabile, ma tant’è.
(Arma dei Carabinieri)
Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Salvatore Luongo assieme al ministro della Difesa Guido Crosetto hanno presentato all'Auditorium Parco della Musica di Roma, il Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri edizione 2026.
Giunto alla sua 93ª edizione, il Calendario Storico si conferma uno dei prodotti editoriali più apprezzati e collezionati: oltre 1.200.000 copie stampate, traduzioni in otto lingue — inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese, giapponese, cinese e arabo. Versioni anche in sardo e friulano.
L'articolo contiene un video e una gallery fotografica.
Diffuso in scuole, uffici e famiglie, il Calendario è da decenni un simbolo di identità e memoria collettiva, capace di unire generazioni diverse e di rinnovare, anno dopo anno, il legame profondo tra l’Arma e il Paese.
Con le sue tavole d’arte e i suoi racconti di vita reale, rinnova un messaggio di fiducia, autorevolezza, solidarietà e spirito di servizio: la certezza che, anche nei momenti più difficili, «accanto ad ogni cittadino c’è un Carabiniere».
L’evento, condotto da Paola Perego, si è svolto in un clima di grande partecipazione ed emozione, alla presenza anche del Vice Presidente del Senato Licia Ronzulli, del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, del Sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa, Isabella Rauti e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Luciano Portolano, di rappresentanti delle Magistrature, oltre ad di autorità civili, militari, religiose ed esponenti del mondo della cultura e dell’informazione.
Il tema scelto per l’edizione 2026 è «Eroi quotidiani», un omaggio a tutte le donne e gli uomini dell’Arma che, ogni giorno, operano silenziosamente al servizio del Paese, nelle città e nei piccoli comuni, in Italia e all’estero.
Attraverso un linguaggio che unisce arte e letteratura, il Calendario racconta il volto umano dell’Arma e la sua vicinanza alle comunità.
Un racconto di impegno e speranza: nell’introduzione al Calendario, il Comandante Generale invita a guardare al nuovo anno con fiducia e responsabilità, ricordando che «A chi fa progetti di vita, non di morte, dedichiamo il Calendario. A loro offriamo il costante impegno, l’incessante dedizione, in una parola: la cura».
Le tavole, realizzate dall’artista René (Luigi Valeno), maestro della nuova Pop Art italiana, rappresentano con uno stile vivace e luminoso i Carabinieri protagonisti della vita quotidiana del Paese.
Ogni immagine mostra uomini e donne dell’Arma nel pieno del loro servizio — tra la gente, nei centri urbani, nei paesaggi naturali e nei luoghi simbolo della cultura italiana — restituendo un’idea di presenza costante, dedizione e vicinanza al Paese.
Le opere di René trasformano così il linguaggio della Pop Art in un omaggio alla quotidianità dei Carabinieri, celebrandone l’impegno, la professionalità e lo spirito di umanità che da sempre ne contraddistinguono la missione.
I testi che accompagnano le diciannove tavole, affidati ancora una volta alla penna di Maurizio De Giovanni, costituiscono un racconto unitario, sviluppato attraverso la lettera di un giovane Carabiniere, appena arruolato, che racconta ai suoi genitori le ragioni della sua scelta e l’esempio che ne trae. In essa il militare, con voce sincera e partecipe, narra episodi di generosità, slancio e altruismo che riassumono le difficoltà e le soddisfazioni di una scelta di vita fondata sul servizio al prossimo ed alla Nazione e le responsabilità di questa missione.
Le parole del giovane, piene di entusiasmo e di rispetto per la divisa, si intrecciano con episodi di altruismo e coraggio tratti dalla quotidianità, restituendo un mosaico di umanità e dedizione. Ogni tavola è così associata a un momento di crescita personale e professionale: un salvataggio, un gesto di solidarietà, una presenza discreta accanto a chi soffre, un’azione che riafferma la missione dei Carabinieri come presidio di legalità e vicinanza alla popolazione.
I testi diventano un viaggio nel cuore dell’Istituzione, un percorso che racconta non solo il mestiere del Carabiniere ma anche la dimensione umana di chi lo interpreta. Il filo conduttore è la cura, intesa come dedizione quotidiana e silenziosa verso il prossimo. Le storie del giovane Carabiniere si trasformano così in un dialogo affettuoso e morale con i suoi genitori, ma anche in un messaggio universale ai cittadini, un invito a credere nella bontà, nel coraggio e nella forza discreta di chi serve lo Stato con passione e onore.
La prefazione, firmata da Aldo Cazzullo, offre uno sguardo storico e valoriale sull’Arma ricordando come i Carabinieri, nati nel 1814, abbiano attraversato la storia d’Italia fino a oggi come protagonisti dei momenti fondativi della Nazione — dal Risorgimento alla Resistenza, fino alla modernità — rappresentando un simbolo di unità e sacrificio. Ed è a quei Carabinieri, che hanno pagato con la propria vita, che rivolge un commosso pensiero e ringraziamento.
La postfazione, affidata allo scrittore e giornalista Massimo Lugli, racconta un episodio vissuto in prima persona che diventa emblema della missione dei Carabinieri: la prontezza, il coraggio e la naturalezza con cui, anche nei gesti più quotidiani, sanno donare sicurezza e conforto ai cittadini.
La tavola del mese di novembre, attraverso la rappresentazione di un militare per ciascuna Forza Armata, è dedicata alla Difesa e ai suoi valori. La scelta del mese coincide con la ricorrenza della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate, che celebriamo il 4 novembre, quest’anno celebrata con la cerimonia di Ancona.
Nel corso dell’evento, sono stati invitati sul palco gli studenti e la Dirigente dell’Istituto Comprensivo Giuseppe Bonafini di Cividate Camuno (BS) che hanno dedicato un omaggio musicale a tutti i Carabinieri: un emozionante canzone, atto di cultura della legalità, che dimostra come l’esempio, la dedizione e il servizio dell’Arma siano riconosciuti e apprezzati dalle nuove generazioni.
A seguire, sul palco, le testimonianze del Maresciallo Capo Carlo Menzulli, Comandante della Stazione Carabinieri di Caivano (NA), del Maresciallo Noemi Schiraldi, addetta alla Stazione Carabinieri di Fidenza (PR) e del Vice Brigadiere Santangelo Romualdo, addetto alla Centrale Operativa della Compagnia di Venaria Reale (TO), come rappresentanza di «Eroi quotidiani». Esempi di lealtà, coraggio e dedizione, al servizio degli altri.
In conclusione, alla presenza del Ministro della Difesa e del Comandante Generale dell’Arma, è intervenuta sul palco la Giornalista Francesca Fagnani, alla quale è stato rivolto un sentito ringraziamento per aver prestato la sua voce al video promozionale del calendario.
Insieme al Calendario Storico, è stata presentata l’Agenda 2026, che condivide lo stesso tema e la stessa ispirazione. Ad impreziosire l’apertura di ogni singolo mese, i brevi racconti e le note storiche di de Giovanni che risaltano gli «Eroi quotidiani» delle nostre comunità: Carabinieri che, con naturalezza e dedizione, si fanno prossimi a chi vive momenti di difficoltà.
L’offerta editoriale comprende poi il calendario da tavolo, dedicato al tema «I Carabinieri nello sport». Un viaggio attraverso testi e immagini degli atleti dell’Arma che si sono distinti nelle rispettive discipline, valorizzando non solo i risultati sportivi, ma anche i comportamenti esemplari e l’impegno dell’Arma nella promozione dei valori autentici, come: disciplina, lealtà, spirito di squadra. Un modo per ricordare e celebrare i successi del Centro Sportivo Carabinieri, fondato nel 1964, che ha formato atleti di fama internazionale e olimpionici di numerose discipline.
Infine il planning da tavolo, dedicato a «Reparti a Cavallo dell’Arma», centri di eccellenza e simbolo di eleganza e disciplina. Le immagini e i testi raccontano la storia e l’attualità dei reparti montati, che rappresentano ancora oggi un tratto distintivo dell’Istituzione, unendo stile, efficienza e contatto diretto con i cittadini, nel solco della secolare tradizione equestre dei Carabinieri.
Il ricavato dei planning e del calendarietto da tavolo sarà devoluto a sostegno di opere benefiche, in particolare all’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri (ONAOMAC) e all’Ospedale Pediatrico Microcitemico di Cagliari.
Tra i prodotti editoriali, anche un diario scolastico che insegna la tutela dell’ambiente ai più piccoli.
L’educazione ambientale approda così nelle aule scolastiche con un Carabiniere d’eccezione: l’aquila protagonista del diario «Un anno con Silvano e i suoi amici», sensibilizza le nuove generazioni sui temi della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente.
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Via Arenula approva il regolamento nazionale dell’Ordine che impone il solo «seggio» elettronico, come durante l’emergenza. Ricorrono alcuni membri: «Va contro la legge».
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Dal battaglione Azov trattato coi guanti ai numeri sul Covid dati a casaccio, fino a film e videogiochi spacciati per la realtà.
«Anche una notizia non data è una fake news», ha scritto Elon Musk sul suo X. Dovessimo prenderlo alla lettera, gran parte dello scenario informativo italiano, spesso fatto di omissioni e bufale non smentite, potrebbe finire nel calderone delle fake news: un mondo parallelo dove la verità non corrisponde più alla realtà. Basti pensare a come buona parte della stampa italiana ha trattato le notizie su pandemia, guerra e clima.











