2024-06-15
Vince la Meloni: colpo di spugna sull’aborto
Giorgia Meloni (Getty Images)
Schiaffo all’Eliseo, il termine non compare nella dichiarazione finale del summit a Savelletri che ha visto per la prima volta la partecipazione di un Papa (protagonista di numerosi bilaterali). Sugli impegni per donne e gruppi Lgbt ha prevalso il buonsenso.La sera «tortellino del dito mignolo» e fassona piemontese in salsa di Barolo, con buona pace dei vegani radical. Nel pomeriggio due bufale. Per provare a far venire la gastrite a Giorgia Meloni. Il G7 numero 50 nello splendido scenario del Salento è un’occasione per mostrare i lustrini dell’Occidente, per redigere programmi su pergamena millenaria e inchiostro simpatico, per piazzare trappole politiche dietro gli ulivi. Ieri ci hanno provato Emmanuel Macron, impegnato a distrarre gli alleati dalla sua disfatta elettorale, e il network Bloomberg, neanche si fossero coordinati per creare imbarazzo alla premier italiana. Due assalti al veleno, due sconfitte su tutta la linea.Il piccolo Napoleone pretendeva di far inserire nella dichiarazione finale congiunta una frase sul diritto delle donne all’aborto, non tanto perché lui l’ha fatto mettere nella Costituzione, ma perché sa che in Italia il tema è molto dibattuto. Una richiesta strumentale, da Pierino della politica, poiché nel penultimo G7 a Hiroshima l’argomento dell’interruzione di gravidanza era stato compiutamente trattato. «Ribadiamo i nostri impegni assunti nel comunicato di Hiroshima per l’accesso universale a servizi sanitari adeguati, convenienti e di qualità per le donne, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i diritti per tutti», gli è stato risposto dagli altri leader.Così la pretesa macroniana è stata rimandata al mittente dalla presidenza italiana in sintonia con gli altri Paesi, soprattutto gli americani, irritati dalla ripetitività di un tema in archivio. Il presidente americano Joe Biden, in un momento di lucidità (dopo aver tentato di andarsene per i prati come Chance Giardiniere), sull’aborto ha ribadito: «Non sono a conoscenza dell’intenzione di discutere questo argomento, ma vi posso dire che il comunicato del G7 sarà approvato per consenso da tutti gli Stati membri».La parola aborto non c’è, sarebbe stato ridondante. Nessuna palla alzata da Macron alle opposizioni italiane. La furberia concertata con il consigliori Enrico Letta, tornato a passeggiare in Rue du Bac a Parigi dalle parti di Sciences Po, si è sciolta come una pallina di gelato alla vaniglia. Restano solo un baciamano al veleno a Meloni e una frasetta acida dell’inquilino dell’Eliseo: «Queste non sono le stesse sensibilità che esistono oggi nel vostro Paese. Me ne rammarico». La seconda bufala è tutta giornalistica. Sempre per screditare il governo di centrodestra e amplificare la narrazione da «deriva ungherese» sui diritti, l’agenzia americana Bloomberg (ripresa con entusiasmo dai media mainstream) ieri ha scritto che sarebbe stato tolto d’imperio dal comunicato finale ogni riferimento alla «protezione dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale», legando la decisione alla presenza di papa Francesco, per la prima volta nella storia a un consesso eminentemente politico.La delegazione italiana aveva subito smentito l’anticipazione, ma è bastato attendere il papiro delle Conclusioni firmate dai sette per verificare che lo scoop era falso. Ecco il passaggio: «I leader esprimono forte preoccupazione per la riduzione dei diritti delle donne, delle ragazze e delle persone Lgbtqia+ in tutto il mondo, in particolare in tempi di crisi. Condanniamo fermamente tutte le violazioni e gli abusi dei loro diritti umani e delle libertà fondamentali». Il G7 riafferma «l’impegno per promuovere l’uguaglianza di genere».Frasi che certamente non possono aver creato alcun problema a Bergoglio, felice di poter parlare ai grandi dell’Occidente e non solo, giunto a destinazione in elicottero e poi su un golf car cabrio duettando con Giorgia Meloni fra sorrisi complici. Il Santo Padre si è imposto un tour de force con dieci incontri bilaterali. Ha messo in fila in poche ore Kristalina Georgieva (Fondo monetario internazionale), Volodymyr Zelensky (Ucraina), il prezzemolo Macron (Francia), Justin Trudeau (Canada), William Samoei Ruto (Kenya), Narendra Modi (India), Joe Biden (Stati Uniti), Lula da Silva (Brasile); Recep Tayyip Erdoğan (Turchia) e Abdelmadjid Tebboune (Algeria).Seguono foto ricordo e pubblicazione del comunicato ufficiale, aria fritta condita con olio di semi vari. Con la promessa di altri 50 miliardi per l’Ucraina entro fine anno, la minaccia di chiedere 486 miliardi a Vladimir Putin come danni di guerra, la ramanzina a Xi Jinping perché «fornisce aiuti e armi ai russi», la richiesta (ovviamente solenne) di trovare una strada che porti alla pace in Medio Oriente, l’esecrazione per l’aggressione dell’Iran a Israele del 13 e 14 aprile. E poi l’impegno solenne di creare una coalizione che lotti per debellare «il traffico di esseri umani che fa business sui migranti». Più l’immancabile resilienza nei confronti dei cambiamenti climatici (qualsiasi cosa voglia dire).Plauso generale del Papa. Mentre lui decollava alla volta del Vaticano, tutti gli altri si sono sbilanciati verso la cena, dove li aspettava - annaffiato da Sassicaia - «il tortellino del dito mignolo» di Massimo Bottura. La delegazione italiana avrebbe voluto proporre a uno degli ospiti (neanche troppo a caso) il raviolo del dito medio. Ma siamo gente elegante.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)