Il 2019, dopo un 2018 difficile, ha visto rialzi per azioni, oro e metalli preziosi. Nonostante la volatilità legata alla Brexit, gli analisti sono fiduciosi nella crescita globale. Ruolo chiave per le politiche fiscali.
Il 2019, dopo un 2018 difficile, ha visto rialzi per azioni, oro e metalli preziosi. Nonostante la volatilità legata alla Brexit, gli analisti sono fiduciosi nella crescita globale. Ruolo chiave per le politiche fiscali.Dopo il disastroso andamento registrato da quasi tutte le classi di investimento nel 2018, il 2019 si è rivelato un anno record per molti mercati. Sia i listini azionari, con lo S&P500 a trainare la volata, sia gli indici obbligazionari, sia l'oro e i metalli preziosi in generale hanno messo a segno rialzi di tutto rispetto. «Dopo un anno così positivo non è semplice scegliere i propri investimenti per il nuovo anno, periodo su cui pesano fattori di rischio e problematiche non risolte», dice Barbara Giani, responsabile per l'Italia di Gamma capital markets. «Innanzitutto la Brexit entrerà nel vivo con l'avvio delle negoziazioni commerciali che a tratti saranno certamente foriere quanto meno di volatilità», spiega l'esperta, «Sul fronte della crescita però gli analisti sembrano propensi a un maggiore ottimismo. A parte i dati relativi al settore manifatturiero, tutti gli indicatori macroeconomici mostrano evidenti segnali di miglioramento. E anche gli indici di fiducia, solitamente anticipatori di quelli reali, sono risaliti con vigore».Che aspettarsi dunque per l'anno a venire? «A livello di politica monetaria», spiega Giani, «riteniamo che le Banche centrali si manterranno sempre vigili e costantemente attente agli sviluppi macroeconomici, ma avranno un ruolo meno rilevante. A nostro avviso è probabile che la palla passi invece alla politica fiscale, così come già sottolineato da Christine Lagarde. Grazie al corposo calo dei rendimenti dei mercati obbligazionari, molti governi sono in grado oggi di remunerare i propri titoli del debito a livelli inferiori rispetto ai propri tassi di crescita, permettendosi di avere a disposizione risorse per impostare politiche fiscali più espansive rispetto a quelle portate negli ultimi anni. A livello di temi di investimento restiamo complessivamente positivi sul mercato azionario, con predilezione per i settori della tecnologia e un ritorno sia dei finanziari che industriali. Sul fronte obbligazionario preferiamo strumenti indicizzati all'inflazione».Ecco dunque una selezione di dieci fondi ed Etf che permettono di investire affrontando il 2020 con una certa serenità.Tra gli Etf, ad esempio, c'è l'iShares msci em che investe sui mercati emergenti. Questo prodotto ha ottenuto una crescita del 25% in tre anni e del 14% in 12 mesi. Sta facendo bene anche l'Xtrackers physical gold etc eu che punta sull'oro fisico. In questo caso il rendimento è stato del 22,3% in tre anni e del 20,8% in un anno. Tra i fondi di investimento c'è l'Eiger sicav pls - robotics fund, un prodotto che investe nel mondo della robotica e che ha reso il 22,7% in tre anni e il 28,1% negli ultimi 12 mesi. Ci sono, poi, prodotti, che, nonostante i rendimenti al momento contenuti, faranno bene in futuro. Secondo Giani, tra questi c'è il Lumyna - Marshall Wace tops market neutral che ha ceduto il 2,9% in tre anni, ma che punta a rendimenti consistenti nel lungo periodo.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





