Vent’anni dopo il crac di Parmalat scomparso il 77% delle stalle italiane

Vent’anni dopo il crac di Parmalat scomparso il 77% delle stalle italiane
Calisto Tanzi (Ansa)
  • L’ex gioiello tricolore è stato rilevato dai francesi. I produttori di latte, stretti fra aumenti dei costi, calo dei consumi e concentrazione del mercato in mano ai colossi, denunciano: «Il prezzo non copre le uscite».
  • La società d’Oltralpe che si è mangiata Collecchio è la prima del settore nel nostro Paese con 66 stabilimenti. L’ad: «Abbiamo lanciato Galbani negli Stati Uniti.
  • L’avvocato allora amministratore indipendente del gruppo, Paolo Sciumé, condannato a due anni per bancarotta: «Se qualcuno di cui ti fidi ti dà un documento non pensi che è falso».

Lo speciale contiene tre articoli.

«Piccole ma creative e crediamo nei negozi»
Capolavori del brand Almala, realizzati da Maria Vittoria Pasotti (nel riquadro in basso a sinistra)
Una delle fondatrici del brand Almala: «Siamo un’impresa totalmente femminile e made in Italy, che è un valore aggiunto. Al Web non diciamo no ma preferiamo vendere negli store fisici. Mercato senza regole, dalla Cina arriva di tutto. I nostri artigiani? I migliori».
Bomba Cheney: «Voterò Kamala» L’ex «torturatore» imbarazza i dem
Dick Cheney è stato vicepresidente degli Stati Uniti dal 2001 al 2009 sotto la presidenza Bush (Getty)
Kamala Harris si è detta «orgogliosa» dell’endorsement dell’anziano repubblicano. Eppure i leader dell’Asinello l’hanno sempre accusato di essere dietro al «sistema» Guantanamo. E può essere un boomerang a sinistra.
La crisi va dal tessile alla siderurgia: sono 32 i tavoli aperti al ministero
Linea di produzione di un impianto siderurgico (Imagoeconomica)
Mesi decisivi per numerosi dossier come ex Ilva, La Perla, Candy Haier e Conbipel.
Gli Agnelli affossano anche i trattori italiani
John Elkann, erede della dinastia torinese degli Agnelli (Getty)
Cnh in difficoltà: nello stabilimento di Jesi 127 persone hanno accettato l’uscita incentivata, ma a settembre la produzione si fermerà per dieci giorni. Per salvare l’automotive, Adolfo Urso chiede di anticipare dal 2026 al 2025 la revisione dello stop Ue ai motori termici.
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