2024-07-27
Vendita di Comau, gli Agnelli rischiano 5 miliardi di multa
L’azienda non ha ancora notificato al golden power la decisione di cedere il gioiello dei robot. Dossier complicato: nasce nel 2019.La notizia della decisione di Stellantis di vendere il 51% di Comau, il gioiello italiano che produce robot di alta precisione, ha fatto il giro del mondo. Primo perché l’azienda che era di Fca e del gruppo Fiat ha 3.500 dipendenti, secondo perché è Comau che ha rivoluzionato il processo delle catene di montaggio inventando il robot idraulico. Negli anni Ottanta per capirsi ha lanciato il sistema laser e non ha mai smesso di innovare. Perderne il controllo per il nostro Paese sarebbe un problema. Ad acquistare sarà un fondo americano, One equity partners. E l’idea di sbarazzarsi del controllo non è di queste ore ma già risale a cinque anni fa quando i vertici di Fca avevano inserito il nome di Comau nell’accordo strategico stipulato con Psa in vista della creazione del colosso Stellantis. Al di là del problema industriale che ne deriverebbe e dell’ennesimo smacco per il Paese che perde pezzi di alta tecnologia, la partita è tutt’altro che chiusa. L’azienda partecipata dalla famiglia Agnelli non risulta aver notificato l’operazione al comitato del golden power che per via dei poteri speciali si occupa proprio delle operazioni di cessione relative alle imprese sensibili. L’altro giorno a poche ore dalla diffusione della notizia il ministero guidato da Adolfo Urso ha fatto sapere che valuterà l’applicabilità del golden power aprendo un dossier complicatissimo che potrebbe anche chiudersi con una multa nei confronti di Stellantis fino al 3% del fatturato. Cifra che, tagliata con l’accetta, arriva addirittura a nove zeri: 5 miliardi di euro. La mancata notifica è infatti passibile di multa per legge. Ma è anche vero che il cda, una volta deliberata la decisione di vendita, ha dieci giorni di calendario per segnalare la decisione a Palazzo Chigi con relativi dettagli. In questo caso però, e lo si evince dalla nota diffusa da Stellantis, l’operazione nasce anni addietro ed era probabilmente stata condivisa con il governo di allora e con il ministro competente del tempo, Stefano Patuanelli. Quelle interlocuzioni sono ancora valide oggi? Secondo due analisti contattati dalla Verità l’iter dovrebbe essere ravviato per via del cambio di governo. Secondo il terzo saremmo di fronte a una terra incognita. A consigliare Stellantis che fino a ieri sera non aveva inviato alcuna notifica è un un avvocato noto anche per il suo cognome. Giulio Napolitano, figlio dell’ex presidente della Repubblica, collabora con lo studio Chiomenti ed è aficionado ai temi del golden power, di solito attinenti a operazioni con sguardo in Asia e in Cina. I prossimi giorni saranno fondamentali per dare un esatto perimetro sia all’operazione sia agli obblighi. Si pattina su un ghiaccio sottile.Ed è qui, a quanto risulta alla Verità, la faglia su cui si sta muovendo il governo. Il quale non sta solo avviando la verifica di applicabilità delle norme (e quindi valutare se si possano vergare semplici prescrizioni o porre il veto) ma sta anche soppesando la praticabilità delle sanzioni. Evento abbastanza raro. L’ultima volta tre anni fa a una società friulana che aveva ceduto tecnologia per droni al Dragone. Sarebbe una bomba e un ulteriore macigno sui rapporti tra questo esecutivo e John Elkann. Rapporti già estremamente tesi, nonostante alla celebrazione dei 125 della Fiat il management abbia dato segnali di apertura sui modelli ibridi e su una volontà di base di non abbandonare l’Italia. Certo, Comau e l’esito della procedura del golden power diventeranno una boa fondamentale. Forse anche per un elemento ulteriore. Nel 2019 Fca aveva fatto sapere di aver avviato un dialogo con la Cina, interessata a una possibile acquisizione. Poi fino all’altro ieri silenzio e l’ufficializzazione del rapporto con il fondo Usa. Di chi sono i soldi investiti? Non risultano rapporti tra One equity partners e aziende di Pechino almeno a livello finanziario. Il fondo negli ultimi tempi ha definito tre importanti operazioni. Ha acquisito Walterscheid, leader nel mercato dei propulsori in particolare in Cina, Nexion e Pgw auto glass. Tre interessanti società del mercato auto con capillari connessioni con Pechino. Inoltre a quanto risulta alla Verità ad aver espresso interesse in passato per Comau sarebbero Aviation industry of China, Midea group (che ha appena comprato quote di Kuka) e ChemChina. Se le informazioni sono corrette, c’è da aspettarsi che il comitato del golden power in fase di valutazione rivolga una serie di quesiti al fondo americano. Quale è la strategia? Quale è la durata dell’investimento e, al di là del ritorno economico atteso, quali possono essere i futuri soci? Il fatto che sia un fondo Usa non esclude a priori che possa triangolare operazioni in Cina. Legittimo per certi versi. Altrettanto legittimo che un governo accenda un faro non solo su chi vende ma anche su chi compra e su chi potrebbe comprare in futuro. Sarà un agosto impegnativo anche per la burocrazia che vigila sulla tecnologia sovrana.
Jose Mourinho (Getty Images)