2023-01-04
Vaccini, clima e mondiali di calcio. Gli strani legami di Gates con l’emiro
Bill Gates (Kevin Dietsch/Getty Images)
Il fondatore di Microsoft è di casa a Doha. E non cessa di elogiare lo Stato islamico.Gli agganci internazionali costruiti dal Qatar per promuovere la propria immagine sono notevoli. Negli anni l’emirato ha innanzitutto significativamente rafforzato il proprio peso in seno alle Nazioni Unite. Nel dicembre 2018, l’Unhcr firmò per esempio un memorandum d’intesa e tre accordi di cooperazione con il governo qatariota, il Qatar Fund for Development e la Qatar Charity. Tre anni dopo, l’Unhcr e la stessa Qatar Charity siglarono un’altra intesa dal valore di 1,8 milioni di rial qatarini per sostenere gli sfollati nello Yemen. Non solo. Nel rapporto annuale 2021 del Qatar Fund for Development, figurano in qualità di partner entità come il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo e l’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari. Senza poi dimenticare l’Oms, con cui il Qatar ha siglato a marzo dell’anno scorso un accordo di contribuzione da dieci milioni di dollari. È in questo quadro che, tra i partner del fondo qatariota, spunta anche Gavi Alliance: una partnership internazionale nel settore sanitario che notoriamente coinvolge la stessa Oms, l’Unicef, la Banca Mondiale e la Bill & Melinda Gates Foundation. Era novembre 2021, quando il Qatar Development Fund ha firmato con la Gavi Alliance un accordo quinquennale, donando dieci milioni di dollari per sostenere gli sforzi vaccinali diretti ai Paesi poveri. Ed è qui che veniamo a un curioso legame: quello tra il Qatar e Bill Gates. Un legame piuttosto solido, che va ben oltre la Gavi Alliance o i rapporti intercorrenti tra lo stesso Gates e il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus (che, a inizio 2022, disse di essere «grato» al Qatar e alla Fifa «per promuovere la salute per tutti»). A marzo scorso, il Qatar Fund for Development e la fondazione di Gates hanno annunciato di voler investire fino a 200 milioni di dollari per due anni con l’obiettivo di aiutare gli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici. A dicembre 2021, Gates si era inoltre recato in Qatar, dove aveva visitato la Qatar Foundation (incontrandone la vicepresidente Hind bint Hamad Al Thani) e dove aveva anche avuto modo di intrattenersi con i vertici del Qatar Fund for Development. «Sono soddisfatto delle conversazioni costruttive tenutesi a Doha con i nostri partner», aveva dichiarato Gates, secondo quanto riferito dal Gulf Times. «Non vedo l’ora di espandere il nostro lavoro congiunto con il Qatar, in particolare nel fornire alle comunità gli strumenti e le capacità per affrontare sfide come il cambiamento climatico che incidono sulla salute e sullo sviluppo», aveva aggiunto. Era invece il 12 dicembre, quando il fondatore di Microsoft aveva un faccia a faccia con il vicepremier e ministro degli Esteri qatariota, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani. Nell’occasione, stando a una nota del ministero degli Esteri di Doha, Gates si sarebbe «congratulato con lo Stato del Qatar per il suo successo nell’organizzazione della Coppa del Mondo». Ma non è finita qui. In quegli stessi giorni, la fondazione di Gates e la commissione qatariota incaricata dell’organizzazione dei mondiali tennero un evento a Doha, intitolato «Il potere dell’innovazione per un mondo post-pandemico». Secondo il giornale locale The Peninsula, oltre allo stesso Gates, vi presero parte anche Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, il ministro della Salute qatariota Hanan Mohamed Al Kuwari e l’ex calciatore David Beckham. Neanche a dirlo, durante l’evento il capo della commissione qatariota, Hassan Al Thawadi, esaltò i mondiali, allora ancora in corso, contro le critiche internazionali che avevano ricevuto. Ricordiamo inoltre che Abdulrahman Al Thani risulta il presidente del Qatar Fund for Development. Ma le connessioni non fermano qui. Sul proprio sito, la Qatar Red Crescent Society inserisce la fondazione di Gates tra i propri partner: fondazione che, a luglio 2020, partecipò a una conferenza online, organizzata dal Qatar Fund for Development e dalla Qatar Charity (il cui cda è presieduto da Hamad Nasser J. Al Thani). Una Ong, quest’ultima, che, secondo un report dell’International Centre for the Study of Radicalisation citato nel 2020 dalla testata emiratina Al Arabiya, risulterebbe una storica finanziatrice di gruppi islamisti. Ora, premesso che non si riscontrano fatti penalmente rilevanti, il punto è di opportunità politica. Da una parte, si ravvisano delle partnership con fondazioni collegate a un governo significativamente controverso sul fronte dei diritti umani. Dall’altra parte, desta qualche perplessità una tale esposizione a favore degli ultimi mondiali di calcio. Strano che a un paladino del progressismo internazionale, come Bill Gates, tutto questo non risulti stridente.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?