Pure l'Unesco offre rotte fuori dagli schemi: i borghi dietro l'angolo
Da Crespi d'Adda in Lombardia a Govone in Piemonte, passando per Cividale del Friuli, Comacchio e Tiglieto. Un itinerario, da percorrere rigorosamente on the road, per scoprire in maniera slow alcune delle bellezze del Nord Italia: è quello che vi proponiamo, considerando due settimane di tempo se lo si vuole percorrere nella sua interezza.
Lo speciale contiene un articolo, quattro approfondimenti e una fotogallery.
Come fil rouge, alcuni dei borghi italiani che custodiscono o lambiscono un patrimonio UNESCO. Insomma, l'Organizzazione delle Nazioni Unite è il pretesto a partire dal quale si possono conoscere molti centri al di fuori delle rotte battute da un turismo più interessato alla mera evasione.
Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria e Piemonte: queste le regioni che abbiamo selezionato per un viaggio che soddisfi non solo il bisogno di natura, ma anche quello di storia, arte e buon cibo.
Insieme alla Cina, il nostro è il Paese che registra il numero più alto di beni Unesco al mondo. Attualmente vantiamo 55 siti, ma altri sono in arrivo. Isole, monti e faggete fanno a gara con paesaggi e patrimoni culturali, a conferma di una bellezza che non passa mai di moda.
Al di là dei più celebri iscritti (dal centro storico di Roma alle Dolomiti, dalla Val d'Orcia a Venezia), esiste una rete ancora non invasa dal turismo. Una rete fitta e ricca di collegamenti, per conoscere la quale è auspicabile iniziare dai paesi che la attraversano.
Il 2020 si è infatti rivelato l'anno dei borghi. Unica complice: la pandemia. Non fosse stato per lei, tante piccole realtà che costellano l'Italia sarebbero rimaste sconosciute ai più. Molti italiani si sono dedicati, chi forzatamente e chi in maniera entusiastica, all'esplorazione del nostro territorio: i fine settimana "gialli" e il tana libera tutti della scorsa estate ci hanno come dato il permesso di curiosare tra castelli arroccati e davanzali, salite medievali e portoni dall'aspetto sgualcito senza l'atavico senso di colpa di non andare all'estero.
Per trovare luoghi diversi, dalle atmosfere quasi arcane, bisogna solo andare al cuore non ancora globalizzato d'Italia.
Si parte dalla Lombardia e da Crespi d'Adda, ex città aziendale facente parte del comune di Capriate San Gervasio a una quarantina di chilometri da Milano. Dunque perché visitare quello che fu un villaggio operaio? Fulgido esempio di città ideale, Crespi venne inserita tra i patrimoni dell'umanità dall'Unesco in quanto testimonianza ancora integra della rivoluzione industriale. Crespi era il cognome degli industriali-inventori, il cui capostipite decise di dare a ciascun operaio una casa provvista di orto. Oggi si può camminare tra queste case e altri edifici, come la fabbrica e i bagni pubblici. Abitata dai pronipoti dei lavoratori dell'opificio tessile di fine Ottocento, val bene una visita anche per i suoi dintorni: numerosi gli itinerari che si possono seguire lungo il fiume Adda, a piedi o in bicicletta, sia dalle parti di Crespi che in direzione di Lecco o di Milano.
In poco meno di quattro ore, si arriva a Cividale del Friuli, una delle destinazioni più amate e note del Friuli Venezia Giulia. Eppure si trova nella bucket list di molti, desiderio ancora da realizzare. Qui sorge uno dei monumenti che fanno parte del sito Unesco «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)»: si tratta del Tempietto Longobardo, costruito in quello che fu il primo ducato di questo popolo. Nonostante Cividale coincida, nell'immaginario, proprio con il tempietto, serba molti altri tesori per il visitatore: il Ponte del Diavolo, per esempio. La leggenda narra che il demonio in persona volesse l'anima del primo passante in cambio del suo appoggio per la costruzione. Gli abitanti risolsero la questione facendolo attraversare da un animale. Il magico borgo, fondato da Giulio Cesare, è caratterizzato da case colorate e vecchi vicoli che si affacciano sul fiume Natisone, facendo dimenticare che l'intero comune è abitato da più di 11.000 persone.
ìDa un fiume all'altro: questo viaggio tra i borghi meno conosciuti prosegue con una navigazione virtuale dal Natisone al Po, il fiume principe d'Italia. Siamo a Comacchio, splendido borgo del Ferrarese sul delta del Po, riconosciuto patrimonio Unesco nel 1999 (la denominazione intera è «Ferrara, Città del Rinascimento e il suo Delta del Po»). Le valli di Comacchio si trovano nell'omonimo Parco, caratterizzato da un'avifauna popolatissima e da un ecosistema fatto di acqua, terra e casoni dedicati alla pesca. È possibile esplorare le valli a piedi, in barca o in bicicletta. Comacchio è definita non a caso «piccola Venezia» e la si può girare a bordo di una batana, tradizionale barca lunga e sottile da cui ammirare case, ponti e palazzi.
La parte più lunga di questo on the road è quella che va da Comacchio a Tiglieto, ma si possono fare tappe intermedie di notevole valore, da Bologna e Modena a Parma o Piacenza. Tra i borghi liguri che chiedono solo di essere scoperti spicca Tiglieto: 518 abitanti e una natura che regna incontrastata. Il borgo è infatti uno dei dieci comuni compresi nel territorio del Geoparco del Beigua, sito Unesco dal 2015 e testimone vivente della storia geologica di Alpi e Appennini, grazie alle sue rocce, ai fossili e ai minerali che si snodano lungo 26 chilometri di montagne. A rendere particolarmente interessante il borgo è la presenza della prima abbazia cistercense d'Italia: Santa Maria della Croce in Tiglieto fu fondata nel 1120 e un tempo rappresentava il vero e proprio centro storico. Nei pressi si trova l'affascinante ponte in pietra, sempre di origine cistercense, ad attraversare l'Orba con le sue cinque arcate. Per il resto, Tiglieto è adatto agli amanti del trekking, grazie ai sentieri che lo collegano ad altre località, come Passo Fruia e Rossiglione.
In poco meno di due ore si raggiunge Govone, in provincia di Cuneo. Nel borgo sorge un castello che fa parte del sistema delle Residenze Sabaude, patrimonio Unesco comprensivo di 22 tra palazzi e ville fondati dal 1562 in avanti dai duchi di Savoia. Visitando il Castello Reale si possono cogliere le caratteristiche principali di un'architettura che illustra la storia europea del XVII e XVIII secolo. Govone è situato nel Roero e confina con il Monferrato, entrambe zone a forte vocazione vinicola ed enogastromica. Un ottimo motivo per concludere qui il nostro on the road nordico, prima di tornare a casa con un bagaglio ricco di bellezza.
Itinerario breve: se non si hanno due settimane a disposizione, si può optare per una parte del percorso. Qui vi proponiamo Crespi d'Adda e i due comuni a est: Cividale del Friuli e Comacchio. Un mix di storia antica e moderna e di natura. Il tour, peraltro, si conclude a Comacchio, che oltre a trovarsi sul delta del Po, è a due passi dal mare.
Crespi d'Adda

Crespi d'Adda (Associazione Crespi d'Adda - www.crespidadda.it)
Crespi d'Adda è una frazione del comune di Capriate San Gervasio. Dal 1995 fa parte dei patrimoni dell'Unesco, in quanto villaggio operaio meglio conservato dell'Europa Meridionale.
I bergamaschi lo considerano un simbolo della laboriosità locale, oltre che della cultura lombarda e dello stile italiano. Furono un imprenditore visionario e suo figlio (Cristoforo Benigno Crespi e Silvio Benigno) a volere questa città ideale a fine Ottocento.
Oggi Crespi d'Adda, benché abitata, è un vero e proprio museo a cielo aperto. A colpire, durante la visita (che si consiglia di fare accompagnati) è la modernità dei servizi pensati per gli operai del tempo.
Cose da fare e da vedere a Crespi d'Adda
Il villaggio operaio
Bisogna girare in lungo e in largo il villaggio per un'immersione nella storia industriale di questo luogo.
A spiccare è la fabbrica (un cotonificio), con la sua ciminiera in mattoni posta all'ingresso, i capannoni e le palazzine di impiegati e operai, caratterizzate da uno stile eclettico.
Intorno alla fabbrica girava la vita degli abitanti, le cui case denotano l'estrazione sociale: quelle degli operai sono circa una cinquantina. L'interesse consiste nel fatto che vennero costruite sul modello inglese con lo scopo di garantire loro un'esistenza confortevole. Per esempio, sono tutte dotate di un orto.
Ai capi-reparto furono assegnati cinque villini, più grandi e decorati delle prime.
Le abitazioni dei dirigenti, invece, sono otto, tutte diverse e circondate da parchi.
Infine, la villa-castello della famiglia Crespi, che troneggia sul paese e che prende spunto da un castello medievale.
E poi il lavatoio, la chiesa, la scuola e tutti i servizi che ci si aspetta di trovare in una città ideale.
La centrale idroelettrica
Un po' fuori (a dieci minuti dal Visitor Center) si trova la centrale idroelettrica: decorata in stile Liberty, presenta ancora il parquet originale, il pannello di controllo e gli alternatori delle turbine di inizio '900.
Un gioiello dell'archeologia industriale.
Itinerari lungo l'Adda
È possibile visitare Crespi come parte di un itinerario lungo il fiume Adda. Sono diversi i sentieri, da percorrere a piedi o in bicicletta, sia in direzione di Lecco che di Milano.
Si può anche optare per il battello, previa prenotazione (anche dal sito www.crespidadda.it).
Dormire e mangiare
Per dormire, ci sono "Country Hotel Castelbarco", a Vaprio d'Adda, e "Gugliel Motel", a Brembate. Per mangiare, "Osteria da Mualdo", "Il Villaggio Caffè" e "Al Dopolavoro".
La cucina è quella tipica della Bergamasca: polenta in tutte le salse (famose quelle accompagnate da coniglio o osei, ossia uccelli), casoncelli e formaggi calorici come il Taleggio.
Cividale del Friuli

Cividale (F.Gallina)
Cividale del Friuli non è soltanto una splendida città, ma anche una delle maggiori testimonianze del nostro passato longobardo.
Il suo celebre Tempietto e i tesori custoditi nei musei Cristiano e Archeologico hanno fatto sì che, nel 2011, venisse inserita nel sito Unesco «I longobardi in Italia. I luoghi del potere (569 - 774 d.C.)», che raggruppa architetture di origine longobarda sparse sul territorio nazionale.
Cividale è la capofila di questo itinerario lungo lo Stivale, in quanto primo ducato istituito in Italia dal popolo di origine germanica. Sarà per questo che l'intero borgo viene identificato con il Tempietto, il cui prestigio rischia di mettere in ombra il pur pregevole resto.
Cose da fare e da vedere a Cividale del Friuli
Ponte del Diavolo
Per visitare la città, si può partire dal Ponte del Diavolo, simbolo leggendario di Cividale, tanto da aver attirato, nel tempo, l'attenzione di innumerevoli artisti e scrittori.
Del resto, il ponte ha una "storia" che merita di essere conosciuta: si dice che gli abitanti, per la sua costruzione, avessero chiesto aiuto al diavolo in persona e che lui, in cambio, volesse l'anima del primo passante. I cividalesi, per ingannarlo, utilizzarono un animale e, da allora, pare che il ponte non solo non dia fastidio a nessuno, ma offra una delle viste più belle.
Basta recarsi sulla sua riva sinistra per osservare le case colorate del borgo. Altrimenti si può scendere sul letto del fiume o andare nel vicino belvedere, nei pressi della chiesa di San Martino.
Il centro storico
Il centro storico è un coacervo di monumenti e luoghi da vedere, a partire dal Duomo (Santa Maria Assunta), nell'omonima piazza. Da non perdere, all'interno, la Pala d'argento di Pellegrino II, capolavoro dell'oreficeria medievale.
Dalla navata destra si può accedere al Museo Cristiano, dove sono conservati il Battistero di Callisto e l'Ara di Ratchis, duca di Cividale. Il Museo Archeologico, invece, si trova nel vicino Palazzo dei Provveditori Veneti.
Da via Mazzini si arriva in Piazza Paolo Diacono, dove sorge la casa dello studioso di storia longobarda. Per il resto, bisogna lasciar fare al caso, visto che il borgo è ricco di chiese ed edifici pregevoli, tra cui il Palazzo Pontotti - Brosadoli, che conserva all'interno un magnifico ciclo di affreschi.
Il Tempietto e l'Ipogeo
Poco lontano dal centro, all'interno del Monastero di Santa Maria in Valle, si trova il Tempietto. La sua eccezionalità si deve agli affreschi bizantini, all'archivolto decorato da un tralcio di vite e alle sei grandi statue in stucco.
Le origini del Tempietto sono misteriose.
Non si pensi, però, che le testimonianze risalgano solo all'epoca longobarda: Cividale, infatti, fu fondata da Giulio Cesare e numerosi sono i reperti di epoca romana: si pensi all'Ipogeo Celtico, nel quale si trovano ambienti sotterranei che i Romani potrebbero aver utilizzato come carceri. In via Monastero Maggiore, 6.
Dormire e mangiare
Per dormire, ci sono "Casa Ristori" e "L'Angolo di Filippo". Per mangiare, "Al Monastero", "Antica Trattoria Ai 3 Re" e "Ristorante Antico Leon d'Oro".
Tra i piatti, da non perdere il Frico (piatto a base di patate, cipolle e formaggio Montasio fuso), il muset (cotechino) e la brovada, sorta di crauti che hanno ottenuto il marchio DOP. Ma anche i piatti di origine asburgica, come la Bizna, una minestra locale. Il tutto accompagnato dal Tocai friulano.
Comacchio

Comacchio (Cristina Bellotti)
Sono molte le città definite, a torto o a ragione, «piccola Venezia». Una di queste è Comacchio, parte del sito Unesco intitolato «Ferrara, città del Rinascimento, e il suo delta del Po».
I paragoni, però, lasciano il tempo che trovano e, in realtà, Comacchio è molto più originale di quanto il soprannome lascia intendere.
Il centro storico affacciato sulla laguna incanta i visitatori che si spingono fino alla foce del fiume più importante d'Italia. I canali, i monumenti e un'avifauna ricchissima ne fanno un borgo più unico che raro.
Ma, prima di tutto, si tratta di scegliere se percorrere Comacchio a piedi o a bordo di una batana, imbarcazione tipica del luogo.
Cose da fare e da vedere a Comacchio
Il centro storico
Trepponti (o Ponte Pallotta, dal nome del cardinale che lo volle) è il simbolo di Comacchio, nonché punto di partenza per l'esplorazione del centro storico. Quello che oggi è un ponte era, in passato, la porta della città, attraversata da chi proveniva dal mare Adriatico.
Trepponti è inoltre il punto di incontro di quattro canali: Salara, Sant'Agostino, Borgo e San Pietro.
Da vedere anche il Duomo di San Cassiano, il Ponte degli Sbirri, Palazzo Bellini e la Manifattura dei Marinati, fabbrica-museo dedicata alla lavorazione dell'anguilla. Ma anche il Museo Delta Antico e la Loggia del Grano.
La Comacchio acquatica
Innumerevoli i canali che attraversano Comacchio, i cui quartieri dai colori pastello sono collegati tramite ponti.
Grazie al predominio dell'acqua sul territorio, si possono esplorare le sue Valli in motonave, osservando i molti uccelli che le popolano. Storia e natura si fondono alla perfezione in questa zona fortunata d'Italia: non solo birdwatching, quindi, ma anche architettura industriale, come quella dei casoni di pesca, che conservano il loro fascino originario.
Si può anche accedere alla Salina , rifugio dei fenicotteri rosa, con delle guide autorizzate.
La fauna
Comacchio è stata inserita dalla Lipu al quarto posto, in Italia, nella top ten del birdwatching, dopo il Parco Nazionale del Gran Paradiso, il Monte Baldo e la Riserva naturale regionale Isola della Cona-Foci dell'Isonzo.
L'altra regina delle Valli è l'anguilla, per secoli principale fonte di reddito e alimentare per abitanti e pescatori di Comacchio.
Dormire e mangiare
Per dormire, ci sono "Logonovo Hotel & Spa" (Lido degli Estensi) e "Hotel Locanda La Comacina". Per mangiare, "Al Martin Pescatore", "Vasco e Giulia" e "Osteria Trattoria la Barcaccia".
Il piatto principale è l'anguilla, preparata in tutti i modi. Grigliata, in umido o utilizzata come condimento per paste e risotti: sono ben 48 i piatti a base di questo pesce!
Tiglieto

Abbazia Tiglieto (Roberto Guaschino)
La Liguria è una delle regioni del Nord Italia a maggior vocazione turistica. Oltre alle sue bellezze più note, di cui le Cinque Terre sono padrone indiscusse, esiste una miriade di borghi che chiedono solo di essere scoperti.
Tra questi spicca Tiglieto, incluso nel Geoparco del Beigua, riconosciuto come sito Unesco nel 2015.
Il Beigua Geopark racconta la storia geologica delle Alpi e degli Appennini attraverso rocce, fossili e minerali. Si tratta di circa 200 milioni di anni che si snodano lungo ventisei chilometri di montagne affacciate sul mare, al confine con la Francia.
Dieci i comuni compresi nel territorio, tra cui appunto Tiglieto, che dista una sessantina di chilometri da Genova. Perché proprio Tiglieto? Prima di tutto per la presenza incontrastata della natura: mare, montagne e un fiume - l'Orba - da cui prende il nome la valle nella quale è situato. Ma a rendere particolarmente interessante Tiglieto è la presenza della prima abbazia cistercense d'Italia, Santa Maria della Croce in Tiglieto, fondata nel 1120 e un tempo vero e proprio centro storico. Nei pressi si trova l'affascinante ponte in pietra, sempre di origine cistercense, ad attraversare l'Orba con le sue cinque arcate.
Da menzionare anche la chiesa parrocchiale N.S. Assunta, patrona di Tiglieto, e quella di San Gottardo ad Acquabona. Per il resto, c'è da godere della natura di Tiglieto e dintorni, anche grazie ai sentieri che lo collegano ad altre località, come Passo Fruia e Rossiglione, ma anche il collegamento con il passo del Faiallo.
Curiosità: Tiglieto si chiama così per la presenza di numerosi tigli.












