2021-03-03
Pure l'Unesco offre rotte fuori dagli schemi: i borghi dietro l'angolo
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Da Crespi d'Adda in Lombardia a Govone in Piemonte, passando per Cividale del Friuli, Comacchio e Tiglieto. Un itinerario, da percorrere rigorosamente on the road, per scoprire in maniera slow alcune delle bellezze del Nord Italia: è quello che vi proponiamo, considerando due settimane di tempo se lo si vuole percorrere nella sua interezza.Lo speciale contiene un articolo, quattro approfondimenti e una fotogallery.Come fil rouge, alcuni dei borghi italiani che custodiscono o lambiscono un patrimonio UNESCO. Insomma, l'Organizzazione delle Nazioni Unite è il pretesto a partire dal quale si possono conoscere molti centri al di fuori delle rotte battute da un turismo più interessato alla mera evasione.Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria e Piemonte: queste le regioni che abbiamo selezionato per un viaggio che soddisfi non solo il bisogno di natura, ma anche quello di storia, arte e buon cibo.Insieme alla Cina, il nostro è il Paese che registra il numero più alto di beni Unesco al mondo. Attualmente vantiamo 55 siti, ma altri sono in arrivo. Isole, monti e faggete fanno a gara con paesaggi e patrimoni culturali, a conferma di una bellezza che non passa mai di moda.Al di là dei più celebri iscritti (dal centro storico di Roma alle Dolomiti, dalla Val d'Orcia a Venezia), esiste una rete ancora non invasa dal turismo. Una rete fitta e ricca di collegamenti, per conoscere la quale è auspicabile iniziare dai paesi che la attraversano.Il 2020 si è infatti rivelato l'anno dei borghi. Unica complice: la pandemia. Non fosse stato per lei, tante piccole realtà che costellano l'Italia sarebbero rimaste sconosciute ai più. Molti italiani si sono dedicati, chi forzatamente e chi in maniera entusiastica, all'esplorazione del nostro territorio: i fine settimana "gialli" e il tana libera tutti della scorsa estate ci hanno come dato il permesso di curiosare tra castelli arroccati e davanzali, salite medievali e portoni dall'aspetto sgualcito senza l'atavico senso di colpa di non andare all'estero.Per trovare luoghi diversi, dalle atmosfere quasi arcane, bisogna solo andare al cuore non ancora globalizzato d'Italia.Si parte dalla Lombardia e da Crespi d'Adda, ex città aziendale facente parte del comune di Capriate San Gervasio a una quarantina di chilometri da Milano. Dunque perché visitare quello che fu un villaggio operaio? Fulgido esempio di città ideale, Crespi venne inserita tra i patrimoni dell'umanità dall'Unesco in quanto testimonianza ancora integra della rivoluzione industriale. Crespi era il cognome degli industriali-inventori, il cui capostipite decise di dare a ciascun operaio una casa provvista di orto. Oggi si può camminare tra queste case e altri edifici, come la fabbrica e i bagni pubblici. Abitata dai pronipoti dei lavoratori dell'opificio tessile di fine Ottocento, val bene una visita anche per i suoi dintorni: numerosi gli itinerari che si possono seguire lungo il fiume Adda, a piedi o in bicicletta, sia dalle parti di Crespi che in direzione di Lecco o di Milano.In poco meno di quattro ore, si arriva a Cividale del Friuli, una delle destinazioni più amate e note del Friuli Venezia Giulia. Eppure si trova nella bucket list di molti, desiderio ancora da realizzare. Qui sorge uno dei monumenti che fanno parte del sito Unesco «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)»: si tratta del Tempietto Longobardo, costruito in quello che fu il primo ducato di questo popolo. Nonostante Cividale coincida, nell'immaginario, proprio con il tempietto, serba molti altri tesori per il visitatore: il Ponte del Diavolo, per esempio. La leggenda narra che il demonio in persona volesse l'anima del primo passante in cambio del suo appoggio per la costruzione. Gli abitanti risolsero la questione facendolo attraversare da un animale. Il magico borgo, fondato da Giulio Cesare, è caratterizzato da case colorate e vecchi vicoli che si affacciano sul fiume Natisone, facendo dimenticare che l'intero comune è abitato da più di 11.000 persone.ìDa un fiume all'altro: questo viaggio tra i borghi meno conosciuti prosegue con una navigazione virtuale dal Natisone al Po, il fiume principe d'Italia. Siamo a Comacchio, splendido borgo del Ferrarese sul delta del Po, riconosciuto patrimonio Unesco nel 1999 (la denominazione intera è «Ferrara, Città del Rinascimento e il suo Delta del Po»). Le valli di Comacchio si trovano nell'omonimo Parco, caratterizzato da un'avifauna popolatissima e da un ecosistema fatto di acqua, terra e casoni dedicati alla pesca. È possibile esplorare le valli a piedi, in barca o in bicicletta. Comacchio è definita non a caso «piccola Venezia» e la si può girare a bordo di una batana, tradizionale barca lunga e sottile da cui ammirare case, ponti e palazzi.La parte più lunga di questo on the road è quella che va da Comacchio a Tiglieto, ma si possono fare tappe intermedie di notevole valore, da Bologna e Modena a Parma o Piacenza. Tra i borghi liguri che chiedono solo di essere scoperti spicca Tiglieto: 518 abitanti e una natura che regna incontrastata. Il borgo è infatti uno dei dieci comuni compresi nel territorio del Geoparco del Beigua, sito Unesco dal 2015 e testimone vivente della storia geologica di Alpi e Appennini, grazie alle sue rocce, ai fossili e ai minerali che si snodano lungo 26 chilometri di montagne. A rendere particolarmente interessante il borgo è la presenza della prima abbazia cistercense d'Italia: Santa Maria della Croce in Tiglieto fu fondata nel 1120 e un tempo rappresentava il vero e proprio centro storico. Nei pressi si trova l'affascinante ponte in pietra, sempre di origine cistercense, ad attraversare l'Orba con le sue cinque arcate. Per il resto, Tiglieto è adatto agli amanti del trekking, grazie ai sentieri che lo collegano ad altre località, come Passo Fruia e Rossiglione.In poco meno di due ore si raggiunge Govone, in provincia di Cuneo. Nel borgo sorge un castello che fa parte del sistema delle Residenze Sabaude, patrimonio Unesco comprensivo di 22 tra palazzi e ville fondati dal 1562 in avanti dai duchi di Savoia. Visitando il Castello Reale si possono cogliere le caratteristiche principali di un'architettura che illustra la storia europea del XVII e XVIII secolo. Govone è situato nel Roero e confina con il Monferrato, entrambe zone a forte vocazione vinicola ed enogastromica. Un ottimo motivo per concludere qui il nostro on the road nordico, prima di tornare a casa con un bagaglio ricco di bellezza.Itinerario breve: se non si hanno due settimane a disposizione, si può optare per una parte del percorso. Qui vi proponiamo Crespi d'Adda e i due comuni a est: Cividale del Friuli e Comacchio. Un mix di storia antica e moderna e di natura. Il tour, peraltro, si conclude a Comacchio, che oltre a trovarsi sul delta del Po, è a due passi dal mare.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?
Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)