
La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni sposa la campagna della Verità: «Consegnateci le firme dei vostri lettori ed entro pochi giorni presenteremo un ddl in Parlamento. Per noi è un dovere: è tempo che per tutte le vittime del comunismo sia fatta giustizia».Vi avevamo promesso sorprese dal fronte parlamentare, in merito alla nostra campagna per l'istituzione di una Giornata della memoria dei crimini comunisti. La sorpresa - che però non sorprenderà chi conosce lei e le sue battaglie - è che Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, si è impegnata a presentare una proposta di legge, spinta dall'entusiasmo dei nostri lettori, che ci hanno inviato oltre 2.000 firme. Onorevole Meloni, cosa pensa dell'iniziativa promossa dalla Verità?«Abbiamo sempre condannato tutti i totalitarismi. Ora è tempo che i milioni di vittime dei regimi comunisti siano ricordati ufficialmente. Per questo è giustissima l'iniziativa della Verità».Ci fa piacere che condivida. Allora le possiamo chiedere, come leader di Fratelli d'Italia ed esponente di punta del centrodestra, di fare sua questa battaglia?«La destra italiana ha più volte acceso i riflettori sui crimini dei regimi comunisti, ma nonostante questo c'è ancora molto da fare. Aderire a questa battaglia è un dovere per noi. Lo dobbiamo ai molti italiani uccisi a guerra finita; lo dobbiamo alle vittime di Katyn, alle quasi 5 milioni di vittime dell'Holodomor in Ucraina, lo dobbiamo a chi, oggi, subisce la dittatura comunista in Corea del Nord o quella di Nicolás Maduro in Venezuela».Allora mi spingo oltre. È disposta a presentare una proposta di legge in Parlamento, a partire proprio dalla nostra petizione? «Posso assicurare fin da subito il totale sostegno dei gruppi parlamentari di Fratelli d'Italia. D'altronde, come Alleanza Nazionale presentammo un'analoga proposta di legge a firma Gustavo Selva».Che non passò. «I tempi non erano maturi, spariamo lo siano oggi. È ora che giustizia sia fatta».Secondo lei, una proposta di legge può trovare sostegno anche tra gli altri partiti, almeno Lega e Forza Italia?«Da qualche tempo nulla è diventato scontato». Che intende?«In questi giorni il governo di cui fa parte la Lega si è schierato di fatto con Maduro; nella precedente legislatura Forza Italia si è ritrovata al governo con gli “ex" comunisti».Siccome siamo malfidati, le chiediamo di darci una tempistica. Quando potremo avere una bozza? Quando potrebbe essere presentata in Aula?«Non siamo come gli improvvisati del Movimento 5 stelle. Dal momento in cui La Verità ci porterà le firme, siamo in grado di depositare il disegno di legge in pochi giorni». Bene. Ce lo appuntiamo.«Sì, poi la discussione del ddl dipenderà dalle forze di maggioranza. Il Parlamento è stato svuotato completamente delle sue prerogative da questo governo e i tempi, quindi, potrebbero anche essere infiniti».Che fa, si dà per vinta subito?«No. Però sarà utilissima la sensibilizzazione da parte dell'opinione pubblica». Noi siamo fiduciosi. In fondo, furono i partiti del centrodestra a volere la legge per il Giorno del ricordo, il 10 febbraio. «Se l'Italia ha istituito il 10 febbraio come Giorno del ricordo è sicuramente merito della destra, ma rivendico in particolare il ruolo fondamentale giocato dalle organizzazioni giovanili di Alleanza Nazionale. La legge fu votata da quasi tutto il Parlamento. Tranne che dagli eredi del comunismo». Trovaste resistenze a sinistra?«Evidentemente si sentivano, e si sentono, ancora vicini a quei criminali». Ne deduco che, in materia, ha anche altre battaglie da portare avanti.«Sì. Ora è necessario revocare l'onorificenza che ancora è concessa a Tito. In Parlamento c'è una nostra proposta di legge».Intanto, c'è chi sulle foibe fa del negazionismo, come l'Anpi. «È vergognoso che l'Anpi continui a propagandare in ogni sede tesi giustificazioniste o negazioniste. Per questo è scandalosa la decisione del sindaco di Roma, Virginia Raggi, di mandare i membri dell'Anpi a parlare di foibe nelle scuole».E voi avete reagito subito. «Per fortuna, Fratelli d'Italia in commissione Cultura alla Camera ha fatto approvare una risoluzione per stabilire che solo gli appartenenti ad associazioni di esuli istriano-giuliano-dalmati possano raccontare la verità agli studenti». E che mi dice dei finanziamenti all'Anpi? È d'accordo con Matteo Salvini? Vanno «rivisti»?«Il ministro Salvini ha finalmente sposato una richiesta di Fdi che, a luglio 2018, in commissione Difesa, da sola ha votato contro l'attribuzione di contributi ad alcune associazioni, tra le quali figura in particolare l'Anpi. Se queste associazioni vengono finanziate e poi definiscono le foibe “un'invenzione fascista", qualcosa non va. Sono fondi pubblici che non possono essere distribuiti senza le necessarie verifiche sui contenuti dei progetti e delle iniziative proposte».La Verità ha promosso anche una campagna sui testi scolastici. In molti libri di storia, il giudizio sui regimi comunisti è alquanto indulgente. C'è un problema educativo?«È una delle primissime battaglie che ho condotto alla fine degli anni Novanta».Davvero? Che fece? «All'epoca denunciammo una serie di libri di testo che riportavano menzogne negazioniste della tragedia delle foibe». Gli stessi problemi di oggi, insomma…«Proprio per questo una Giornata della memoria sulle vittime del comunismo fa parte di una battaglia di verità, che va necessariamente vinta».
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





