2022-03-17
Una Kiev spettrale attende l’attacco finale
Il coprifuoco ordinato dal governo svuota le strade: si può sparare senza preavviso su qualsiasi cosa si muova, anzi si deve. Gli abitanti si informano sulle app, cercando di distinguere verità e propaganda. E nei parchi del centro sorgono le trincee.da KievAlle 6.30 risuona l’allarme aereo su tutta la città, una bomba ha appena colpito una palazzina del centro in una zona residenziale, nel quartiere nel distretto di Shevchenkivskyi. Le prime luci dell’alba scoprono una Kiev spettrale, paralizzata, anche a causa del coprifuoco ordinato dal governo.Oggi a qualsiasi cosa si muova si può sparare senza preavviso, anzi si deve, c’è l’ordine.Dunque, isolati all’ultimo piano di un grattacielo, cerchiamo le notizie sui siti locali, tra i vari contatti che abbiamo in città e sulle applicazioni che si usano in questa guerra.Una delle più importanti è «LiveUAMap». Indica, dopo pochissimo tempo dall’accaduto, i vari tipi di notizie contrassegnate con simboli diversi: una bomba rossa per i bombardamenti, un fucile blu per i combattimenti, un megafono per le comunicazioni ufficiali del governo, una sirena per gli allarmi antiaerei.Poi mostra una mappa del Paese, con tutte le zone libere, occupate, bombardate e grazie a questa mappa, anche stando a casa, riusciamo ad avere un quadro generale della situazione e di come si evolva la guerra giorno per giorno.Poi ci sono le applicazioni della resistenza. Qui si trovano le mappe con le strade sicure, vengono segnalate le zone dove c’è presenza russa, in un continuo aggiornamento; queste sono alimentate dagli utenti, in maniera simile a quello che succede su Google map quando il traffico si intensifica su una strada, o quando c’è un incidente.Alle 8.45 intono al grattacielo dove alloggiamo si possono sentire distintamente colpi di fucile e di mitragliatore che da ieri sera esplodono costantemente anche se a intervalli.Provengono da un bosco situato tra i grattacieli e il fiume.Con il teleobiettivo inquadriamo dei puntini che ci sembrano non far parte della vegetazione, poi dal touch screen della macchina fotografica ingrandiamo e scopriamo di fotografare delle trincee, con dei militari ucraini che si muovono intorno a queste.Dall’immagine digitale della telecamera non si riesce a distinguere il tipo di divise o a vedere le armi in mano ai soldati inquadrati. Si capisce solo che qualcuno sta combattendo non molto distante dal centro cittadino. Sono i volontari della resistenza coloro che possono dare le maggiori informazioni per capire cosa avviene in questa guerra in cui le notizie sono talmente tante che si fa fatica a filtrarle,Alexander, l’autista di Vespa che ieri ci ha portato in giro per la città e al fronte, invia ora dopo ora aggiornamenti diretti dal campo. Ha 27 anni, è nato a Lubny ed è arrivato sette anni fa a Kiev, dove oggi vive e lavora. Sul suo account Instagram si definisce inventore, fotografo, viaggiatore e scooterista. Biondo e vestito alla moda è infatti anche l’inventore di un gioco da tavola, realizzato in bambù, una specie di Jenga. È il fondatore del Vespa club di Kiev, gira video musicali ed è anche in possesso di una tessera da giornalista.Da lui purtroppo arrivano notizie sconcertanti: è di stamattina (ieri per chi legge) il missile russo che è caduto vicino alla fila per il pane nella città di Chernihiv, causando 10 morti e altrettanti feriti. La tv ucraina, che ancora funziona perfettamente, dà invece a gran voce la notizia di Putin che in un nuovo videomessaggio dice una cosa che a tutti pare l’inizio dell’ammissione di non essere riuscito a invadere il Paese, un inizio di retromarcia: «Non vogliamo invadere l’Ucraina».Tra un telegiornale e l’altro la propaganda manda in onda video di soldati che combattono al fronte, di volontari che cantano l’inno nazionale mentre preparano le molotov e delle atrocità dei soldati russi. Volodymyr Zelenski, l’idolo indiscusso dei suoi connazionali, appare 4-5 volte al giorno per rassicurare la popolazione e dare gli aggiornamenti sui negoziati e sui rapporti con gli alleati occidentali.Proprio l’altra sera a Kiev erano venuti in visita i primi ministri di Polonia, Slovenia e Repubblica ceca e le ultime notizie dicono che siano ripartiti in completa sicurezza. A proposito della permanenza dei ministri a Kiev, la televisione spiega che la situazione della capitale, nonostante la gravità dei combattimenti alla periferia, è comunque sotto controllo e che al fronte gli ucraini hanno avviato un’offensiva che sta facendo indietreggiare i russi. In mezzo a queste informazioni ovviamente bisogna sempre mettere in conto l’abbondante dose di propaganda. Ieri pomeriggio, da un gruppo Whatsapp ci è arrivata una notizia con la foto di un palazzo distrutto con questa scarna didascalia: «Missile su ospedale pediatrico a Kiev». In realtà l’immagine riguarda il teatro di Mauripol, convertito in rifugio per centinaia di civili e sul cui abbattimento Mosca e Kiev si rimpallano la responsabilità.I ragazzi della resistenza in città danno conferma della controffensiva dell’esercito ucraino sul fronte di Irpin: «Stiamo portando le maschere antigas verso i due fronti della città, abbiamo avuto notizia di un possibile attacco chimico» dicono. Alexander, solitamente allegro e sereno, anche al fronte, si mostra improvvisamente nervoso. È preoccupato e scosso perché non riesce a mettersi in contatto con la madre, che dovrebbe essere già in salvo in una località di campagna a qualche ora a Sud di Kiev, in un villaggio di cui preferisce non dire il nome: «Non si sa mai per telefono». Il cellulare della madre è spento da ore e non è normale. La notizia di giornata, però, l’abbiamo sotto gli occhi: da 24 ore in un boschetto sotto di noi continua il rumore degli spari delle armi semiautomatiche, di mitra e fucili. Non può trattarsi di una esercitazione. Anche Camille, una ragazza che vive poco distante da noi e che raggiungiamo via Facebook, ci dice di sentire distintamente gli spari e si chiede, insieme agli amici che si sono accampati da lei dopo essere scappati ad Irpin, come sia possibile che ci sia un combattimento intenso in un quartiere della città a soli 4 km da Piazza Maidan: «Ho paura che anche se domani revocheranno il coprifuoco noi resteremo comunque chiusi in casa» commenta sconsolata.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».