2025-02-11
L’Europa si rassegna al negoziato ma brontola: «Coinvolgete Kiev»
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Ormai tutti parlano di trattative per risolvere la crisi ucraina. Ancora pochi, però, i passi avanti concreti. Attesa per il piano di Washington, che tuttavia non è ancora pronto. L’Ue, tagliata fuori da tutto, assiste.Il conflitto in Ucraina pare essere entrato in quella fase in cui tutti gli attori in causa si dicono pronti ad avviare le trattative per discutere i negoziati di pace, ma azioni vere e concrete in tal senso restano ancora lontane, facendo intuire che per raggiungere un accordo potrebbe volerci molto più tempo. In queste ultime ore sia Mosca che Kiev hanno fatto filtrare quelle che sarebbero le richieste iniziali per sedersi a un tavolo, con Stati Uniti e Unione europea spettatori interessati. Dal Cremlino ha parlato ieri il viceministro degli Esteri, Sergej Ryabkov, secondo cui la Russia pretenderebbe come condizioni l’annessione territoriale delle quattro regioni ucraine, Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, e la permanenza dell’Ucraina fuori dalla Nato: «Noi certamente abbiamo interessi basilari, interessi fondamentali, tra i quali metto l’appartenenza incontestabile delle regioni che si usa definire collettivamente “nuove russe” o “Novorossiya” in seguito all’espressione della volontà degli abitanti, e naturalmente il non ingresso dell’Ucraina nella Nato», ha spiegato il vice di Sergej Lavrov che ha poi aggiunto: «La violazione di questa richiesta è una delle cause prime dell’operazione militare speciale». Ryabkov, riferendosi a quello che potrebbe essere il piano che verrà presentato dall’inviato speciale americano Keith Kellogg il prossimo 15 febbraio alla Conferenza di sicurezza di Monaco, ha voluto precisare che Mosca non accetterà mezze misure per la soluzione della crisi ucraina: «Abbiamo bisogno di far sì che i nostri oppositori, i nostri avversari, facciano sì che la nuova amministrazione statunitense capisca e riconosca che senza risolvere i problemi che sono le cause profonde della crisi in ucraina, non sarà possibile raggiungere un accordo». Il diplomatico russo non si è fatto sfuggire l’opportunità di ricordare alla Casa Bianca che il Cremlino non ha notato fin qui nessun cambiamento concreto nella politica americana sul dossier ucraino, soprattutto in materia di assistenza militare. A tal proposito, per rispondere a quanto annunciato pochi giorni fa da Donald Trump, in merito al fatto che i negoziati tra Stati Uniti e Russia starebbero progredendo, è intervenuto l’altro viceministro degli Esteri russo, Mikhail Galuzin: «È importante che le parole siano supportate da misure concrete che tengano conto dei legittimi interessi della Russia, dimostrando la disponibilità a sradicare le cause profonde della crisi e riconoscere le nuove realtà. E proposte concrete di questa natura non sono ancora state ricevute».Segnali non proprio incoraggianti sono arrivati ieri anche da fonti molto vicine alla Nato, secondo cui il piano ideato dal presidente americano non sarebbe ancora pronto e non sarà presentato né alla Conferenza di sicurezza di Monaco, né al vertice dei ministri della Difesa dei Paesi Nato a Bruxelles del 13 febbraio: «Il generale Keith Kellogg verrà al quartier generale della Nato nella seconda metà di febbraio per una serie d’incontri e solo dopo il piano sarà maturo. Trump è l’unico che può influenzare Putin, è un bene che si parlino, ma non ci può essere un accordo senza l’Europa», ha spiegato il funzionario commentando la notizia della conversazione telefonica avvenuta lo scorso weekend tra i due leader. Dall’Ucraina, l’ufficio del presidente Volodymyr Zelensky, ha fatto sapere che il prossimo 20 febbraio, dopo i lavori della Conferenza di sicurezza di Monaco, Kellogg si recherà in visita a Kiev. Una visita che avverrà a pochi giorni dal terzo anniversario dell’invasione russa e durante il quale l’inviato di Trump e il presidente ucraino avranno un confronto diretto. Ieri Zelensky, intervistato dalla tv britannica, ha parlato così: «Se avessi la consapevolezza che l’America e l’Europa non ci abbandoneranno, ci sosterranno e forniranno garanzie di sicurezza, sarei pronto a qualsiasi formato di dialogo. Un conflitto congelato porterà a più aggressioni ancora e ancora. Chi vincerà i premi e passerà alla storia come vincitore? Nessuno. Sarà una sconfitta assoluta per tutti, sia per noi, come è importante, sia per Trump». Secondo il leader di Kiev, l’Europa dovrebbe raggiungere il prima possibile l’indipendenza energetica dalla Russia. In questo contesto, però, l’Ue appare defilata e tagliata fuori da eventuali negoziati. Secondo alcune fonti Bruxelles non sarebbe stata avvisata della telefonata tra Vladimir Putin e Trump. A esprimere preoccupazione è stata la portavoce del Servizio di azione esterna della Commissione europea, che rispondendo alle domande dei giornalisti ha voluto ribadire che nessuna trattativa di pace è possibile senza interpellare Kiev: «La nostra posizione è chiara: nulla sull’Ucraina senza l’Ucraina. L’Ue sostiene la formula di pace di Volodymyr Zelensky e ogni accordo di pace deve rispettare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina». Anche l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas, dopo aver incontrato in Vaticano Papa Francesco, ha scritto su X che «in Ucraina c’è la necessità di una pace giusta e duratura, che garantisca il futuro del Paese». Mentre Sergio Mattarella, a margine della cerimonia per la giornata del Ricordo, ha detto che occorre favorire l’ingresso di nuovi membri nell’Ue, tra cui l’Ucraina, per diffondere nel continente «lo spirito europeo, che esprime e persegue pace, dialogo, integrazione, collaborazione e sviluppo».
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