2025-12-03
Putin tratta con Witkoff e avverte l’Europa: «Se vuole la guerra noi siamo pronti»
Putin e Witkoff durante i colloqui a Mosca (Ansa)
Ieri l’incontro tra il delegato americano e lo zar a Mosca. Trump: «Ci stiamo provando, è un casino». Zelensky trema: «Ho paura che gli Usa perdano interesse a negoziare».Le trattative sulla crisi ucraina sono a un punto di svolta? Ieri sera, Vladimir Putin ha ricevuto al Cremlino l’inviato americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e il genero di Donald Trump, Jared Kushner. Prima che iniziasse la sessione a porte chiuse, Witkoff - che avrebbe cenato in un ristorante stellato con piatti a base di caviale quaglia e carne di cervo - ha definito Mosca «una città magnifica». Nel momento in cui La Verità andava in stampa, il colloquio, a cui hanno preso parte anche i consiglieri presidenziali russi Kirill Dmitriev e Yuri Ushakov, non era ancora terminato, anche perché, secondo la Cnn, lo zar avrebbe fatto attendere la delegazione Usa, non rispettando la tabella di marcia prevista. Il meeting è del resto iniziato con più di due ore di ritardo. Poco prima dell’incontro, il presidente russo ha accusato i governi europei di sabotare i negoziati di pace. «L’Europa sta impedendo all’amministrazione statunitense di raggiungere la pace in Ucraina», ha tuonato, bollando le richieste europee come «inaccettabili per la Russia». «Se l’Europa vuole combattere la guerra, siamo pronti adesso», ha aggiunto. «Se le forze di Kiev continueranno ad attaccare petroliere e altre navi nel Mar Nero, la Russia risponderà nel modo più radicale, isolando l’Ucraina dal mare», ha continuato il presidente russo.Nel frattempo, sempre prima che iniziasse il colloquio al Cremlino, ha parlato anche Volodymyr Zelensky dall’Irlanda. «Ora più che mai c’è la possibilità di porre fine a questa guerra», ha dichiarato, per poi aggiungere: «Attualmente ci sono 20 punti sviluppati a Ginevra e ulteriormente perfezionati in Florida, ma da quello che ho visto, alcune cose devono ancora essere elaborate». «L’America sta prendendo seri provvedimenti per porre fine alla guerra in un modo o nell’altro», ha proseguito il presidente ucraino, invocando una «pace decente e dignitosa». Zelensky, che si è detto anche disposto a incontrare direttamente Trump, ha poi reso noto che avrebbe avuto dei contatti con il team negoziale statunitense subito dopo la conclusione dell’incontro tra Witkoff e Putin. «Un po’ di ottimismo c’era nelle mie parole, dovuto alla velocità dei negoziati e all’interesse americano. Ciò dimostra che l’America non si sta ritirando da alcun tipo di dialogo diplomatico, e questo è positivo», ha comunque affermato in serata il presidente ucraino, che ha però aggiunto di temere che gli Usa possano perdere interesse per i negoziati. Zelensky incontrerà Witkoff e Kushner oggi, in un paese europeo non ancora specificato prima che il giornale andasse in stampa.«Un ruolo importante può essere giocato dall’Italia grazie alle sue capacità di mediazione che ha culturalmente e storicamente», ha detto ieri papa Leone XIV conversando con i giornalisti sul volo che lo ha condotto da Beirut a Roma.Vale la pena di sottolineare come l’incontro di ieri al Cremlino abbia fatto seguito ai colloqui, tenutisi domenica a Miami, tra la delegazione di Washington e quella di Kiev: colloqui che non sono riusciti ad appianare tutte le divergenze sul tavolo. Non è del resto un mistero che continui a registrarsi una certa distanza tra Stati Uniti e Ucraina su una serie di questioni, a partire dalle garanzie di sicurezza e dalle cessioni territoriali. Soprattutto su quest’ultimo tema, Zelensky sta cercando di puntare i piedi, mentre la Casa Bianca lo spinge ad ammorbidire la sua linea. Il nodo principale, sotto questo punto di vista, riguarda specialmente il destino del Donbass, che Putin vuole interamente sotto il controllo di Mosca. Il presidente ucraino, dal canto suo, deve frattanto affrontare un indebolimento della propria posizione negoziale a causa dello spinoso caso Yermak.Come che sia, probabilmente anche per cercare di mettere sotto pressione Washington, proprio ieri, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha avuto un colloquio con l’omologo cinese, Wang Yi, dedicato (anche) al conflitto ucraino. Secondo una nota di Mosca, durante il confronto «è stata prestata notevole attenzione alle prospettive di risoluzione della crisi in Ucraina, affrontando le cause profonde del conflitto e tenendo in debita considerazione gli interessi fondamentali della Federazione russa». In tutto questo, sempre ieri, mentre Witkoff e Kushner parlavano con Putin, Trump ha tenuto una riunione di gabinetto, affermando: «Ho risolto otto guerre. Questa sarebbe la nona, e la nostra gente è in Russia in questo momento per vedere se possiamo risolvere la situazione. Non è una situazione facile, lasciatemelo dire, che casino. È una guerra che non sarebbe mai scoppiata se fossi stato presidente, nemmeno per sogno». «Mentre vi parliamo ora, Steve Witkoff è a Mosca per cercare di trovare un modo per porre fine a questa guerra», ha aggiunto il segretario di Stato americano, Marco Rubio.Non è comunque escluso che, durante i colloqui di ieri al Cremlino, si sia parlato anche di Medio Oriente. Witkoff e Kushner sono d’altronde i principali autori dell’accordo tra Israele e Hamas. Inoltre, Trump e Putin hanno bisogno l’uno dell’altro in questa regione. Il presidente americano necessita della sponda dello zar per arrivare a un’intesa sul nucleare con l’Iran. Il Cremlino ha invece necessità della Casa Bianca per recuperare influenza in Siria, farsi includere nella ricostruzione di Gaza e non restare tagliato fuori dal rilancio degli Accordi di Abramo. È quindi verosimile che Trump punti a usare la leva mediorientale per arrivare indirettamente a un accordo con Putin sull’Ucraina.
Beppe Sala, Matteo Lepore e Stefano Lo Russo (Ansa)
Federica Mogherini e Stefano Sannino (Ansa)