2025-12-03
La Bce infrange i sogni di Ursula & C. Niente garanzie sugli asset russi
La sede della Bce a Francoforte (Ansa)
La Banca centrale non fornirà coperture sul prestito a Kiev da 140 miliardi, che la Commissione vuole ricavare usando i beni confiscati. L’istituto infatti, malgrado la retorica dominante, non è un prestatore di ultima istanza.Mentre da mesi e specie nelle ultime settimane sentiamo parlare della imprescindibilità dell’Europa nella soluzione della guerra in Ucraina, i fatti ci raccontano un’altra verità. Inconfutabile. L’Europa non può giocare alcun ruolo perché la Ue non ha un peso da poter fare valere ai tavoli negoziali. Eppure è un grande agitarsi tra Francia, Germania e la Gran Bretagna che non è più parte dell’Unione ma staziona sempre nelle cabine di regia. Macron ha ricevuto Zelensky e chissà cos’altro gli avrà venduto. La Germania dopo aver cambiato la Costituzione per tornare ad armarsi come non era mai avvenuto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale ora si atteggia con postura offensiva per tenere a bada una eventuale aggressione della Russia. La quale Russia - dicono - non va fatta vincere al tavolo dei negoziati perché militarmente non può reggere oltre e quindi è inutile regalare terre ucraine che non ha conquistato e mai conquisterà.Quindi non si capisce come la Russia possa essere debole rispetto al tavolo dei negoziati ma al contempo una minaccia contro la Germania o la Polonia o i Paesi baltici tanto da far rimettere gli scarponi militari a Berlino. «La minaccia sarà di cyberattacco», ci spiega il generalissimo in quota Nato Giuseppe Cavo Dragone, il quale per non farci mancare nulla è pronto alla guerra preventiva contro Putin. «Stiamo studiando il tutto sul piano informatico». Ambè.Mentre dunque l’Europa si dà un tono militare pur non avendo un esercito comune né una linea politica in quanto a Difesa, l’unica partita che starebbe nelle sue corde non la gioca. Il riferimento è alla sua sfera finanziaria. Perché il vero Dna dell’Europa come progetto sta nella sua moneta e quindi nella sua banca centrale. La notizia di ieri - fatta filtrare attraverso il Financial Times, un giornale finanziario - è secca: «La Bce rifiuta di fornire garanzie per il prestito da 140 miliardi di euro all’Ucraina». La vicenda riporta alla questione di come trattare la montagna di rubli congelati in questi anni di guerra e sbloccarli per un valore di 140 miliardi a favore della difesa ucraina. Insomma, c’è un tesoro gigantesco guardato con bramosia ma che diversi banchieri centrali dell’eurozona si riservano di toccare per paura di restarci secchi nel caso la Russia avesse ragione a far valere la intoccabilità del patrimonio congelato e quindi rimborsare l’intera somma.La Bce avrebbe concluso che «la proposta della Commissione europea viola il suo mandato» e dunque «aumentano le difficoltà di Bruxelles nel raccogliere il gigantesco prestito a fronte delle attività della banca centrale russa immobilizzate presso Euroclear, il depositario belga di titoli». «Una simile proposta non è in esame» perché probabilmente «violerebbe le norme dei trattati europei che proibiscono il finanziamento monetario, hanno ripetuto ieri dall’Eurotower.L’aspetto più importante, che smonta la retorica di questi ultimi anni, è sulla funzione della Banca centrale europea, descritta sempre come un prestatore di ultima istanza ma che - ricordatevelo - prestatore di ultima istanza invece non è e non può essere! Sempre nella ricostruzione non smentita del Financial Times, i funzionari della Commissione europea avrebbero chiesto alla Bce di garantire per i Paesi della Ue in un processo di condivisione del rischio. Per farla breve: la Commissione europea aveva chiesto alla Bce «se potesse fungere da prestatore di ultima istanza per Euroclear Bank, il braccio finanziario dell’istituzione belga, al fine di evitare una crisi di liquidità. I funzionari della Bce hanno comunicato alla Commissione che ciò era impossibile». Perché? Per due motivi. Il primo è che la Bce non può svolgere il ruolo di prestatore di ultima istanza, non può cioè finanziare i singoli governi: può surrogare com’è accaduto nelle recenti crisi, ma un conto è comportarsi «come se lo fosse», un altro è esserlo tecnicamente come invece era richiesto nel caso specifico. Il secondo motivo è quello della indipendenza della Banca centrale sancito dallo statuto e dal trattato costitutivo; un errore che gli economisti americani sottolinearono ripetutamente nella fase ascendente dell’euro. Anche la Federal Reserve è indipendente dal governo americano ma non si sottrae al ruolo di garante ultimo. Per paradosso, se al posto della Ue ci fosse stata l’America o la Gran Bretagna (Paesi con piena sovranità monetaria) questa garanzia sarebbe stata concertata e accordata. Nel caso dell’Unione no: le sue articolazioni per quanto si agitino non possono fare nulla per sostenere davvero l’Ucraina. Del resto lo stesso film lo stiamo vedendo anche rispetto al petrolio russo che, in barba alle chiacchiere, continua a transitare sulle navi pirata dallo stretto tra Danimarca e Svezia e a essere venduto per un valore pari a decine di miliardi di euro all’anno.
Federica Mogherini (Ansa)
Beppe Sala, Matteo Lepore e Stefano Lo Russo (Ansa)
Putin e Witkoff durante i colloqui a Mosca (Ansa)
Federica Mogherini e Stefano Sannino (Ansa)