2023-04-28
La controffensiva spaventa Mosca. Trincee in Crimea e a Zaporizhzhia
Le immagini satellitari rivelano sacchi di sabbia e fortificazioni. Mosca: «Non sfidateci sul nucleare. L’Ue? Rapporti ai minimi».Non si parla che di controffensiva ucraina. Ormai è chiaro a tutti che ci sarà, non si sa quando e soprattutto non si sa dove. Secondo l’Istituto per lo studio della guerra americano (Isw) i commenti rilasciati dai funzionari russi evidenziano «un’ansia pervasiva» e anche le ultime azioni lo dimostrano. La Cnn ha esaminato delle immagini satellitari che mostrano una base russa chiave del Nord della Crimea quasi completamente svuotata. La struttura, nei pressi del villaggio di Medvedivka e vicino al confine con la regione di Kherson, ospitava un numero significativo di carri armati e pezzi di artiglieria. Inoltre aumentano anche le strutture difensive della zona, dalle trincee alle barriere di cemento anticarro a forma di cuneo, conosciute come denti di drago. Fortificazioni che, sempre osservando le immagini satellitari, sono aumentate di dimensioni nelle ultime settimane. Le forze russe stanno scavando trincee anche intorno all’area di Zaporizhzia, Mosca ritiene che, oltre alla Crimea, anche quella zona possa divenire l’obiettivo della controffensiva ucraina. Non solo perché le forze russe hanno anche allestito posizioni di combattimento con sacchi di sabbia sui tetti di molti dei sei edifici che ospitano i reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo evidenzia, in questo caso, il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence, pubblicando un’immagine satellitare della centrale scattata il mese scorso. Il controllo della centrale è passato nelle mani della Russia ormai da più di un anno: dal marzo 2022. Tuttavia, conclude il ministero, «è improbabile che si verifichino danni catastrofici diretti ai reattori nella maggior parte degli scenari plausibili che prevedono l’uso di armi di fanteria, poiché le strutture sono molto rinforzate».La Russia in ogni caso non prevede che ci sarà un’escalation nucleare in Ucraina, ma attraverso le parole di Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo, si capisce che non si possa escludere del tutto: «Faremo tutto il possibile per impedire lo sviluppo di eventi secondo lo scenario peggiore, ma non a costo di violare i nostri interessi vitali. Non consiglio a nessuno di dubitare della nostra determinazione e di mettere alla prova la nostra pazienza nella pratica». Il governo di Mosca infatti continua a criticare la fornitura di armi occidentali all’Ucraina e l’espansione della Nato a Est: «Violano deliberatamente i nostri interessi fondamentali, creano deliberatamente rischi e alzano la posta in gioco nel confronto con la Russia», ha denunciato Zakharova. Gli alleati della Nato e i partner del gruppo di contatto sull’Ucraina hanno fornito a Kiev 1.550 veicoli blindati e 230 carri armati. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha precisato: «Oltre il 98% dei veicoli da combattimento promessi all’Ucraina sono stati consegnati». Armi che però finora non sono bastate a respingere l’aggressione russa, tanto che i vertici ucraini continuano a chiedere mezzi diversi: caccia F16 nello specifico. «Dare all’Ucraina gli F16 sarebbe un deterrente verso la Russia invece che una provocazione. È tempo di fare questo passo», ha scritto sui social il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.La situazione è tesa e lo ha ribadito ancora una volta anche il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: «Le relazioni tra Russia ed Europa sono degradate al livello più basso possibile». Il commento, in questo caso, si riferisce alle recenti espulsioni di diplomatici russi da nazioni europee, in particolare Svezia e Germania. «Ogni passo del genere, come l’espulsione di diplomatici, restringe de facto le basi per il proseguimento delle relazioni diplomatiche in quanto tali. E, naturalmente, non può rimanere senza una sorta di reciprocità», ha detto Peskov ai giornalisti.Continua a far parlare la mossa a sorpresa della Cina il cui presidente, Xi Jinping due giorni fa ha deciso di chiamare il presidente ucraino Volodomyr Zelensky. Partecipazione che anche le Nazioni Unite hanno accolto con favore. «Incoraggiamo la partecipazione di tutte le nazioni chiave del mondo, inclusi ovviamente i membri del Consiglio di sicurezza, nei contributi che possono dare alla risoluzione della crisi che colpisce Ucraina e Russia», così il viceportavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Farhan Haq. Anche il Cremlino non ha mancato di commentare la suddetta telefonata, dicendo che durante la sua visita del mese scorso a Mosca, il presidente cinese, Xi Jinping, non ha discusso con quello russo, Vladimir Putin , di un ritorno dell’Ucraina alla piena sovranità sul suo territorio nei confini del 1991. La guerra coinvolge da tempo anche la stampa. Il ferimento del giornalista italiano Corrado Zunino e la morte del suo fixer Bogdan Bitik a causa dei colpi sparati da un cecchino russo, hanno indignato tutto il mondo. Mentre la Russia ha nuovamente vietato l’accesso consolare al reporter del Wall Street Journal in carcere. Mosca ha respinto la richiesta dell’ambasciata degli Stati Uniti per una visita «a causa della situazione relativa al rifiuto dei visti per i giornalisti russi a recarsi a New York». Lo ha detto il ministero degli Esteri russo, che ha aggiunto: «È stato sottolineato in particolare che tale atto di sabotaggio, volto a ostacolare il normale lavoro giornalistico, non rimarrà senza ritorsioni».
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)