2021-02-06
Tutti in rivolta contro l’ipotesi patrimoniale
La Corte dei conti definisce «auspicabile» l'introduzione dell'imposta e scatena la rabbia del mondo produttivo. Confedilizia: «Sul mattone c'è già. E si parla di rimettere balzelli sulla prima casa». I commercialisti: «Così si allontanano gli investitori esteri». In un momento in cui l'economia italiana è in grave difficoltà, la Corte dei conti suggerisce il ricorso a una patrimoniale che, secondo i magistrati contabili, permetterebbe una più equa redistribuzione della tassazione Irpef, quella che al momento grava (in percentuale) maggiormente sulla fascia di reddito che va dai 28.000 ai 55.000 euro annui. Secondo il quadro delineato ieri dal presidente della Corte dei conti, Guido Carlino, in un'audizione nelle commissioni riunite finanze di Camera e Senato sulla riforma dell'Irpef, l'evasione resta «a tutt'oggi il più rilevante vulnus all'equità» del sistema fiscale, con una concentrazione negli anni quasi esclusiva del prelievo sui redditi da lavoro dipendente e pensione. In particolare, spiega, visto che i redditi intermedi sono «eccessivamente gravati dall'Irpef» è quindi «necessario procedere a una riduzione dell'onere fiscale». In più, specificano i magistrati contabili, si tratterebbe di un'operazione da considerare «anche se non si volessero affidare al prelievo patrimoniale ulteriori finalità redistributive o di reperimento di risorse».Secondo Carlino, per avere maggiore equità e garantire comunque gettito alle casse dello Stato, la soluzione migliore potrebbe essere una patrimoniale che interessi tutto il patrimonio personale e famigliare e non solo il conto corrente, come avvenne nel caso dell'operazione voluta dal governo di Giuliano Amato nel 1994.La proposta della Corte dei conti interesserebbe quindi beni primari come gli immobili (quindi anche la prima casa) ma anche gli investimenti o la previdenza complementare e molto altro. Carlino ha spiegato che «una valutazione preliminare dovrebbe riguardare la caratteristica del prelievo, che da reale potrebbe essere trasformato in personale, considerando dunque tutte le forme di patrimonio ed, eventualmente, la base familiare anziché individuale». I costi per fronteggiare la pandemia i prossimi anni richiederanno un «considerevole sforzo fiscale», ha sottolineato il presidente della Corte dei conti, un aspetto che «non si può ignorare» se si parla di riforma dell'Irpef: «Sarà dunque necessario guardare all'efficienza e all'equità del sistema tributario nel suo complesso, ipotizzando varie forme di ricomposizione del contributo dei prelievi diretti e indiretti alla copertura del bilancio».La proposta della Corte dei conti comporterebbe dunque un ripensamento nella sua interezza delle modalità con cui avverrebbe il prelievo sul patrimonio e avrebbe come dichiarato obiettivo quello di evitare in tutti i modi che i contribuenti possano trovare i modi più disparati per eludere un'eventuale nuova imposta sul patrimonio da pagare. La revisione dell'Irpef, ha ribadito inoltre Carlino, «dovrebbe essere preceduta da una chiara definizione degli obiettivi che con questa imposta si vogliono raggiungere» perché solo così si «potranno essere sciolti alcuni problemi di rilievo».Viene, quindi, da chiedersi come sia possibile anche solo pensare a una patrimoniale in un momento in cui gli italiani stanno fronteggiando una crisi senza precedenti sotto il profilo finanziario e sanitario. Non è un caso se, non appena la Corte dei conti ha avanzato l'ipotesi di una patrimoniale, in tanti hanno levato gli scudi sottolineando che oggi molti italiani non avrebbero i soldi per pagare nuove tasse perché nel 2020 hanno perso il lavoro, sono finiti in cassaintegrazione o, da professionisti autonomi, non hanno percepito un euro di fatturato. «Come Confedilizia siamo ampiamente contrari al ricorso a una patrimoniale e a qualsiasi nuova imposizione», ha detto ieri alla Verità il presidente dell'associazione, Giorgio Spaziani Testa, «Noi siamo contrari al concetto stesso di patrimoniale perché crediamo che il sistema tributario dovrebbe basarsi su una capacità contributiva che emerga dal reddito. Va detto, inoltre, che noi stiamo già scontando una patrimoniale sugli immobili, una imposta pesante da 22 miliardi che chiediamo di diminuire, anche se la patrimoniale proposta dalla Corte dei conti non diventasse realtà». Spaziani Testa ha anche ricordato «che la Corte dei conti ieri ha fatto sapere di ritenere ineludibile anche un ritorno dell'Irpef sulla prima casa, una tassazione quindi di un reddito che non c'è, a meno che non si decida di tornare a rimettere l'Imu anche sulla casa in cui si risiede. Insomma, o Irpef o Imu, basta che si tassi la prima casa».Anche il mondo dei commercialisti si oppone all'idea di una patrimoniale. «La posizione dell'Associazione nazionale commercialisti è assolutamente contraria all'ipotesi di una nuova imposta sul patrimonio», spiega il presidente Marco Cuchel. «Noi da tempo chiediamo che vi sia una totale revisione del sistema fiscale per alleggerire il peso sulle spalle dei contribuenti, tra i più alti d'Europa, e gestire meglio il gettito fiscale. Non dimentichiamo nemmeno che sono in partenza milioni di cartelle esattoriali che saranno un'ulteriore mazzata per gli italiani. Senza considerare che, così facendo, penalizzi il mercato interno e quello esterno. Con questi presupposti, non si può certo pensare di attrarre investitori esteri nel nostro Paese». Il tema di un eventuale ricorso alla patrimoniale desta dunque diverse preoccupazioni e divide. Da un lato c'è chi ritiene che per far fronte alla situazione serva maggiore gettito fiscale, dall'altro chi pensa che questo non sia il momento per chiedere agli italiani di mettere ancora mano al portafoglio. La Verità ha contattato diversi istituti come Assoprevidenza, Assofondipensione, Aiba, Ania, Assogestioni, l'Associazione di categoria dei broker assicurativi e hanno tutte preferito non commentare la questione.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)