2024-04-10
Trombosi, Astrazeneca dovrà fornire i dati
Dosi di vaccino Astrazeneca (Ansa)
Il colosso è stato condannato a rilasciare le informazioni sui danni del farmaco in una causa intentata da una danneggiata tedesca ora disabile. L’azienda ha sempre rifiutato un accordo con la donna: «Era obesa, il virus avrebbe potuto essere letale»Due giorni fa, la sezione civile dell’Oberlandesgericht (Olg), il Tribunale regionale superiore di Bamberga nel nord della Baviera, ha condannato Astrazeneca a fornire informazioni complete sugli effetti collaterali del suo vaccino Vaxzevria, nella misura in cui questi includono la trombosi con sindrome trombocitopenica (Tts). Le informazioni devono essere riferite al periodo che va dal 27 dicembre 2020, data in cui era stato approvato il vaccino, al 19 febbraio 2024. La causa civile, tra le prime in Germania contro un produttore di vaccini anti Covid, è stata intentata da una donna dell’Alta Franconia che si dichiara danneggiata da Vaxzevria. Ramona K, che oggi ha 33 anni, lavorava in un’azienda di Hof occupandosi della gestione del sistema informatico. Si vaccinò il 10 marzo 2021. «Non era obbligatorio, ma c’era una pressione di fondo. Ci venne detto “possiamo dare il buon esempio”. Era una richiesta indiretta, semplicemente confezionata in modo diverso», raccontò al settimanale Bild. Dopo quella dose ebbe febbre, mal di testa e dolori muscolari, fastidio al basso ventre, le fu diagnosticata una trombosi venosa intestinale. Passò quattro giorni in coma in terapia intensiva, alla fine fu necessario rimuovere tre metri di intestino. Non può più lavorare, è gravemente disabile. Ha chiesto ad Astrazeneca 250.000 euro come indennizzo e fino a 600.000 euro per menomazioni che si stanno manifestando, oltre al rilascio dei documenti degli studi clinici e tutte le interazioni con il vaccino. La sezione civile dell’Olg ha disposto il rilascio delle sole informazioni riguardanti la malattia della ricorrente. In linea di principio, il tribunale regionale superiore di Bamberga ritiene che il vaccino sia in grado di provocare trombosi e l’azienda deve presentare una dichiarazione esauriente, inizialmente accessibile solo alle parti in causa. Una volta che le informazioni saranno disponibili, potrà nominare un esperto. Nel gennaio del 2023, infatti, il tribunale regionale di Hof respinse la causa di Ramona senza una perizia e gli avvocati del colosso farmaceutico anglo svedese hanno finora escluso un accordo con la signora, facendo riferimento a quella sentenza contro la quale la signora si è opposta. Pensare che Astrazeneca vuole aumentare di quasi 2 milioni l’anno in più il compenso per il suo ad, Pascal Soriot, portandolo a 18,7 milioni di sterline, ma non tira fuori un penny per i danneggiati.Uno dei legali del colosso, Henning Moelle, dichiarò: «Il 10 marzo 2021, esattamente il giorno della vaccinazione, l’Istituto Paul Ehrlich era a conoscenza di 30 casi di trombosi su cinque milioni di dosi somministrate. Questo non è superiore al normale rischio di trombosi nel gruppo di confronto». Sostenne che nessun collegamento tra vaccinazione e trombosi era stato dimostrato. L’avvocato di Ramona, Volker Loeschner, contestò inutilmente: «I numeri non sono corretti. Sappiamo che l’allora cancelliere Angela Merkel era già a conoscenza di 2.000 casi di trombosi dopo la vaccinazione». Rileggere quella sentenza apporta la necessaria dose di indignazione, per non smettere di invocare una giustizia meno asservita a politica e potere. I giudici respinsero la causa della donna perché «non è stato possibile identificare un difetto del prodotto o un errore di informazione in relazione al vaccino». Ramona dovette sostenere le spese della controversia legale. Venne preso per buono quello che Astrazeneca sosteneva, cioè che la signora «soffriva di obesità di terzo grado al momento della vaccinazione e aveva un rischio individualmente molto elevato di progressione della malattia grave o mortale in caso di infezione da Covid». Che l’approvazione del loro vaccino «era stata preceduta da uno studio condotto su oltre 24.000 soggetti, dal quale non è emersa alcuna evidenza di un aumento dell’incidenza di eventi trombotici, in particolare di Tts». Non solo, i legali ricordarono che «immediatamente dopo la vaccinazione controversa» di Ramona K, «l’11 marzo 2021, il Prac (Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’Ema) ha confermato che i benefici del vaccino nella lotta contro la minaccia ancora diffusa del Covid-19, che di per sé causa problemi di coagulazione e può essere fatale, continuano a superare il rischio di effetti collaterali». Addirittura passò per buona la tesi che «quanto migliore è l’efficacia terapeutica del farmaco e quanto più grave è l’indicazione, tanto più possono essere tollerati effetti avversi ancor più gravi». Come dire, disabili e morti finiscono nel conto benefici.Si concluse che non era possibile reclamare perché «non esiste alcuna prova che le informazioni sul prodotto», vaccino, «non corrispondano allo stato delle conoscenze scientifiche all’epoca dei fatti». Un portavoce di Astrazeneca si limitò a dire: «La nostra comprensione per coloro che hanno segnalato problemi di salute». Un po’ come dichiara l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, quando viene avvicinato dai danneggiati dal vaccino che aveva imposto.L’avvocato Loeschner considera la decisione dell’Olg come una vittoria di tappa. «Manda il segnale ad altri procedimenti che i tribunali non possono decidere su tali questioni senza il parere di esperti», riportano i maggiori quotidiani tedeschi.
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