2020-12-30
Trappola francese: Stx non va a Fincantieri
A quasi 4 anni dall'accordo con François Hollande, a tre da quello con Emmanuel Macron e dopo quattro proroghe, Parigi fa naufragare la cessione all'Italia di un asset strategico. È bastato rivolgersi all'Ue, incapace di prendere una decisione. Un altro fallimento dell'Europa.A quasi 4 anni dall'accordo chiuso con François Hollande, a circa tre da quello siglato con il suo successore Emmanuel Macron e dopo ben quattro proroghe, l'acquisizione dei cantieri Stx di Saint Nazaire da parte di Fincantieri si accinge a saltare definitivamente. Domani scade infatti la quarta proroga messa in campo dal governo francese per dare tempo anche all'antitrust europeo di pronunciarsi in merito a possibili conflitti o contrasti di mercato. La Commissione Ue, interpellata da Afp, ha fatto sapere di non essere in grado di emettere un parere in tempo utile, «lamentando di non aver ricevuto parti di informazioni necessarie all'indagine sugli impatti concorrenziali». Fincantieri contattata dalla Verità ribadisce concetti già comunicati nei mesi precedenti e sostiene di aver inviato tutto il materiale richiesto. Insomma i nodi politici emergono in tutta la loro chiarezza e appare altrettanto limpido l'uso che la Francia ha fatto delle sovrastrutture Ue con l'idea chiara di far naufragare la cessione all'Italia di un asset strategico. Nell'aprile del 2017 l'allora presidente Hollande aveva chiuso il primo accordo. A Fincantieri il 48%, a Cassa di risparmio di Trieste circa il 6%, ai parigini di Dcns il 12% e infine allo Stato francese il 33%. Chiaramente il controllo sarebbe finito saldamente nelle mani del gruppo guidato da Giuseppe Bono. Motivo per cui appena salito al potere Macron si è tenuto un incontro con Paolo Gentiloni e i due colleghi dell'Economia e il neo presidente ha cambiato le carte in tavola. A settembre del 2017 Macron ha comunicato l'intenzione di non voler cedere il controllo e di rivedere gli schemi di acquisizione. Qualche mese di trattative - nelle quali sia Gentiloni che Pier Carlo Padoan hanno mostrato la stessa aggressività di un peluche per bambini - e i francesi hanno chiuso un nuovo accordo datato 2 febbraio 2018. L'opzione in questo caso prevedeva lo stop degli italiani al 50% e la possibilità di avanzare al 51% solo successivamente e a determinate condizioni. Chiaramente Macron aveva già portato a casa la sua vittoria patriottica. Accontentando le municipalità locali e i sindacati con l'assegnazione di quote ai dipendenti e a Naval group, il colosso d'oltralpe concorrente di Fincantieri. Nonostante tutto rimanevano ancora un po' di margini per andare avanti. Cosa che Bono ha cercato di fare in questi mesi. Infatti nella sue gestione politica della vicenda, Macron ha omesso ogni accenno alle possibilità di fare sinergie e di portare nuovo lavoro, rimaste in nuce. Alla fine del 2018 il governo francese ha cambiato strategia. Tirando su il classico muro di gomma. Dal momento che l'antitrust di Parigi aveva già dato parere positivo all'acquisizione, l'Eliseo si è rivolto a quello Ue che in due anni non ha saputo prendere una decisione. Nessuno ha le prove. Ma bisognerebbe scrivere che non ha voluto prendere una decisione, finendo con l'assecondare le volontà di Macron che non è in alcun modo disposto a immaginare reciprocità nei rapporti bilaterali a cavallo delle Alpi. Le aziende francesi possono entrare in Tim, Mediaset e conquistare il 90% della moda italiana. Oppure può acquisire banche. Ma il contrario non è permesso. Per Parigi l'Italia deve rimanere un mercato di consumi. Non un player manifatturiero. È chiaro che lo stop all'acquisizione dei cantieri di Saint Nazaire è anche il fallimento dell'Europa che assiste impotente al consolidamento delle proprie eccellenze. Confermando ai mercati internazionali che il Vecchio continente non è più all'altezza di stare al passo con Stati Uniti e Cina. Migliaia di parole buttate al vento per celebrare l'importanza di fare economia di scala per fronteggiare la concorrenza e poi quando c'è da tirare le fila Bruxelles non riesce ad andare oltre il feudalesimo. Perché la scelta di Macron va inquadrata in uno schema più ampio. Fincantieri è già leader della cantieristica mondiale. Per questo tratta direttamente con Cornival e opera in Cina. Sul fronte militare Bono ha candidato l'azienda a essere leader del proprio settore all'interno della Difesa unica europea. La Verità ha più volte criticato lo schema di concambio. Il rischio è cedere a francesi e tedeschi il monopolio dei cieli e quindi mettere in un angolo Leonardo senza avere la certezza di prendere il pallino del mare. A metà strada tra i due mondi c'è infatti l'elettronica che è diventata il vero valore aggiunto. Sia su una nave che su un aereo. Ed è proprio in questa terra di mezzo che i francesi sono pronti a tirarci il collo. Non a caso il progetto di partnership tra Fincantieri e Naval group sul militare procede. Ha commesse in ingresso importanti come quella sui pattugliatori europei. A questo punto bisogna chiedersi che impatti avrà lo stop su Stx. Fincantieri tira dritto. Ha fatto sapere che sul militare non cambia strategia (anche se non potrà mai fidarsi fino in fondo dei francesi) e sul civile aspetta che finisca la pandemia per riprendere il trend delle commesse messe in stand by fino a marzo. Farà nuovo debito o un aumento di capitale per crescere nel comparto infrastrutture o nella cyber security. Ma la vera domanda è cosa farà Giuseppe Conte la prossima settimana? Manderà giù il rospo e starà zitto come sta facendo di fronte alle manovre francesi in Egitto? Temiamo di sì.