2024-08-19
Torna il rischio di guerra civile in Libia
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Sta tornando a salire la tensione in Libia. Nei giorni scorsi, le truppe del generale Khalifa Haftar hanno avviato una mobilitazione nella parte sudoccidentale del Paese, ufficialmente per “proteggere i confini e rafforzare la sicurezza nazionale”. Una circostanza, questa, che ha messo in allarme il governo di Tripoli.“Invitiamo tutte le parti a esercitare la massima moderazione e a evitare qualsiasi azione militare provocatoria che potrebbe essere percepita come offensiva”, ha dichiarato l’Unsmil. “L'uso della forza danneggerebbe la stabilità in Libia e porterebbe a sofferenze umane. Dovrebbe essere evitato a tutti i costi”, ha aggiunto l’Unione europea. Insomma, sta crescendo il timore che il Paese nordafricano possa presto scivolare in una nuova guerra civile. D’altronde, secondo The Arab Weekly, uno degli attuali obiettivi di Haftar sarebbe proprio quello di mettere sotto pressione il governo di Tripoli da Sud. E attenzione: le preoccupazioni non riguardano soltanto la Libia a livello interno ma anche la stabilità dell’intera regione. La mobilitazione militare, avviata dal generale della Cirenaica, ha infatti irritato profondamente l’Algeria, che, almeno dal 2020, non è granché in buoni rapporti con Haftar. Nel frattempo, proprio mentre la mobilitazione stava cominciando, si sono recati in visita in Egitto il figlio del generale, Belgassem (che è a capo del Libyan Development and Reconstruction Fund), e il premier dell’Est libico, Osama Hammad. I due sono, in particolare, stati ricevuti al Cairo dal primo ministro egiziano, Mustafa Madbouly. Insomma, Haftar sta giocando su più tavoli. Da una parte, aumenta la pressione militare su Tripoli e Algeri; dall’altra, rafforza i suoi legami con l’Egitto. Tutto questo, senza ovviamente dimenticare la Russia. Non è un mistero che il generale della Cirenaica sia storicamente spalleggiato da Mosca. Inoltre, negli scorsi mesi, ha ulteriormente stretto i suoi legami con il Cremlino nel settore della difesa. Vladimir Putin vede del resto nella parte orientale della Libia un’area cruciale per mantenere la propria influenza politico-militare sul Nord Africa. Era giugno scorso, quando il viceministro della Difesa russo, Yunus-Bek Yevkurov, si impegnò a rafforzare le capacità delle truppe di Haftar. Il mese prima, il figlio del generale aveva detto che le aziende di Mosca erano “benvenute” per partecipare alla ricostruzione libica. Quello che non è al momento del tutto chiaro è la posizione della Turchia, che – storicamente – spalleggia il governo di Tripoli. A fine luglio, Belgassem si era incontrato ad Ankara col ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. Dobbiamo ritenere che si stia profilando l’eventualità di un disgelo tra Haftar e la Turchia? Oppure le recenti manovre militari del generale torneranno a irritare Recep Tayyip Erdogan? Per il momento, non lo sappiamo. L’unica cosa certa è che la tensione sta tornando a salire. E che la destabilizzazione regionale potrebbe presto aumentare.
Roberto Burioni ospite a «Che tempo che fa» (Ansa)
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