2025-09-28
I pro Pal attaccano ancora la polizia. Sassi e vetri per «bloccare» Torino
Un momento della manifestazione pro pal di Torino (Ansa)
Dopo Milano (60 agenti feriti), ieri i manifestanti «umanitari» hanno replicato la guerriglia per invadere l’aeroporto e la sede di Leonardo. Lanciati anche petardi. Vandalizzato il murale in memoria di Kirk.Le proteste pro Pal sono state quasi del tutto monopolizzate dall’estrema sinistra, con l’Unione sindacale di base (Usb) che sta facendo la parte del leone. Grazie al ritorno mediatico dello sciopero di lunedì scorso, e grazie all’«agitazione permanente» che si è concretizzata nel progetto «100 piazze per Gaza», l’Usb ha di fatto messo alle corde Maurizio Landini. E il segretario della Cgil, nel goffo tentativo di recuperare posizioni, ha immediatamente alzato i toni, minacciando nuovi scioperi in caso la Flotilla non riuscisse a raggiungere la Striscia. Del resto, se vuole realizzare il suo sogno, cioè diventare il leader del Pd, Landini non può certo permettersi di fare la figura del pollo nel momento topico in cui la sinistra ha rimesso piede in piazza.Consegnare le proteste ai sedicenti «antagonisti», tuttavia, significa anche riportare odio e violenza nelle strade. Violenza sia verbale che fisica, dagli scontri con le forze di polizia ai muri imbrattati con scritte inqualificabili. A Torino, per esempio, i pro Pal avevano subito lasciato la loro firma prendendosela con Giorgia Meloni, il cui nome era stato messo in un mirino su una parete della stazione di Porta Susa. Su un pilone, poi, si poteva anche leggere «Meloni come Kirk», soffiando così sul fuoco dell’assassinio politico. E sempre con Charlie Kirk, non a caso, se la sono presa ieri gli antifascisti sabaudi, imbrattando un murale dedicato al giovane influencer repubblicano. Quest’opera, inaugurata venerdì a Parco Dora nell’ambito del festival culturale «Giovani adulti» promosso dalla Regione Piemonte, è stata vandalizzata già nella notte con scritte come «più Kirk» e «Acab», noto insulto rivolto alle forze dell’ordine. Il messaggio lasciato dagli estremisti di sinistra era inequivocabile: «Parco Dora è della gente, non di chi semina odio». Commentando questo ignobile sfregio, l’assessore piemontese Maurizio Marrone (Fdi) ha spiegato che «nel consiglio di circoscrizione di quello stesso quartiere la sinistra era uscita dall’aula durante il minuto di silenzio per Kirk. Ora non possono negare che questi sono i frutti della loro campagna d’odio».I pro Pal, in ogni caso, non si sono limitati a imbrattare i muri. Ieri, sempre a Torino, sono proseguite le manifestazioni di protesta a sostegno di Gaza e della Flotilla. Nel pomeriggio, da piazza Crispi è partito un corteo, preceduto da una sfilata di biciclette, che puntava all’aeroporto di Caselle. Al grido di «blocchiamo tutto», gli antifascisti hanno esposto uno striscione con su scritto: «Fermiamo il Terzo Reich israeliano che ammazza i bambini e i giornalisti». All’interno dell’aeroporto, i manifestanti puntavano in particolare alla sede di Leonardo, accusata di essere «complice del genocidio a Gaza». All’uscita dalla città, il corteo si è imbattuto in un cordone della polizia, che sbarrava la strada verso Caselle. E gli estremisti di sinistra hanno tentato di forzare il blocco. «Siete pregati di farci passare, lo chiediamo alla vostra umanità», hanno detto i manifestanti poco prima di iniziare a lanciare bottiglie di vetro, sassi, fumogeni e grossi petardi contro gli agenti, che hanno dovuto rispondere all’attacco utilizzando idranti e lacrimogeni.L’ondata di mobilitazioni, tuttavia, si è estesa ben oltre Torino. All’iniziativa «100 piazze per Gaza» hanno aderito numerose città italiane: a Torino, Milano, Firenze e Roma, infatti, si sono aggiunte anche Pisa, Bari, Napoli, Bologna, Ancona e Trieste. E la lista potrebbe allungarsi da qui alla manifestazione nazionale del 4 ottobre nella Capitale. A spiccare sono, in particolare, gli accampamenti di tende e camper allestiti in piazza della Scala a Milano e in piazza dei Cinquecento a Roma. In entrambi i presidi hanno fatto capolino anche i militanti di Potere al popolo, espressione della galassia dei centri sociali. A menare le danze, però, sono sempre i sindacalisti dell’Usb, che da piazza della Scala hanno dichiarato: «Chiediamo al sindaco Sala, alla giunta comunale e a ogni consigliere di sciogliere definitivamente il gemellaggio della città di Milano con Tel Aviv, dando un segnale politicamente tangibile di rifiuto delle violenze messe in atto dal colonialismo sionista».Anche da piazza dei Cinquecento le richieste sono le stesse: gli occhi dei partecipanti al presidio romano sono «tutti puntati su Gaza, sulla Palestina e sulla Flotilla, ciò che chiediamo è che vengano interrotte tutte le relazioni con Israele», ha affermato Giulia Calò, la coordinatrice nazionale di Potere al popolo. «Chiunque voglia partecipare», ha aggiunto, «può portare la sua tenda e unirsi a noi». I militanti dell’estrema sinistra, infine, hanno ribadito di essere «pronti a un eventuale sciopero generale».Sempre nella Capitale, peraltro, si sono rivisti anche gli attivisti di Ultima generazione, che ieri hanno tentato di incatenarsi alle balaustre fisse poste a presidio della sede del Senato. L’obiettivo era iniziare uno sciopero della fame per la Palestina. Il blitz, però, non è riuscito a causa dell’intervento delle forze dell’ordine, che hanno fermato e condotto in Questura 13 ambientalisti.
Nel riquadro, Angelo Dellupi (IStock)
Maria Elena Delia (Getty Images)