2023-02-01
«Tutela dell’ambiente e difesa dell’uomo contro il culto green»
Toni Brandi (Imagoeconomica)
Il presidente di Pro vita Toni Brandi: «La transizione ecologica è un business miliardario che conviene molto a pochi».«Custodire l’ambiente, custodendo l’uomo»: è questo il tema della conferenza stampa organizzata domani, giovedì 2 febbraio, dal movimento Pro vita & famiglia. Parteciperanno, dalle 11 all’hotel Nazionale di via Monte Citorio 131 a Roma, scienziati, professori ed esperti. Un evento nato con lo scopo di «scardinare le pericolose bugie dell’ambientalismo radicale che minaccia la vita umana sulla Terra». Ne abbiamo parlato con Toni Brandi, presidente del movimento Pro vita e famiglia. Oggi sembra che tutela dell’ambiente e difesa della vita siano in contrapposizione. Il neo malthusianesimo vuole portare l’umanità a una felice decrescita demografica. Come si conciliano questi due aspetti? «La tutela dell’ambiente e la difesa della vita non possono essere in contrapposizione. Ma l’eugenetica e il neo-malthusianesimo, sposati con l’ambientalismo animalista hanno generato una nuova “religione verde”, i cui sommi sacerdoti siedono al forum di Davos e sugli scranni più alti dell’Ue e dell’Onu. Il dogma di base è: il riscaldamento globale causato dall’uomo con la CO2 causa la fine del mondo, quindi bisogna ridurre la popolazione promuovendo contraccezione, aborto ed eutanasia, a scapito dalle persone fragili, imperfette, povere, e delle donne. Dietro ai proclami fatti per “salvare il pianeta”, si richiedono immensi “sacrifici umani”: rinunciare alle comodità e al benessere, mangiare insetti e soprattutto non fare figli». L’uomo è veramente il cancro del pianeta? «L’uomo non è il cancro del pianeta ma la sua più grande risorsa, necessario anche per la salvaguardia dell’ambiente. Certo, è vero che le multinazionali troppo spesso abusano del creato a scopo di profitto, però, l’uomo che costruisce ciminiere è lo stesso che inventa i depuratori. Gli esseri umani (soprattutto dove c’è una civiltà cristiana) sono artefici del progresso per la società e la cura dell’ambiente, grazie a istruzione, impresa, ricerca scientifica, investimenti e tecnologia, rispetto dei diritti sociali e umani».Quali interessi potrebbero esserci dietro questa ideologia? E perché? «Dal punto di vista economico, la transizione green è un business miliardario che conviene molto ad alcuni (pochi, ricchi e potenti) che vivono nel lusso e viaggiano su jet privati, ai cinesi che producono i pannelli solari, a chi produce i “combustibili rinnovabili" e a chi incassa i fondi milionari per la transizione ecologica. Dal punto di vista politico, il catastrofismo climatico che sparge terrore per la prossima fine del mondo - soprattutto tra i giovani - conviene al potere: con la paura le masse sono docili, disposte a subire soprusi e abusi, a mangiare insetti e a fare la doccia fredda. Abbiamo già visto la paura del Covid cosa ci ha fatto mandar giù, senza protestare». Come mai voi volontari di Pro vita e famiglia vi occupate di difesa dell’ambiente? «Chi promuove il diritto alla vita di ogni persona, dal concepimento alla morte naturale, non può non promuovere anche la cura della casa in cui la vita si svolge. Ma prima di tutto ci battiamo per quella che Benedetto XVI ha chiamato l’ecologia umana, a salvaguardia della vita, dell’integrità e della dignità dell’essere umano. Che è il grande “principio non negoziabile”. Insomma, vogliamo la custodia dell’ambiente con l’uomo e per l’uomo». Chi ci sarà alla conferenza stampa? «Ci sarà una nutrita rappresentanza degli scienziati “anticatastrofisti” che hanno pubblicato Dialoghi sul clima, tra emergenza e conoscenza, edito da Rubbettino, tra cui Franco Battaglia, professore di chimica fisica dell’Università di Modena, che i lettori della Verità conoscono bene perché da parecchi mesi scrive con una certa frequenza a proposito delle fake news sul riscaldamento globale. Ci sarà poi il professor Stefano Masini, capo area ambiente e territorio di Coldiretti e Riccardo Cascioli direttore de La Nuova Bussola Quotidiana».
13 ottobre 2025: il summit per la pace di Sharm El-Sheikh (Getty Images)
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