2021-05-06
«Toghe, 007, Scaroni e il faccendiere tramavano per far fuori Descalzi»
Un ex dipendente del Cane a sei zampe riferì ai magistrati milanesi, già nel maggio del 2019, che l'avvocato lo aveva informato di un misterioso gruppo di potere interessato a silurare l'ad. Ma la Procura ignorò la notizia.Prende sempre più le sembianze di una faida che puzza di soldi e petrolio, quella che scorre nei verbali dell'avvocato Piero Amara, specializzato in accuse a magistrati e coccolato da più di una Procura, ma smentito varie volte. Nelle dichiarazioni a singhiozzo sui tentativi di inquinare processi e aziende di Stato, le nomine delle toghe e sulle confessate corruzioni giudiziarie condite di massoneria deviata, la ormai famosa loggia Ungheria, della quale farebbero parte 40 persone (il cui elenco però Amara non ha consegnato a chi indaga), sembra essere centrale un appunto che Amara ha denominato Keepwild nel suo computer. Tra le vicende descritte nell'appunto, che i pm Laura Pedio e Paolo Storari hanno cercato di approfondire, c'è quella che riguarda Paola Severino, legale dell'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi. «L'obiettivo della Severino era quello di ridimensionarmi rispetto alle tematiche che seguivo per l'Eni». Ovviamente per Amara anche Severino, che voleva cacciarlo, fa parte di Ungheria. Peccato che l'ex ministro abbia già detto alla Verità di aver scoperto il nome della loggia solo sui giornali. Subito dopo il leguleio siracusano piazza nella loggia anche un altro avvocato, cioè «Fabrizio Siggia». Siggia è stato avvocato di Vincenzo Armanna in Opl 245, ma poi ha lasciato l'incarico perché il manager amico di Amara si era reso irreperibile, accusando l'assistito di dire falsità. Poi, non si sa per quale motivo, Amara ha piazzato nella loggia Andrea Gemma, che era nel cda di Eni. Come tanti prima di lui, ieri, ha precisato alla Verità: «Non conosco Amara, non so né posso sapere se esista o meno questa loggia Ungheria, ma so con assoluta certezza che non ne ho mai sentito parlare e, naturalmente, non ne ho fatto parte». Ma da quanto tempo in Procura a Milano si era incominciato a parlare di logge o fantomatici gruppi di potere? Storari, indagato per violazione di segreto d'ufficio a Brescia, sceglierà di consegnare il 20 aprile del 2020 all'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo i verbali di Amara. Quest'ultimo aveva iniziato a parlare con i magistrati milanesi il 18 novembre del 2019. Storari e Pedio lo sentono nel procedimento sul falso complotto di Siracusa. A guardare le date dei verbali, Amara avrebbe iniziato a fare cenno per la prima volta alla loggia Ungheria proprio il 6 dicembre. Nel maggio di quell'anno, però, un ex dipendente Eni aveva già raccontato dell'esistenza di un non precisato gruppo di potere di cui faceva parte proprio Amara. Quindi in Procura era passato più di un anno da questa notizia e non si era mossa una foglia. Forse perché avrebbe danneggiato il processo nigeriano dove Descalzi e l'ex numero uno dell'Eni Paolo Scaroni erano rinviati a giudizio per corruzione internazionale? È il 30 maggio del 2019 a Milano. Quel giorno negli uffici di Storari si presenta Salvatore Carollo, un ex dipendente dell'azienda di San Donato. Dal 1991 si è occupato di trading e negoziazioni commerciali. Ha lavorato in Sicilia, sua terra natia, a Londra e Amsterdam. Nel 2013 è andato in pensione, quindi è ritornato a Roma dove è diventato direttore di Assomineraria. A quanto sostiene Carollo, il primo incontro con Amara avvenne nel 2015, dopo una certa insistenza dell'avvocato siciliano. L'obiettivo della visita era quello di lanciare una società di trading petrolifero, per questo serviva una sua consulenza. All'inizio Carollo rifiuta. Ma pochi giorni dopo si presenta a casa sua a Palombara Sabina, insieme con Francesco Mazzagatti, amministratore della Napag trading limited. «Mi dissero che Mazzagatti aveva un suocero che aveva diverse imprese in Iran che trattavano costruzioni varie e che, in virtù di questo inserimento nel mondo iraniano sarebbe riuscito a ottenere prodotti petroliferi». Parte del verbale sulla cena è coperto da omissis. Carollo, dopo i ricordi di quattro anni prima, ritorna al presente. «Circa dieci giorni fa (quindi siamo al 20 maggio 2019) sono stato contattato da Amara da un numero sconosciuto. Mi ha mandato un messaggio Whatsapp dicendomi che avrebbe avuto piacere di organizzare un incontro tra le nostre famiglie». L'incontro avviene il 12 maggio, al centro Don Orione dove il figlio di Carollo gioca a calcio. «Amara è venuto all'intervallo, mi è parso piuttosto agitato, mi ha detto molte cose, era come un fiume in piena. Mi disse che aveva passato un periodo terribile, “un incubo" e io dissi “sì lo so ho visto la tua intervista su Report"». A questo punto Amara chiede di inviare un messaggio a Roberto Casula, dipendente Eni indagato sia nella vicenda Nigeria sia in quella sul Congo. E Carollo svela quale sarebbe stato il messaggio: «Amara mi disse che esisteva un blocco di potere di cui lui stesso faceva parte, unitamente a Scaroni, ai servizi segreti e ad alcune Procure non meglio identificate che avevano come obiettivo di far fuori Descalzi dal suo incarico, ricordo che usò il termine “ammazzarlo"».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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