
Inchiesta avviata su segnalazione dell’azienda che ha già rimborsato gli utenti nel 2020.La gip milanese Patrizia Nobile ha sequestrato in via preventiva a Tim 250 milioni di euro con l’accusa di aver portato via pochi centesimi a moltissimi utenti attraverso attivazioni indebite di servizi telefonici aggiuntivi come giochini, suonerie, meteo, oroscopi, gossip. A descrivere la vicenda è il Corriere della Sera che spiega come il sequestro faccia riferimento a frodi avvenute tra il 2017 e il 2019. Il punto è che Tim aveva denunciato il problema e ora sarà lei stessa a passare dal Tribunale. La società guidata da Pietro Labriola aveva presentato il primo agosto 2019 un esposto alla Procura di Roma, documento depositato il 15 luglio 2020 anche a Milano. La gip milanese, però, accusa la società di telecomunicazioni di essersi attivata «solo perché l’Agcom ha avviato l’attività ispettiva», evento che ha portato a un provvedimento sanzionatorio del 10 giugno 2021, lo stesso che ha «stigmatizzato la vulnerabilità del sistema di controllo di Tim, il ritardo nell’attivarsi solo a luglio 2019, e l’inadeguatezza dell’intervento successivo, non interessato ad approfondire le cause del fenomeno illecito e ad appurarne l’esatta portata anche ai fini del ristoro della clientela impattata e di una efficace gestione dei reclami».«Tim ha appreso con sorpresa dagli organi di stampa della richiesta di sequestro, presentata dalla Procura di Milano e concessa dal Gip del Tribunale di Milano, in relazione al fenomeno delle attivazioni irregolari dei servizi di valore aggiunto, la quale interviene a oltre cinque anni dai fatti per cui si procede», fa sapere la compagnia. «La società, sin dal 2019, non appena ha avuto contezza di irregolarità, ha proceduto di propria iniziativa a segnalare i fatti alla Procura di Roma, la quale, all’esito del procedimento, ha qualificato i fatti come truffe ai danni di Tim», dice una nota. «Tim ha altresì tempestivamente adottato ogni iniziativa per tutelare la propria clientela, provvedendo, tra il 2019 e il 2020, al rimborso di tutte le attivazioni irregolari di cui ha avuto contezza e al blocco dei servizi a valore aggiunto risultati interessati da attivazioni irregolari. La società confida pertanto che ogni aspetto della presente vicenda sarà chiarito nei tempi più brevi».Il bottino sotto accusa degli inquirenti sarebbe quindi stato spartito così: il 50% a Tim, il 5-7% agli hub tecnologici (in questo caso Engineering e Reply, bersagli di due sequestri da 8 milioni l’uno), e il resto a creatori e aggregatori di contenuti. Da tempo, però, il sistema di attivazioni indebite sotto accusa non esiste più. L’inchiesta avviata tempo fa dal pm Francesco Cajani e dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco ha spinto l’Agcom-Autorità garante per le comunicazioni a modificare nel 2021 le regole del settore e gli operatori telefonici ad abbandonare questa pratica commerciale scorretta. La gip milanese ha ascoltato le parole di un ingegnere della sicurezza di Tim che aveva riscontrato anomalie che tra il 2017 e il 2019 avevano portato all’attivazione automatica sui sistemi dell’hub tecnologico per Tim, cioè di Engineering: società ritenuta in conflitto di interessi perché, essendo simultaneamente anche aggregatore di contenuti godeva del fatturato generato automaticamente dalle attivazioni illecite. Le numerazioni attive su cui sono stati attivati servizi senza il consenso degli utenti, secondo il teste, sarebbero più di 100.000. A conoscenza del problema, Tim fece migrare questi utenti a una piattaforma strutturalmente debole (Mpay) a un’altra più sicura (VasGK). Ciononostante, ora Tim è sotto accusa.
L' Altro Picasso, allestimento della mostra, Aosta. Ph: S. Venturini
Al Museo Archeologico Regionale di Aosta una mostra (sino al 19 ottobre 2025) che ripercorre la vita e le opere di Pablo Picasso svelando le profonde influenze che ebbero sulla sua arte le sue origini e le tradizioni familiari. Un’esposizione affascinante, fra ceramiche, incisioni, design scenografico e le varie tecniche artistiche utilizzate dall’inarrivabile genio spagnolo.
Jose Mourinho (Getty Images)
Con l’esonero dal Fenerbahce, si è chiusa la sua parentesi da «Special One». Ma come in ogni suo divorzio calcistico, ha incassato una ricca buonuscita. In campo era un fiasco, in panchina un asso. Amava avere molti nemici. Anche se uno tentò di accoltellarlo.