2024-04-19
Ricorso al Tar del governo Meloni contro l’eutanasia alla romagnola
Mossa di Palazzo Chigi per annullare le delibere di Stefano Bonaccini che puntano a disciplinare il suicidio assistito in autonomia. Alla faccia della Costituzione e della Consulta e in assenza di una disciplina normativa statale.«In assenza di qualunque previsione normativa statale, in palese violazione del principio di legalità, la Regione Emilia-Romagna ha disciplinato una pretesa a carico del Sistema sanitario nazionale senza che tale pretesa sia stata in qualche modo riconosciuta dall’ordinamento, e ciò sulla base di un procedimento destinato, oltretutto, a operare al di fuori di un quadro ordinamentale omogeneo». Dall’avvocatura generale dello Stato, che agisce per conto della presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero della Salute, è arrivato un bel ceffone al governatore Stefano Bonaccini. Il 12 aprile è stato depositato al Tar emiliano un ricorso per chiedere l’annullamento delle delibere di Giunta che davano attuazione al suicidio medicalmente assistito (Sma) in Emilia-Romagna. Si tratta della delibera approvata il 5 febbraio 2024 dalla giunta Bonaccini per la costituzione del Comitato regionale per l’etica nella clinica (Corec), con riferimento all’attribuzione di competenze in tema di fine vita, integrata dalla delibera del 26 febbraio 2024; e della determina del direttore della direzione generale Cura della persona, salute e welfare, Luca Baldino, del 9 febbraio 2024, contenente istruzioni tecnico operative per la verifica dei requisiti delle persone che richiedono il suicidio medicalmente assistito.«La Regione Emilia-Romagna, nel dichiarato intento “di consentire da subito ai cittadini l’effettivo accesso a tale diritto”, il suicidio medicalmente assistito […] ha illegittimamente disciplinato in via amministrativa quali siano gli organismi competenti a valutare gli stringenti requisiti», indicati dalla Consulta, esordisce il ricorso. Inoltre, «ha previsto un articolato procedimento amministrativo che conduce alla erogazione della prestazione “suicidio medicalmente assistito”, il tutto in evidente carenza di potere per assenza di copertura legislativa e violazione, tra gli altri, del principio di uguaglianza e di riserva al legislatore statale della materia dell’ordinamento civile e penale».Il 5 febbraio scorso, primo presidente di Regione ad agire in questo modo, Bonaccini aveva annunciato l’approvazione della costituzione del Corec, facendolo passare come nelle volontà del Comitato nazionale di bioetica (Cnb). Ma il 14 febbraio, la presidenza del Cnb esprimeva «profonda preoccupazione per la lettura incongrua del documento approvato» ed esortava «la giunta regionale a rettificare l’improprio riferimento». Ricordava, infatti, a Bonaccini che il Cnb aveva individuato «come organo per la valutazione delle condizioni previste dalla sentenza», della Consulta, «i Cet (Comitati etici territoriali) e non invece i Comitati di etica clinica, per le ragioni espresse nella risposta medesima, ovvero evitare di avvalersi di comitati che presentano notevoli differenziazioni territoriali».Invece, con delibera e con determina dirigenziale, «si inserì un obbligo di prestazione, il suicidio medicalmente, assistito, da parte delle strutture sanitarie regionali» e attraverso la valutazione di un comitato «immaginato, del tutto avulso ed estraneo alla disciplina nazionale», si leggeva nel primo ricorso al Tar, depositato l’11 marzo scorso dal consigliere regionale di Forza Italia, Valentina Castaldini, per chiedere l’annullamento delle stesse delibere. Il consigliere si era mosso assieme ad associazioni impegnate nella «valorizzazione dell’esistenza umana in ogni suo stato, condizione e circostanza essa si trovi, nonché la difesa del diritto alla vita e la tutela delle persone fragili e malate», che invece appaiono «gravemente pregiudicate e minacciate dagli atti contestati», dichiaravano nell’impugnazione dell’atto amministrativo. «Sono molto contenta che il governo confermi e rafforzi il lavoro di questi mesi, che mi ha portato a depositare un analogo ricorso lo scorso marzo», ha dichiarato ieri la Castaldini. Nella richiesta di annullamento depositata venerdì scorso, la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Salute definiscono «illegittime» le delibere della giunta Bonaccini e la determina del direttore generale per «violazione dell’articolo 97 della Costituzione, dell’articolo 5 cod. civ. e dell’articolo 1 della legge n. 241/1990. Violazione degli articoli 2 e 3 della Costituzione. Violazione dell’articolo 117, lett. l), della Costituzione. Carenza assoluta di potere in capo alla Regione Emilia-Romagna all’adozione dei provvedimenti impugnati». Sono considerati molto gravi gli sconfinamenti operati dal governatore e dal suo direttore generale, in quanto «è stato riconosciuta, e disciplinata la modalità di esercizio di un diritto “al suicidio assistito”, diritto che non è previsto dalla legge e che la stessa Corte costituzionale ha escluso più volte». Viene ricordato che la Consulta ha ribadito «il dovere dello Stato di tutelare la vita di ogni individuo: non quello - diametralmente opposto - di riconoscere all’individuo la possibilità di ottenere dallo Stato o da terzi un aiuto a morire».Quindi, evidenzia il ricorso, «appare evidente che non vi è alcun diritto al “suicidio assistito” che possa legittimare un intervento attuativo dell’autorità amministrativa» e lo stesso direttore generale Baldino lo ammetteva, affermando espressamente «di intervenire, pur in assenza di una disciplina normativa statale». Però ha fornito indicazioni operative per la gestione delle richieste di Sma, «incidendo su aspetti essenziali dell’identità e dell’integrità della persona», da qui la violazione dell’articolo 5 del codice civile, «il quale vieta atti di disposizione del proprio corpo e tollera eventuali deroghe solo ove previste dalla legge ordinaria statale».Non solo, la determina oltre a creare un «inesistente diritto al suicidio assistito», ha anche, «sempre al di fuori di ogni previsione legislativa, creato un articolato procedimento amministrativo, con tempi e percorsi delineati in maniera puntuale, destinato a concludersi, ove asseritamente ne ricorrano i presupposti, con la prestazione medica di farmaci letali».Così agendo, la Regione Emilia-Romagna ha arrecato «un grave vulnus all’uniformità di trattamento a livello nazionale», e potrebbe «incentivare un turismo sanitario» da altre Regioni dove non viene prestata la pratica Sma, si dichiara preoccupato il governo. I provvedimenti regionali impugnati si pongono anche «in aperto contrasto con le previsioni statali di legge in materia di programmazione sanitaria e di definizione dei livelli essenziali e uniformi di assistenza a carico del Ssn», e viene ribadito che «la disciplina relativa alla titolarità e all’esercizio dei diritti fondamentali della persona rientra nella competenza esclusiva del legislatore statale».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.