2020-12-23
Sul «virus inglese» tanto rumore per nulla
Boris Johnson (Tolga Akmen - WPA Pool/Getty Images)
«Test per 44.000 italiani», titolava ieri in prima pagina il Corriere della Sera. «Nuovo Covid, test a tappeto», gli faceva eco Il Messaggero, che si sentiva in obbligo di specificare come i tamponi siano da ieri divenuti obbligatori per chi è stato in Gran Bretagna negli ultimi 14 giorni. Che mai sarà successo, si saranno chiesti i lettori impauriti. Che cosa avranno fatto questi 44.000 italiani? Niente, sono semplicemente rientrati da Londra, ma l'improvvisazione e l'incompetenza con cui il nostro governo ha affrontato l'epidemia di Covid ha indotto qualcuno a lanciare, tramite la stampa, un allarme.Tutto ha origine dalla variante inglese, che sarebbe stata scoperta di recente Oltremanica. Uso il condizionale per un motivo molto semplice: infatti la cosiddetta mutazione del virus in territorio di Sua Maestà, la regina Elisabetta, sarebbe in circolo da mesi e, a quanto pare, non sarebbe nata nella «perfida Albione», ma solo accertata in Inghilterra. Non lo dico io, che certo non ho titolo per sentenziare dove si sia sviluppata la nuova forma del virus. Lo dice uno dei ricercatori del ristretto team di scienziati dell'università di Cambridge che indaga sulla diffusione del Covid-19, uno studioso che tra l'altro è italiano e ieri, per chiarire le idee ai connazionali, ha concesso un'intervista a Repubblica. Che dice il professor Alessandro Carabelli da Bergamo? Spiega che la variante non è comparsa nel Regno Unito, ma è stata semplicemente trovata a Londra e dintorni. Ma se l'hanno scoperta in Gran Bretagna sarà perché la mutazione è avvenuta da quelle parti, obietteranno i più astuti. No. «Se è stata trovata», sostiene Carabelli, «è perché il Regno Unito ha messo in campo uno sforzo senza precedenti per mappare il genoma del coronavirus. Ci sono 2 milioni di infetti e il consorzio Cog-Uk, che comprende istituzioni pubbliche e università, ha sequenziato 150.000 genomi di virus, il 60 per cento dei sequenziamenti effettuati al mondo. In Italia, i contagi sono stati sostanzialmente gli stessi, ma sulle banche dati aperte agli scienziati ci sono solo 976 genomi sequenziati. Se una variante è comparsa altrove è facile che nessuno se ne sia accorto». Chiaro no? La variante inglese non è una variante inglese. Lì l'hanno trovata perché si sono messi a cercarla. In Italia, gli esperti sono andati in tv a sproloquiare e si sono dimenticati di rimanere dietro al microscopio, così se la variante è arrivata da noi, nessuno se ne è accorto. Parola di un ricercatore italiano, uno che non può neppure essere accusato di essere prevenuto.Ma non è tutto. Sempre Repubblica, ma ben occultata nelle cronache locali così da farla passare inosservata, ha un'altra intervista interessante, questa volta a un ricercatore dell'università di Bologna. Il genetista Federico Giorgi sostiene di aver isolato la mutazione del virus tra fine settembre e inizio ottobre. E perché non è scattato l'allarme, gli chiede l'intervistatore: «Non vi hanno presi sul serio?». Risposta: «Noi ricercatori dell'Alma mater, in collaborazione con l'università di Catanzaro, abbiamo scritto tutto in un articolo che è stato pubblicato».Allora, riepiloghiamo: tra settembre e ottobre a Bologna si erano già accorti di tutto, ma gli scienziati del ministero della Salute, nonostante la mutazione fosse già stata notata in Inghilterra, negli Stati Uniti e in Australia, non hanno fatto assolutamente nulla. Molto probabilmente, la variante gira da mesi anche in Italia, ma nessuno fino a ieri pare essersi preoccupato. Dice il genetista bolognese: «Il virus va sorvegliato per adeguare i vaccini, perché mutare è nella natura del virus stesso». «Non lo stiamo facendo?», chiede il giornalista. «Lo fanno solo gli inglesi e in parte gli americani». Dunque, gli untori non sono i sudditi di Sua Maestà: semplicemente noi finora abbiamo chiuso gli occhi.Aggiungo di più: non ha senso fare 44.000 tamponi con un ritardo di 15 giorni, perché le 44.000 persone rientrate dalla Gran Bretagna potrebbero essere nel frattempo entrate in contatto con decine di migliaia di altre persone e aver esponenzialmente diffuso il virus. La sola cosa sensata era fare i tamponi all'arrivo, procedura peraltro prevista dallo stesso governo, che però si è dimenticato delle sue stesse prescrizioni. Così, a pochi giorni dal Natale, si va a caccia di chi è stato in Inghilterra, rincorrendo il virus e sperando di acchiapparlo bloccando i voli in arrivo da Londra, nonostante perfino la Ue dica che non serve. Lo stop agli sbarchi del resto era già stato adottato a febbraio e ciò aveva indotto Speranza e compagni a rassicurare gli italiani dicendo che il Covid da noi non sarebbe mai atterrato. Come sia finita è noto: per ora fanno 65.000 morti.