2023-03-12
Sui tamponi l’ente copre il suo capo
Il numero uno dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, non risponde all’accusa di truffa aggravata. E lascia parlare le note: «Mai chiesto finanziamento di 750 euro a test».Truffa aggravata ai danni dello Stato è l’ipotesi di reato per Silvio Brusaferro, nella vicenda tamponi pagati dall’Istituto superiore della sanità, che presiede, 750 euro l’uno per i primi 200 effettuati a Roma, invece dei 2,82 euro che costava uno dei test più utilizzati a febbraio e marzo 2020. Il numero uno dell’Iss però non rilascia dichiarazioni, ancora una volta manda avanti il suo ufficio stampa, che dirama un asettico comunicato. «Relativamente alle notizie in cui l’Iss avrebbe chiesto un finanziamento alla Protezione civile nella fase iniziale della pandemia di “750 euro a test”, si precisa che le notizie circolate finora sono totalmente destituite da ogni fondamento», fanno sapere da Viale Regina Elena. La Verità aveva scritto già il 7 marzo dell’accusa a Brusaferro di aver gonfiato il costo dei tamponi. Il Corriere della Sera, ieri, ha pubblicato stralci dell’allegato dell’email inviata il 26 febbraio 2020 dal vicecapo di gabinetto del ministero della Salute, Tiziana Coccoluto, all’allora capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. È tra le posizioni stralciate da Bergamo e inviate alla Procura di Roma. «Con riferimento all’esame dei campioni biologici trasmessi dai laboratori regionali, si rappresenta che dall’esecuzione dei primi 200 test da parte dell’Iss emerge che gli oneri per il predetto numero di test è pari a 150.000 euro», si legge. Il conto era presto fatto, 750 euro per ogni tampone. La cifra non cambiava per i successivi 800 test che si dovevano pagare la bellezza di «600.000 euro lordi». Le risorse, alle quali attingere, non erano vincolate alla pubblicazione di bando perché rientravano nella spesa massima di 5 milioni di euro, in base a un’ordinanza di Borrelli. Perché una spesa così esorbitante, si era chiesta la Guardia di finanza? Avevano posto la domanda all’Azienda ospedale di Padova, e la risposta, agli atti, era stata: «Il test più utilizzato tra febbraio e marzo 2020 aveva un costo industriale unitario pari a 2,82 euro». Il silenzio, spesso è l’arma migliore. Ma le carte della Procura di Bergamo stanno rivelando incompetenza e gravi responsabilità di Brusaferro a partire dalla gestione iniziale della pandemia. L’ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato è un macigno al collo del presidente, e legale rappresentante dell’Iss. Anche il più schivo dei protagonisti del panorama sanitario di quel periodo non se ne sarebbe rimasto zitto, avrebbe rilasciato una dichiarazione. Il medico e professore ordinario di igiene e medicina preventiva, che ogni giorno diramava il bollettino Covid con la consueta cantilena e non si scomponeva davanti a domande scomode, non si prende la responsabilità di un chiarimento doveroso. Manda fuori poche righe, nemmeno si trattasse di una rettifica di poco conto. Non è l’istituto, tirato in ballo, è proprio il suo presidente. E precisare, come fa il comunicato, che «in una prima fase della pandemia non esistevano test commerciali e venivano quindi realizzati con protocolli in house sviluppati in aderenza a quelli previsti dall’Oms», non chiarisce perché il conteggio delle spese fatto dall’Iss calcolava 750 euro a campione, anziché 2,82 euro. Perché un preventivo tanto gonfiato?Brusaferro ha detto ai pm di Bergamo che non era al corrente dell’esistenza di un piano pandemico, tantomeno che fosse da aggiornare, e già questo è inaccettabile per il presidente di un istituto che ha, tra le altre, funzioni di controllo in materia di salute pubblica. Adesso è indagato anche per truffa aggravata ai danni dello Stato e almeno per l’incarico che continua a ricoprire, dovrebbe non nascondersi dietro una nota stampa, rifugiandosi in un comodo no comment.
(Ansa)
Il ministro Guido Crosetto in occasione dell'82°anniversario della difesa di Roma: «A me interessa che gli aiuti a Gaza possano arrivare, le medicine possano arrivare, la vita normale possa riprendere». Nonostante tutto, Crosetto ha ben chiaro come le due guerre più grandi - quella Ucraina e quella a Gaza - possano cessare rapidamente. «Io penso che la decisione di terminare i due conflitti sia nelle mani di due uomini: Putin e Netanyahu».