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Caro Toninelli, è ribelle ma tacque sul Morandi
Danilo Toninelli (Ansa)

Caro Danilo Toninelli, caro ex ministro dei Trasporti, le scrivo questa cartolina perché mi hanno detto che ora lei si occupa di salute mentale, e incredibilmente non solo della sua. Infatti ha messo su una piattaforma online, «Basta pensieri», per aiutare il benessere psicologico altrui. E io credo di avere bisogno del suo aiuto perché sto diventando pazzo da quando l’ho sentita spiegare, durante 100 minuti, la bella inchiesta di Corrado Formigli dedicata ai Benetton, il motivo della mancata revoca della concessione di Autostrade dopo il crollo del ponte Morandi: ci fu una riunione, a inizio 2019, in cui il suo leader Giuseppe Conte le urlò in faccia che la revoca non si doveva fare.

Lo stop a Open Arms firmato pure dai grillini
(Ansa)
Il ministro Piantedosi al processo di Palermo contro Salvini: il divieto d’ingresso per la nave con i clandestini in acque internazionali italiane fu sottoscritto dal leader leghista ma anche da Toninelli e Trenta. «Il premier Conte era informato. E l’Ong mirava all’Italia».
I voltagabbana rimarranno senza poltrona
Danilo Toninelli (Ansa)
I transfughi grillini, che hanno lasciato il Movimento sperando di essere candidati dal Pd, restano col cerino il mano: il ministro degli Esteri ha pensato a salvare solo sé stesso. E tanti altri camaleonti, a destra e a sinistra, perderanno il posto in Parlamento.
I big M5s in bilico a caccia del «buen retiro»
Luigi Di Maio (Ansa)
La tagliola del doppio mandato rischia di lasciare a casa 65 parlamentari. In pericolo anche le poltrone di Luigi Di Maio, Roberto Fico, Alfonso Bonafede e Danilo Toninelli. Ma ci sono i salvagente: Comuni, aziende di Stato e partito. Giuseppe Conte verso la guida del Movimento (con una sua corrente).
Dai grillini una fiducia con psicodramma
Luigi Di Maio (C.Minelli/Getty Images)
Sofferto via libera pentastellato a Mario Draghi. La senatrice Cinzia Leone annuncia un «lacerante sì, seppure combattuto». Danilo Toninelli: «Onoro Rousseau, ma la penso diversamente». Barbara Lezzi tra i 15 dissidenti che hanno votato no. Il partito è irrilevante per la maggioranza.
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