La Germania apre all’uso dei beni congelati, più prudenti Francia e Belgio. I missili di Mosca ora eludono i Patriot. Lo zar: «Chiedemmo due volte di entrare nella Nato».
Il fatto che Putin si sieda al tavolo manda all’aria la narrazione dei giornali. Che reagiscono augurandosi che quello del «cattivo» sia soltanto un bluff. È il riflesso di un Occidente che prova a rivendicare la sua superiorità morale, anche se è smentita dai fatti.
Mosca stempera l’invito del ceceno Ramzan Kadyrov all’uso dell’atomica : «Appello emotivo». Kiev riprende Lyman, nel Donetsk. Iniziata la mobilitazione forzata a Melitopol. Liberato il direttore della centrale di Zaporizhzhia.
Lo stato maggiore russo svela per la prima volta l’obbiettivo della missione: «liberare» l’area russofona. E Kiev ammette: «Il nemico controlla il corridoio tra Crimea e Donetsk». Tra i soldati circola la voce di una fine delle ostilità entro il 9 maggio.
L’ambasciatore querela La Stampa. Il governo: «Da loro non c’è libertà». Nel mirino un articolo che ipotizzava, pur senza giustificarla, l’uccisione di Vladimir Putin.
L’escalation innescata dall’opposizione a Vladimir Putin, che ha umiliato il capo dei servizi, ma ha dovuto fronteggiare pure i dubbi di Sergej Lavrov e dei militari. Ora il Cremlino teme due insidie: gli oligarchi e il malcontento popolare.