Stallo alle congregazioni, oggi apre Santa Marta. Maradiaga lascia Roma deluso: teme una rivincita dei tradizionalisti. Lettera di un sacerdote: «Basta pedofili».
Il genocidio degli Armeni iniziato il 24 aprile 1915 (Getty Images)
La coscienza occidentale ha rimosso la strage del 1915. Eppure con quei perseguitati l’Italia ha un rapporto speciale, tra fede e cultura. E secondo la Bibbia l’intera umanità affonda le sue radici sulla cima dell’Ararat.
Lo studioso ebreo Vittorio Robiati Bendaud, autore di un libro sul massacro compiuto dai turchi: «In comune c’è il ruolo della Germania e alcuni pregiudizi tipici dell’antisemitismo. In Occidente la Chiesa non simpatizzava con i cristiani d’Oriente, a parte eccezioni come Benedetto XV».
La questione armena irrompe nel conclave. Può essere uno dei fattori decisivi per bloccare l’ascesa al soglio pontificio di Pietro Parolin e promuovere il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa.
Il vaticanista Aldo Maria Valli: «Parolin ha sulla coscienza il rapporto con la Cina, Zuppi gioca a fare il leader ombra del Pd. Invece Pizzaballa è credibile: cita spesso Cristo, non è scontato».
Gli esponenti della corrente conservatrice sembrano tagliati fuori, ma il gruppo del cardinale Tagle avrà un peso determinante. I riformisti puntano su Zuppi.
Il vicepresidente degli Usa, J.D. Vance, e il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin (Ansa)
Per la Santa Sede, il vertice di ieri è andato bene. Però l’insofferenza del Papa per la stretta sui clandestini e quella del tycoon sull’accordo con Pechino per i vescovi sono macigni che peseranno sul futuro Conclave.