Sergio Mattarella, Eugenio Scalfari e Ezio Mauro (Ansa)
Dalla presunta bocciatura dell’Ue all’Italia alle critiche alla Meloni messe in bocca al Quirinale: i «cacciatori di fake news» del gruppo Gedi sono i primi a diffonderle.
Quando la violenza colpisce i cronisti che indagano sull’estremismo islamico o sul degrado delle città il capo dello Stato non si schiera con i giornalisti. E tace anche quando la sinistra leva agli altri il diritto di parola.
Dopo l’esposto di Carlo Taormina, molti membri del Parlamentino rischiano di finire sotto processo. È una situazione paradossale, che non può trascinarsi, il presidente dovrebbe chiedere le dimissioni di tutti.