Palazzo Chigi annuncia il superamento del numero chiuso, soglia che ora premia un candidato su sette. Gli atenei e i ministri Giulia Grillo e Marco Bussetti protestano, l'esecutivo corregge il tiro: verrà fatto ma non subito.
Il presidente Inps Tito Boeri, che pure con il taglio degli assegni d'oro salverà i suoi due, spara: «La riforma peserà 100 miliardi in più». Il vicepremier: «Si dimetta».
Il ministro della Salute Giulia Grillo: «Ho chiesto precisazioni sulla stretta alle prestazioni in nome del risparmio». Proteste dagli ordini professionali e dalle associazioni di invalidi e disabili.
Martedì scorso, bacchettando gli elettori a «razionalità limitata», il capo dell'Iss diceva: «Dalle migrazioni potenziali problemi». Ieri la marcia indietro: «La questione dei vaccini riguarda noi, chi arriva è già coperto». Nel dibattito sono in gioco interessi pubblici e individuali non negoziabili, come la salute e la sicurezza, ma anche interessi industriali e commerciali difficilmente negabili.
Il ministro della Salute Giulia Grillo: «Io in uscita? Notizia infondata. Ho ereditato una situazione difficile, ma le risorse sono già aumentate. Ora serve un piano Marshall: 32 miliardi per le infrastrutture. I primi 5 li metto quest'anno.