2018-10-11
Pur di attaccare la Lega sui migranti Ricciardi si rimangia l’allarme salute
Martedì scorso, bacchettando gli elettori a «razionalità limitata», il capo dell'Iss diceva: «Dalle migrazioni potenziali problemi». Ieri la marcia indietro: «La questione dei vaccini riguarda noi, chi arriva è già coperto». Nel dibattito sono in gioco interessi pubblici e individuali non negoziabili, come la salute e la sicurezza, ma anche interessi industriali e commerciali difficilmente negabili.Mentre il governo gialloblù è alle prese con la famosa «razionalità» dei mercati, quella che ti incenerisce a colpi di spread, al ministero della Salute c'è chi combatte la guerra della razionalità contro il popolo bue e gli ignorantoni che sempre più spesso vengono eletti. Il nostro eroe si chiama Walter Ricciardi, presiede l'Istituto superiore di sanità ed è membro del consiglio esecutivo dell'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità. Martedì, al convegno romano organizzato da Formiche.net e GlaxoSmithKline (primo produttore mondiale di vaccini), più che da medico ha parlato da politologo, seminando - come riportato dalla Verità - discredito sul suffragio universale e sulla democrazia per delega. Ma soprattutto, finendo per delegittimare anche quello stesso governo per il quale adesso gli tocca lavorare. Nel dibattito sui vaccini sono in gioco interessi pubblici e individuali non negoziabili, come la salute e la sicurezza, ma anche interessi industriali e commerciali difficilmente negabili. E poi, trasversale alla discussione, ci sono anche i temi dell'ignoranza, che spinge molti genitori a non calcolare i possibili effetti nefasti di scelte poco informate, e quello dell'obbligatorietà dei trattamenti sanitari. Il nuovo governo procede con i piedi di piombo, visto che molti esponenti grillini hanno pescato consensi nell'area no vax, ma intanto la ministra della Salute, Giulia Grillo, a luglio ha fatto sapere che lei vaccinerà sicuramente il figlio in arrivo. Avere una ministra che si tramuta in spot vivente dei vaccini, però, non è bastato a Ricciardi, che al convegno della Glaxo sembrava Matteo Renzi dopo la sconfitta al referendum. «Nelle democrazie sono i cittadini che esprimono i governi», ha osservato il presidente Iss, «ma dobbiamo tener presente che l'80% della popolazione non conosce un'altra lingua, non viaggia e non sa». Fin qui si potrebbe essere anche d'accordo, ma ecco dove arriva lo scienziato: «Chi ha questo approccio esprime persone che hanno questo approccio». Primo siluro alla classe politica attuale: ignoranti all'80% come quelli che li hanno votati. In realtà, ammesso che sia vero, non è un fatto ineluttabile: la storia, anche quella italiana, è piena di personaggi di alto e altissimo livello votati da gente umile o poco scolarizzata. In ogni caso Ricciardi non si è fermato qui, al problema degli ignoranti al governo. Proprio prendendo spunto dal dibattito sui vaccini, ha aggiunto: «Siamo noi che dobbiamo far conoscere (la realtà, ndr), ma non con il lingiaggio scientifico che provoca scetticismo. Dobbiamo cambiare lo storytelling perché sulle persone a razionalità limitata quello attuale non basta». E dunque, siamo all'80% un Paese di ignoranti e irrazionali che si è votato una classe politica egualmente ignorante e irrazionale. Per carità, il professor Ricciardi, che insegna Igiene e medicina preventiva e s'impegnò in Italia Futura al fianco di Luca Cordero di Montezemolo, ha tutti i diritti di iscriversi al partito di chi dubita che nelle urne elettorali alberghi anche solo il buon senso. Del resto un gigante come Winston Churchill amava ripetere che «il migliore argomento contro la democrazia è una conversazione di cinque minuti con un elettore medio». Tuttavia Ricciardi guida forse la struttura più importante del ministero della Salute, che a sua volta fa parte di un governo decisamente inedito. Affermare pubblicamente che l'80% dei voti sono stati espressi da gente «ignorante» e «irrazionale», senza voler diventare il Tito Boeri della sanità, richiederebbe probabilmente una postilla sulla straordinaria concentrazione di persone colte e razionali che, nel collegio Sicilia 4, hanno votato Giulia Grillo, il suo ministro. Sarebbe interessante sapere anche se il presidente dell'Iss abbia maturato cotanto pessimismo solo dopo il 4 marzo, oppure fosse già dubbioso dell'intelligenza dei suoi connazionali quando votavano in massa Pd o Forza Italia. Lungi dal chiedere purghe ministeriali per l'erede in camice bianco di Giovanni Sartori, tocca raccontare che il Ricciardi si è illustrato anche ieri, questa volta andando dritto dritto a provocare Matteo Salvini e la Lega: «Il problema dei vaccini riguarda gli italiani e non i migranti, che arrivano con i programmi internazionali e sono protetti. Il problema non è della migrazione ma della mobilità: un ambasciatore italiano ha riportato il morbillo in Messico. Siamo noi quindi il problema, non i migranti». Peccato che 24 ore prima, al convegno «Global Health: l'Italia driver di best practice» avesse detto l'esatto contrario, come riportato da Adnkronos Salute: «Il ruolo dell'Italia nella lotta per difendere la salute globale è importante perché il nostro Paese è al centro a livello geografico, in un mondo in cui oggi la mobilità è ai livelli più alti da quando esiste l'uomo. Sono problemi che vanno governati, perché queste migrazioni portano potenzialmente anche problemi di salute». Insomma, i migranti sono pericolosi o no? E mentre noi ci guardiamo bene dal chiedere le dimissioni per «incompatibilità ambientale» al presidente dell'Iss, va detto che però egli non è altrettanto liberale. Sempre ieri ha chiesto pubblicamente la cacciata di Giancarlo Pizza, presidente dell'ordine dei medici di Bologna, per aver osato firmare la prefazione di Immunità di legge, un libro a lui sgradito scritto da Il Pedante e Pier Paolo Dal Monte sul tema dell'obbligatorietà per legge dei vaccini.
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.