2023-03-09
Piano pandemico non aggiornato. Indagate pure la Lorenzin e la Grillo
I tribunale dei ministri di Roma archivia una denuncia contro Giuseppe Conte e gli altri ministri.L’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione delle prime fasi della pandemia ha ora un filone romano, nel quale sono indagati, con l’accusa di omissione in atti d’ufficio per non aver aggiornato il piano pandemico nazionale, l’ex ministro Roberto Speranza e i suoi predecessori Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin. Intanto ieri il Tribunale dei ministri della Capitale ha archiviato la posizione dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e di altri esponenti del governo giallorosso, che erano stati indagati in seguito alle denunce presentate da sindacati di base e familiari delle vittime del Covid. I procedimenti sono separati, ma il nodo è lo stesso: il modo con cui è stata affrontata la prima fase dell’emergenza pandemica. In nessun modo «l’epidemia può dirsi provocata dai rappresentanti del governo», si legge nel provvedimento di archiviazione, che oltre al capo del Movimento 5 Stelle coinvolge gli ex ministri Roberto Speranza, Luciana Lamorgese, Lorenzo Guerini, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede, per i provvedimenti a vario titolo da loro presi. Il Tribunale giustifica la prudenza con la quale l’esecutivo si è inizialmente mosso, sottolineando come, «soprattutto in una situazione di incertezza» come quella che si è vissuta tra febbraio e marzo del 2020, «non era esigibile da parte degli organi di governo l’adozione tout court di provvedimenti in grado di impedire ogni diffusione dei contagi che non tenessero conto della necessità di contemperare interessi diversi e in particolare la tutela della salute e la tenuta del tessuto socio economico della collettività». Insostenibile, pertanto, la tesi dell’omicidio colposo plurimo, come invece chiedevano i denuncianti: «Per verificare la colpevolezza si dovrebbe conoscere la genesi del contagio delle singole vittime e stabilire al di là di ogni ragionevole dubbio che misure di contenimento che non siano state adottate dal governo o disposte in ritardo avrebbero evitato il contagio o l’esito letale». Questo non è possibile, sottolineano i giudici, secondo i quali non c’è evidentemente modello previsionale che tenga: «Gli strumenti scientifici non sono in grado di accertare tali circostanze». Non basta: «Non è possibile escludere responsabilità dei terzi considerato che la diffusione del virus dipende in buona parte da comportamenti virtuosi della collettività». Argomentazioni che anticipano forse l’esito dell’inchiesta di Bergamo, alcuni atti della quale, come si diceva, sono stati inviati per competenza territoriale alla Procura di Roma. Gli atti in questione riguardano l’ex ministro della Salute Roberto Speranza e i suoi predecessori Giulia Grillo (governo Conte 1) e Beatrice Lorenzin (governi Letta, Renzi e Gentiloni), insieme con alcuni tecnici del ministero, Giuseppe Ruocco, Ranieri Guerra, Maria Grazia Pompa, Francesco Paolo Maraglino. Su tutti grava l’ipotesi di omissione in atti d’ufficio per non aver aggiornato il piano pandemico nazionale, fermo al 2006. Guerra e Maraglino sono indagati anche con l’accusa d’aver comunicato «dati falsi» all’Oms e alla Commissione europea insieme a Claudio D’Amario, Loredana Vellucci e Mario Dionisio.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)