Le dichiarazioni bellicose di Varsavia verso la Russia si basano probabilmente su una sopravvalutazione delle proprie forze. Anche alla vigilia del secondo conflitto mondiale accadde lo stesso. E non andò bene.
Il premier polacco dà un’intervista a «Repubblica» dai toni preoccupanti. Ma è assurdo che l’ex eurocrate pretenda di richiamare alla realtà l’Ue, lui che da Bruxelles si preoccupò solo di conti, green e temi Lgbt.
Il polacco Donald Tusk sostiene che il nostro continente viva una fase prebellica e che «i tempi della calma beata sono finiti». È solo l’ultimo leader Ue a usare parole irresponsabili che ci portano sull’orlo del precipizio.
Il premier fieramente anti sovranista annuncia «decisioni difficili» sui confini per impedire il passaggio di merci. Volodymyr Zelensky vola in Albania e pretende altri aiuti militari. Ankara propone l’ennesima mediazione. La moglie di Navalny: «Temo arresti ai funerali».
Il 20% delle imprese incontrate dal presidente della Commissione è del suo Paese. Seguono gruppi Usa, francesi e svedesi. A Bruxelles negli ultimi 5 anni i vertici con lobbisti e imprenditori sono triplicati. E ora che vuole la rielezione accelera ancora.
In Polonia la presidente della Commissione Ue sblocca 134 miliardi di fondi per il governo «amico» di Donald Tusk.