Dopo i tre soldati caduti Washington colpisce 85 obiettivi. La Casa Bianca: «È solo l’inizio». Teheran protesta e Baghdad accusa: «Tra i 39 morti anche civili». La Russia non ci sta: «Seminano il caos nel Medio Oriente».
Nuovo asse al Consiglio europeo, unanime nel chiedere pause al conflitto. L’Alto rappresentante resta ambiguo sul dopo Gaza.
Sotto la pressione interna ed esterna, Benjamin Netanyahu vuole Tony Blair come «coordinatore umanitario». Olaf Scholz: «I due Stati? Solo senza i terroristi».
Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americano, John Kirby (Ansa)
La Casa Bianca annuncia l’accordo: stop quotidiano alle ostilità. Gerusalemme smentisce solo in parte. Per i prigionieri si muovono pure Cia e Mossad. Pressing su Doha e Ankara per mollare i fondamentalisti.
Francesca Albanese, inviata Onu pro Palestina, replica alle accuse sul conflitto d’interessi: «Mio marito non c’entra. Siamo al patriarcato». Ma Un Watch conferma: «Dice che il genocidio lo compiono gli ebrei».
Nel riquadri due degli ostaggi in mano ad Hamas: in alto Hannah Katzir, in basso Yagil Yaakov (Ansa)
Hannah Katzir, 77 anni, e Yagil Yaakov, 12, costretti ad accusare il premier. L’esercito: «Terrorismo psicologico». Ucciso un altro capo islamista, era lo specialista anti tank.
Nella bufera i fotografi del 7 ottobre. Israele: «Sapevano dell’attacco?». Chieste spiegazioni a Reuters, Ap e «New York Times», che stipendia un filonazista.