2024-08-13
L’Iran non arretra, Biden chiama la Meloni
Il presidente Usa teme che la vendetta di Teheran contro Israele possa avvenire nelle prossime ore e si rivolge agli alleati. Poi invia un sottomarino lanciamissili e una portaerei in Medio Oriente. Intanto Hamas si sottrae ai prossimi negoziati per la tregua a Gaza.Resta altissima la tensione in Medio Oriente. «Siamo preoccupati che l’Iran possa attaccare nei prossimi giorni Israele. Per questo il Pentagono ha fatto alcuni cambiamenti nella nostra postura militare nell’area», ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby. Non solo: «Gli Stati Uniti sono pronti a fornire una risposta rapida e dura se Teheran dovesse procedere con il trasferimento di missili balistici», ha aggiunto il vice portavoce del dipartimento di Stato americano Vedant Padel. Ma le manovre a stelle e strisce non finiscono qui: Washington ha infatti ripreso la vendita di armi «offensive» all’Arabia Saudita dopo lo stop di diversi anni fa: «Riad ha mantenuto le sue promesse e noi manterremo le nostre», ha detto lo stesso funzionario a proposito della tregua in Yemen. Intanto il presidente Joe Biden ha chiamato i leader di Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia sulla crisi mediorientale. Poche ore prima, Parigi, Berlino e Londra avevano rilasciato una dichiarazione congiunta per esortare l’Iran ad astenersi da una possibile escalation nella regione: «Siamo profondamente preoccupati per l’acuirsi delle tensioni. In questo contesto, chiediamo a Teheran e ai suoi alleati di astenersi da attacchi che potrebbero ulteriormente intensificare le tensioni regionali e mettere a repentaglio la possibilità di concordare un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi».La situazione, insomma, è critica. Su X il nostro ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha scritto di aver avuto una «lunga telefonata con il ministro degli Esteri dell’Iran», in cui ha chiesto «moderazione e approccio costruttivo». «Ora è il momento di evitare reazioni che alimentino il conflitto nella regione pregiudicando il lavoro per il cessate il fuoco a Gaza. Basta sacrificare le vite di civili innocenti», ha sottolineato il titolare della Farnesina. Che poi, al Tg4, ha aggiunto: «Il mio collega iraniano ha detto che la loro reazione è inevitabile. Io ho detto che sarebbe un errore un’iniziativa che porti a un’escalation nell’area perché a pagarne il prezzo sarebbe soprattutto la popolazione civile. Quello che ho detto è di valutare prima la trattativa sul cessate il fuoco a Gaza, che è l’elemento chiave se si vuole arrivare a una de-escalation e poi eventualmente scegliere cosa fare. Però mi pare che gli iraniani siano in una posizione molto dura», ha affermato Tajani.Gli americani, abbiamo detto, hanno compiuto alcune mosse. Ma quali sono? Come comunicato dal Pentagono, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha ordinato il dispiegamento di un sottomarino lanciamissili in Medio Oriente. Inoltre, il funzionario statunitense ha richiesto al gruppo d’attacco della portaerei Abraham Lincoln equipaggiata con F-35C di accelerare il proprio dispiegamento nell’area di crisi. Intanto, fonti associate ad Hamas affermano che il gruppo militante di Gaza è convinto che Usa, Egitto e Qatar abbiano collaborato con Israele prima di pubblicare una dichiarazione congiunta la settimana scorsa, chiedendo a entrambe le parti di tornare a dialogare e di stipulare accordi per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Hamas ha dichiarato che non parteciperà ai prossimi negoziati, previsti giovedì, a meno che non si fondino sui piani dei precedenti round di discussione e non su nuovi schemi. Gli Stati Uniti, invece, «si aspettano che i negoziati sul cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi vadano avanti». In tal senso, Patel non ha specificato se i colloqui proseguiranno senza Hamas o se ci sono sforzi in corso per riportarli al tavolo dei negoziati.Intanto, secondo il media libanese Al Joumhouria, Hezbollah ha trasferito i suoi quartieri generali, compresi quelli politici, e le attrezzature informatiche al di fuori di Beirut, capitale del Libano. Tutto questo fa pensare che la leadership dell’organizzazione si stia preparando in vista di una possibile reazione israeliana all’attacco iraniano e di Hezbollah. Sempre a proposito delle trattative per un cessate il fuoco, un ufficiale palestinese ha affermato ieri a Times of Israel che la situazione potrebbe evolversi riguardo alla decisione di Hamas di non sedersi al tavolo delle trattative. Tuttavia, il gruppo jihadista «ritiene che il primo ministro Benjamin Netanyahu non sia realmente motivato a raggiungere un accordo». Sempre nella giornata di ieri, l’Idf ha rivelato che sono stati identificati altri 12 terroristi morti sabato scorso nell’attacco aereo su una scuola di Gaza, che secondo Israele era usata come quartier generale dai terroristi. Hamas aveva invece parlato di 90-100 vittime civili, tra cui bambini. Nel frattempo, il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha rivelato i tentativi dell’Iran di introdurre clandestinamente armi in Israele da utilizzare negli attacchi contro i cittadini israeliani. «Si sta verificando una situazione seria e pericolosa, mentre Teheran lavora per stabilire un nuovo fronte terroristico orientale contro i principali centri abitati di Israele. Le unità della Guardia rivoluzionaria iraniana stanno collaborando con gli agenti di Hamas in Libano per contrabbandare armi e fondi in Giordania con l’obiettivo di destabilizzare il regime», ha affermato Katz. Mentre si attende la reazione iraniana dopo l’uccisione a Teheran del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, la guerra a Gaza continua. Dopo il lancio di circa 30 razzi dal Libano verso il Nord di Israele avvenuto domenica, e che è stato rivendicato da Hezbollah, le forze di difesa israeliane hanno colpito le aree da cui sono partiti gli attacchi dei filoiraniani. Caccia da combattimento e aerei dell’aeronautica militare hanno inoltre colpito circa 30 obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza.
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