2024-02-04
        Vendetta Usa: raid in Iraq e Siria. Mosca chiede l’intervento dell’Onu
    
 
Dopo i tre soldati caduti Washington colpisce 85 obiettivi. La Casa Bianca: «È solo l’inizio». Teheran protesta e Baghdad accusa: «Tra i 39 morti anche civili». La Russia non ci sta: «Seminano il caos nel Medio Oriente».È scattata nella notte tra venerdì e sabato la ritorsione contro le milizie sciite filoiraniane dislocate tra Iraq e Siria. A essere impiegati sono stati i bombardieri B-1B che hanno lasciato la base aeronautica di Lakenheath, nel Regno Unito, con l’obiettivo di completare una missione in Medio Oriente, mentre altri B-1, decollati dal Texas, hanno partecipato facendo il viaggio di andata e ritorno in poche ore. Secondo quanto dichiarato dal Central command, sono stati colpiti più di 85 obiettivi distribuiti in sette diverse località, di cui quattro in Siria e tre in Iraq. L’azione ha visto l’utilizzo di oltre 125 bombe di precisione. Il portavoce dell’esecutivo iracheno, Bassam al-Awadi, ha dichiarato: «Questa flagrante aggressione ha causato 39 morti, compresi civili, oltre a 25 feriti». La ritorsione che ha provocato poche vittime, se confrontate con i mezzi in campo, rappresenta una dura risposta del presidente Usa, Joe Biden, all’attacco dei giorni scorsi, che ha causato la perdita di tre soldati americani in Giordania. La Casa Bianca ha dichiarato che «questo è solo l’inizio, le azioni continueranno in futuro», ma l’attacco alle milizie sciite è un chiaro messaggio a Teheran, che continua nei suoi tentativi di allargare il conflitto da Gaza a tutto il Medio Oriente. Biden a questo proposito ha detto: «La nostra risposta è cominciata oggi e continuerà nei luoghi e nei tempi che sceglieremo. Non cerchiamo un conflitto, né nel Medio Oriente né altrove nel mondo, ma risponderemo se un americano verrà ferito». Pronta la reazione della Russia, che ha accusato gli Stati Uniti «di provocare caos e distruzione in Medio Oriente». iIl ministero degli Esteri di Mosca ha affermato: «Washington, con fiducia nell’impunità, continua ad alimentare il caos nella regione con attacchi che mirano deliberatamente a intensificare il conflitto». Successivamente la Russia ha chiesto urgentemente al Consiglio di sicurezza dell’Onu «di affrontare la situazione in Medio Oriente in seguito a questi nuovi raid». Scontata la reazione dell’Iran, che ha risposto agli attacchi statunitensi, descrivendoli come «una minaccia alla pace e alla sicurezza nella regione». Nasser Kanaani, portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, ha affermato che «l’azione americana è avventurosa e rappresenta un ulteriore errore strategico che contribuirà ad aumentare le tensioni e l’instabilità nella zona». Il governo di Baghdad ha respinto le affermazioni secondo cui gli Stati Uniti si sarebbero coordinati con le autorità irachene prima di bombardare le posizioni delle milizie filoiraniane nell’Iraq occidentale. Bassam al-Awadi ha accusato Washington di «ingannare l’opinione pubblica internazionale», definendo la dichiarazione della parte americana come «una falsa affermazione intesa a ingannare l’opinione pubblica internazionale». Per contro il portavoce del Consiglio di sicurezza americano, John Kirby, ha ribadito che gli Stati Uniti avevano avvertito preventivamente il governo iracheno dell’imminente bombardamento. Secondo le autorità siriane, gli attacchi aerei Usa che hanno colpito le aree di Deir Ezzor, al-Bukamal e al-Mayadeen, hanno provocato «vittime tra la popolazione civile e il personale militare, causando danni significativi». Ieri gli Stati Uniti hanno effettuato un nuovo attacco nello Yemen, distruggendo quattro droni degli Huthi pronti al lancio, come riportato dal Comando centrale statunitense per le operazioni militari (Us Centcom) in una nota su X. Le forze statunitensi hanno individuato i droni nelle zone dello Yemen controllate dagli Huthi, «identificandoli come una minaccia imminente per navi mercantili e unità navali della Marina americana nella regione». Poi il Centcom ha dichiarato «che in un’altra operazione successiva, sette droni sono stati abbattuti sul Mar Rosso». Nella Striscia di Gaza si continua a combattere e le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno fatto saltare in aria un intero quartiere a Khan Yunis nella Striscia di Gaza meridionale, così come proseguono gli scontri con gli Hezbollah nel Sud del Libano. Gli israeliani hanno attaccato due posti di osservazione nelle zone di Marviin e Aita a-Shaab, un quartier generale militare nella zona di Yaroun, dove operavano i terroristi sciiti e una postazione di lancio da cui venivano lanciati razzi.Il giornale qatarino The New Arab, che cita fonti egiziane e di Doha, ha reso noto che è stata rinviata la visita al Cairo della delegazione di Hamas. Una fonte di Hamas ha spiegato che «il rinvio della visita di qualche giorno è dovuta a ulteriori consultazioni con le forze di resistenza a Gaza riguardo alla proposta sugli ostaggi». In realtà tra le milizie e anche tra Hamas ci sono divergenze. Infine, il capo dei servizi segreti turchi, Ibrahim Kalin, si è incontrato con il leader politico di Hamas, Ismail Haniye, a Doha, Capitale del Qatar. L’incontro ha affrontato temi come un possibile scambio di ostaggi tra Hamas e Israele, la ricerca di una soluzione per un cessate il fuoco permanente e la fine dell’assedio israeliano nella Striscia di Gaza.
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