
La reazione del centrodestra per il rilascio dell’imam di Torino Mohamed Shahin dal Cpr di Caltanissetta è dura e decisa.
Per il leader della Lega, il vicepremier Matteo Salvini, è «l’ennesima invasione di campo di certa magistratura ideologizzata e politicizzata che si vorrebbe sostituire alla politica. Dico “si vorrebbe” perché fortunatamente i cittadini tra poche settimane, a inizio marzo, avranno un appuntamento con la storia: il referendum per dire sì alla riforma della giustizia e allontanare un po’ di questa ideologia dai tribunali».
Fratelli d’Italia ha già preparato un’interrogazione urgente a firma dei deputati Sara Kelany, Augusta Montaruli e Francesco Filini. Al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, si chiede se, «data la gravità delle affermazioni del soggetto in questione e le implicazioni per la sicurezza nazionale, ritenga opportuno procedere a un’ispezione presso gli uffici della Procura e della Corte d’Appello di Torino per valutare la correttezza delle procedure adottate». Il testo verrà presentato questo venerdì. «Quella della Corte di Appello di Torino è l’ennesima sentenza che va contro le decisioni assunte dallo Stato per tutelare la sicurezza dei cittadini e che di fatto accontenta le richieste della sinistra che si è mobilitata con manifestazioni e atti politici a favore di un imam che ha giustificato l’attentato di Hamas del 7 ottobre 2023 affermando che non è stata “violenza”, ma una reazione legittima l’uccisione di 1.200 persone e il rapimento di altre 250. Vengono i brividi a pensare che una decisione del genere arrivi all’indomani della strage di Sidney contro la comunità ebraica», commenta Kelany. Montaruli, che a Torino ci è nata e cresciuta. Lo definisce «un epilogo sconcertante che arriva proprio in un periodo dove il proselitismo pro Hamas sta mietendo vittime e ancor più lo sarà dopo una decisione che permetterà di tornare a capo di una moschea a un personaggio ritenuto avente profili di pericolosità ben prima di questo ottobre, tanto da negargli la cittadinanza». Per il capo dei senatori di Fdi, Lucio Malan, «è preoccupante la tendenza di certi magistrati di andare sempre e comunque contro l’azione del governo a difesa della sicurezza degli Italiani». Da Forza Italia il primo a reagire è il presidente del gruppo al Senato, Maurizio Gasparri: «Assurda la decisione della Corte d’Appello di Torino di rimettere in libertà l’imam Shahin, nonostante un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza nazionale firmato dal ministro dell’Interno. Un fatto gravissimo che va contro le decisioni dell’autorità dello Stato e manda un messaggio pericoloso».
A celebrare il rilascio dell’imam di Torino dal Cpr di Caltanissetta i soliti noti. Inevitabile Ilaria Salis, che festeggia così: «Montaruli e Piantedosi, Fratelli d’Italia e Lega: sconfitti su tutta la linea; la loro caccia alle streghe di stampa maccartista è illegittima! Oggi, anche grazie alle mobilitazioni, vincono lo stato di diritto e la democrazia». Commento da stadio per il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: «Non passa settimana che il ministro Piantedosi non becchi un sonoro ceffone da qualche tribunale del nostro Paese. Oggi succede con la vicenda dell’imam di Torino, rinchiuso illegalmente in un Cpr. È quello che accade a chi non tiene conto delle leggi, che ad esempio libera i torturatori e i trafficanti libici», riferendosi al caso Almasri. Immancabile naturalmente anche la reazione della Cgil, che meno parla di lavoro e meglio sta: «Vittoria per Shahin, per la comunità torinese, per lo Stato di diritto» dichiara la sezione di Torino, aggiungendo: «Libero perché non è pericoloso. La Cgil di Torino esprime profonda gioia per la sua liberazione». Per i sindacalisti rossi diffondere odio e incitare alle rivolte (come quella del 7 ottobre) è diventata un’assoluta normalità.






