carciofi

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È iniziato il conto alla rovescia verso il pranzo di Natale e si cominciano a vedere nelle cucine i salumi che scandiscono la festa. Uno dei protagonisti di questo avvento gastronomico è sicuramente il cotechino. Oggi proponiamo una ricetta che può essere un ottimo antipasto o piatto di mezzo, oppure diventare un accattivante modo per riciclare un cotechino di troppo. Ci aiuta uno dei fiori di questa stagione: il carciofo.

Gli 007 del cibo ascoltati alla Camera: «Carciofi egiziani e formaggio lituano spacciati come italiani»
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Carciofi egiziani spacciati per primizie italiane, formaggio lituano venduto come Igp Italia. Sono solo alcune delle truffe scoperte l'anno scorso dal Dipartimento Antifrode del ministero dell'agricoltura, il cui responsabile, Felice Assenza, è stato audito martedì scorso in audizione in commissione alla Camera.

«Roma capoccia» anche del cibo sano
Carciofi alla giudìa (IStock)
La cucina della capitale conquista appassionati in tutta Italia. È semplice e ruspante, ma più leggera di quanto si crede: un maritozzo ha meno calorie di una brioche alla crema, le puntarelle depurano e la cicoria è digestiva.

I carciofi sono quasi in dirittura di arrivo, ma ci regalano ancora fragranze e croccantezze, specialmente i romaneschi che sono nel loro massimo splendore. Stavolta abbiamo scelto una ricetta che dialoga tra le due sponde dell’Adriatico. Se ne fa una versione molto simile a quella che proponiamo nelle campagne marchigiane, ma abbiamo scelto quella di un’amica croata: Nena che vive a due passi dal palazzo di Diocleziano, illuminato imperatore romano, che era nato a Spalato. Ci offre una declinazione rurale di questa preparazione in cui riconosciamo tutti i sapori del Mediterraneo.

Cuciniamo insieme: a tavola con Madame Butterfly. Ecco la Garmugia
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Un piatto che vi farà felici perché ci porta nelle campagne aristocratiche: quelle della lucchesia. Là dove ci sono le ville gentilizie che possono rivaleggiare con quelle venete. C'è una curiosità che fa felice gourmet e gentili signore: in quelle ville si coltivano camelie che fioriscono in primavera. Si raccolgono le foglie tenere per fare un tè specialissimo: il tè lucchese! Ma in quelle terre si fanno vini eccelsi e lì risuonano i versi pascoliani e le arie d'opera di Giacomo Puccini.

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