Problemi di logistica e addestramento: la resistenza per ora avrà pochi jet. Anche secondo «Foreign Policy» l’Occidente è ambiguo. Dmytro Kuleba protesta. Mosca: «Se i missili Usa saranno in Europa, colpiremo le capitali».
Jens Stoltenberg esige «impegni» su addestramenti e forniture belliche, con stanziamenti da 40 miliardi l’anno per l’Ucraina. La linea è chiara: il conflitto deve durare a lungo.
In Israele si infiamma la frontiera col Libano: sulla Galilea il lancio più massiccio dal 7 ottobre. Intanto le trattative sono ferme al palo. Gli Usa: «Il mondo intero prema su Hamas».
Giuseppe Conte, Marco Tarquinio e Michele Santoro (Ansa)
Il bellicismo macroniano è stato punito dagli elettori, ma i pacifisti in Italia non sono pervenuti. Non lo erano Giuseppe Conte (votò sì alle armi), né Marco Tarquinio (candidatosi nel partito sbagliato) né Michele Santoro. Giorgia Meloni premiata per essersi smarcata sull’invio di truppe.
Il robot «The Mis» fornito dall’Alleanza atlantica a Kiev è ora in mano ai russi. Sulla macchina, che si appoggia all’Intelligenza artificiale, era stata posta una taglia. Intanto Jens Stoltenberg abbassa i toni e cambia registro: «Non manderemo truppe al fronte».
Si intensificano le operazioni via aria e terra. Lanciati pure missili balistici.
La boutade del norvegese crea malumori anche dentro l’Alleanza: la sua sortita viene definita «inusuale». Il trattato istitutivo è chiaro: non spetta a lui decidere la linea politica e l’unione non ha natura offensiva.