2025-04-14
Mentre i dazi sconvolgono il mondo, l'Ue ci indebita per comprare missili
Ursula von Der Leyen (Ansa)
La Commissione punta a emettere già a maggio le obbligazioni belliche e a creare nuovi strumenti per l’escalation militare. Ma il mondo è alle prese con le gabelle Usa: le esenzioni su smartphone sono a tempo, «tasse» entro due mesi insieme ai chip.comprimario, per la Commissione europea la priorità resta il piano di riarmo. Il motivo ufficiale del perché sia diventato un tema prioritario risiede nella teoria di una imminente minaccia di aggressione russa, il motivo ufficioso è che l’aumento della spesa per la difesa è una richiesta che arriva dagli Stati Uniti che d’altro canto minacciano di abbandonare Nato e in generale il sostegno militare in occidente. Esiste una terza teoria, che nessuno può denunciare apertamente, ovvero che è partita la corsa ad accaparrarsi le commesse militari in arrivo. Chi prima arriva, più soldi fa e al momento la Francia sembra essere in testa. Insomma, che i mercati restino sull’ottovolante e le economie mondiali in preda a un costante allarme recessione all’Unione importa poco, la priorità è stabilire chi dovrà produrre quindi guadagnarci con missili, carri armati e sistemi di difesa spaziale. Ed è così che secondo le ultime informazioni la Commissione europea si sarebbe detta pronta a valutare nuove opzioni per finanziare il riarmo dell’Europa. «Siamo pronti a esplorare ulteriori opzioni di finanziamento della difesa. Al tempo stesso non vogliamo rallentare il passo nell’uso degli strumenti già messi sul tavolo», ha detto il commissario agli Affari economici Valdis Dombrovskis. «La minaccia di guerra da Est è asimmetrica e vogliamo tenerne conto nel prossimo bilancio comunitario». Mentre sono molti i Paesi a chiedere debito comune sul tavolo sono state messe varie ipotesi: la leva nazionale, nuove obbligazioni europee, fondi di coesione, il denaro della Banca europea degli investimenti, fondi privati.il centro-studi Bruegel ha proposto un progetto che permetterebbe di creare un ulteriore strumento, di tipo intergovernativo e simile dunque al Meccanismo europeo di Stabilità. Madrid propone un nuovo piano di debito comune, ma Dombrovskis non si è ancora espresso su nessuna opzione. E se il commissario agli Affari economici ancora non si esprime, ci pensa , il commissario alla Difesa Andrius Kubilius a farlo con un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore. L’ex premier lituano membro del partito popolare europeo, ha spiegato che a maggio potrebbe partire un nuovo piano di obbligazioni europee proposto dalla Commissione europea messo in piedi proprio per il riarmo europeo. «Discutere è una ottima cosa, ma non vogliamo perdere tempo. Ci aspettiamo passi avanti chiari su quanto è già sul tavolo», ha detto aggiungendo che i diplomatici stanno discutendo la partecipazione di Paesi terzi agli appalti finanziati dal programma noto con l’acronimo inglese Safe; la percentuale di componenti extra comunitari che non deve essere superata nel prodotto finale (la proposta della Commissione prevede una origine europea del materiale del 65% minimo); e il coinvolgimento del Consiglio nel processo decisionale. Sarebbe stato fatto anche una sorta di elenco della spesa: «49 brigate, 1.200 carri armati, 2.700 veicoli di fanteria, 900 pezzi di artiglieri». «Per non parlare», ha continuato, «dei cosiddetti elementi strategici, come gli aerei di rifornimento». Infine ha concluso: «Credo che i grandi Paesi dovrebbero discutere tra di loro della possibilità di un consolidamento del mercato».Se si emettessero nuove obbligazioni si andrebbe a seguire il modello francese messo in campo dal presidente francese Emmanuel Macron. È passato un mese dalla presentazione del Libro Bianco sul futuro della sicurezza in Europa, e nel frattempo è successo di tutto, ma è chiaro che il riarmo ormai sembra una strada imboccata dalla quale è difficile tornare indietro, troppi interessi ci ruotano intorno. E come la Francia anche la Germania nel frattempo sta correndo in solitaria sul riarmo. Anche la quantità di uomini delle forze armate sono destinate ad aumentare. Oggi non si arriva a 200.000 unità ma secondo le proiezioni Nato, la Germania dovrà schierare 460.000 uomini in caso di conflitto e questo sembra essere l’obiettivo del capo di stato maggiore tedesco Welt Carsten Breuer. Il futuro cancelliere Friedrich Merz si è già impegnato a stanziare centinaia di miliardi per a una ristrutturazione delle infrastrutture, ma le forze armate tedesche avranno bisogno di quasi mezzo milione di uomini. Attualmente ci sono 60.000 riservisti e altri 100.000 verranno selezionati tra gli ex militari.L’obiettivo è formare altri 100.000 soldati per trasformarli in riservisti entro il 2029. In Franca invece l’obiettivo di Macron sono 210.000 uomini e 80.000 riservisti entro il 2030. Londra adesso può contare su 135.000 uomini nelle forze armate e 30.000 riservisti. Il premier britannico, Keir Starmer, ha lanciato una massiccia campagna di reclutamento ma l’impresa appare ardua perché nel 2024 circa 15.000 soldati hanno lasciato le forze armate, metà di questi con «dimissioni volontarie». Nel frattempo il mondo si muove in un’altra direzione e le novità vere arrivano sul fronte dei dazi statunitensi. L’esenzione dei dispositivi elettronici dai dazi reciproci, (smartphone e pc) è stata dichiarata temporanea, perché saranno probabilmente soggetti a «dazi sui semiconduttori» che entreranno in vigore «fra un mese o due». Questa volta la cattiva notizia la fornisce il Segretario al Commercio Howard Lutnick in un’intervista alla Abc.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)