2018-12-14
Sviolinate agli amici e lezioncine. Anteprima dello show del Bullo in tv
Domani sera sul Nove debutta il programma di Matteo Renzi, telecicerone che racconta la sua Firenze. Grandi ringraziamenti al manager Lucio Presta e al sodale Dario Nardella, qualche cenno storico e tanta teatralità.Un po' Alberto Angela, un po' Giorgio Vasari, un po' l'allegro chirurgo quando ha calzato un guanto bianco per sfogliare il certificato di morte di Lisa Gherardini, la Monna Lisa di Leonardo da Vinci, custodito nell'archivio parrocchiale di San Lorenzo.Con una scenografia volutamente spartana, solo una sedia rossa e un maxischermo, Matteo Renzi («sono un ex sindaco che è stato casualmente anche presidente del Consiglio», e verrebbe da chiedere a Enrico Letta quanto sia veritiero quel «casualmente») ha presentato in diretta Facebook la sua ultima creatura: il documentario Firenze secondo me. Che andrà in onda, in quattro puntate, sul Nove (Sky) a partire da sabato prossimo, in prima serata (con un possibile sequel dedicato alla gastronomia e alla moda, pare). Ridotte al minimo le incursioni sull'attualità politica e sul Pd («non si parla del congresso, non si parla delle primarie, ma di qualcosa di più grande»), l'ex inquilino di Palazzo Chigi ha commentato il trailer e alcune «perle» del reportage girato nei luoghi più famosi e rappresentativi della città. Dagli Uffizi all'Istituto degli Innocenti, dal Duomo al convento di San Marco. Il produttore per Discovery è Lucio Presta, e Renzi l'ha presentato (e ringraziato) con un amarcord governativo: «È naturale che il giorno dopo in cui hai perso il potere è più difficile trovare delle persone che ti prestano ascolto, che ti dedicano attenzione», si è rammaricato. «E mi ha molto colpito che vi fosse qualcuno che, negli anni di Palazzo Chigi, pur conoscendoci, non mi aveva mai telefonato, ci siamo scambiati qualche sms ogni tanto, e che dopo nel momento in cui invece io ho lasciato il potere mi ha detto: “Guarda, questo progetto è talmente pazzo che piace anche a me, e lo facciamo insieme"».Dopo la sviolinata, Renzi ha però indossato i panni del divulgatore d'arte e si è lanciato in un'appassionata analisi del quadro a cui è più affezionato: la Madonna del Cardellino di Raffaello, conservato negli Uffizi. Un'opera che mostra la Madre Celeste nell'atto di sorreggere Gesù bambino mentre riceve da Giovanni Battista un uccellino che simboleggia la futura Passione e la Crocefissione. Il Figlio di Dio cerca il contatto con la mamma con il piedino, e questo «è un momento di grande tenerezza». Non è mancato un sincero momento di commozione quando l'ex premier si è soffermato sull'attentato di Via dei Georgofili («una strage terroristica fatta dalla mafia di Totò Riina») che provocò cinque vittime, uno studente universitario e un'intera famigliola.«Quando facevo il capo del governo mi prendevano in giro su Firenze, era tutto un “ci vediamo a Firenze", e in più di una circostanza è stata sede di incontri internazionali, qual è secondo me sua vocazione e suo destino. La discussione di oggi sul Pd, sul centrosinistra e su tutto il resto non ha ragione d'essere. Qui parliamo di bellezza», ha sottolineato ancora Renzi, «quando entri in un museo, questo ti interpella, ti interroga. È il significato profondo della bellezza. Non è un caso che il documentario parta da Palazzo Pitti e si concluda a Palazzo Pitti, dove Dostoevskij scrisse la frase “la bellezza salverà il mondo". Messaggio di natura culturale e di politica con la P maiuscola».Alla politica con la «p» minuscola ha dedicato solo rapidissimi cenni. Il primo, quando ha fatto una chiara allusione al governo gialloverde. «Abbiamo mostrato la Piagnona, la campana che i fiorentini decisero di prendere a frustate quando fu ucciso Savonarola: da qui abbiamo parlato di che fine fanno coloro che investono sul populismo ante litteram, di questo si parlerà».Il secondo, l'ha riservato a sé stesso: «Il mio lavoro è quello di senatore dell'opposizione, e lo faccio cercando di non fargliene passare mezza», alla maggioranza di governo, «e di valorizzare le cose in positivo se ci sono». A chi gli chiedeva se fosse preoccupato per una possibile vittoria della Lega alle amministrative 2019 a Firenze, l'ex premier ha risposto ricordando «l'affetto, la stima, l'ammirazione, l'amicizia che ho per Dario Nardella; ogni parola in più sarebbe di troppo». E, dopo la presentazione, si è aperto il buffet. C'è la schiacciata all'olio.
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