2021-10-19
I ballottaggi confermano il ko. Il centrodestra ora volti pagina
Enrico Letta (Getty images)
È finita come immaginavamo e come avevamo scritto due martedì fa, a seguito della prima tornata delle amministrative. Il centrosinistra ha vinto a mani basse, conquistando dopo Milano, Bologna e Napoli, anche i sindaci di città capoluogo come Roma e Torino. Se avessimo dovuto scommettere un euro sul risultato, avremmo infatti puntato sulla vittoria di Roberto Gualtieri nella Capitale e di Stefano Lo Russo sotto la Mole. Per un soffio, il centrodestra ha retto a Trieste, ma non ce l'ha fatta nella culla della Lega, ossia a Varese. Ci sarà naturalmente tempo per analizzare le ragioni di una sconfitta e per sondare i motivi del successo della sinistra, ma in attesa di leggere meglio i flussi elettorali, due considerazioni balzano all'occhio. La prima è che l'area moderata ha scelto i suoi candidati tardi e male. A Roma, Milano, Napoli e Bologna si è arrivati per sfinimento a indicare chi avrebbe guidato la coalizione. Per mesi si è sfogliata la margherita in cerca di una figura ideale, per rendersi conto a poche settimane dal voto che l'uomo o la donna ideale non c'erano e dunque bisognava fare di necessità virtù. Chiamiamo le cose con il loro nome: il centrodestra non ha una classe dirigente da cui pescare persone ritenute valide per guidare le città e all'appuntamento elettorale delle amministrative arriva quasi sempre in affanno, senza avere idee chiare, spesso subendo le candidature invece di sceglierle. La seconda considerazione è che avere un partito che sta al governo e un altro all'opposizione, dei due più grandi che compongono il centrodestra, non dà l'idea di una coalizione unita, né tantomeno dà agli italiani la sensazione di una linea chiara. La competizione fra Lega e Fratelli d'Italia e, in parte minore, anche con Forza Italia, ha fatto pensare che troppi galli nel pollaio avrebbero finito prima o poi per azzuffarsi.Detto ciò, anche se canta vittoria, il centrosinistra ha poco da rallegrarsi, perché ha vinto più per assenza di avversari che per merito proprio. Senza dimenticare che alle urne ci è andata la minoranza degli italiani, in quanto la maggioranza è talmente schifata da quel che sta accadendo da preferire restare a casa. Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna continueranno a essere amministrate - male - dai compagni, ma questo non fa dell'Italia un Paese di sinistra, semmai un Paese che ancora non è riuscito a liberarsi dell'influenza della sinistra. Per dirla chiara, noi ci auguriamo che la scoppola di ieri, unita a quella di due settimane fa, faccia riflettere i leader di centrodestra in vista della scelta del presidente della Repubblica, ma soprattutto, delle prossime elezioni. È a queste sfide che Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia si devono preparare. In primavera si nominerà il capo dello Stato e per una volta non lo vorremmo di sinistra, mentre nella primavera del 2023 si rinnoverà il Parlamento e dopo anni desidereremmo che la maggioranza non fosse in mano ai compagni. Dunque, animo: mettete da parte i malumori per la batosta di ieri e rimboccatevi le maniche. E, soprattutto, vedete di non farvi fregare da una nuova legge elettorale fatta apposta per regalare il Paese a chi lo ha perso.