2024-07-26
Stellantis va in rosso con l’elettrico e vende il gioiellino dei robot Comau
L'ad di Stellantis, Carlos Tavares (Ansa)
Utili giù del 48%. La società di automazione passa a un fondo, possibile golden power.Robot industriali e braccia elettroniche, esoscheletri che facilitano il lavoro degli operai e pinze di saldatura iper-tecnologiche, strumenti per la guida autonoma e macchinari per il taglio laser e al plasma: quando si parla di industria 4 e 5.0 e automazione dei processi, il riferimento per la produzione in Italia è Comau. Un gioiellino, nato come consorzio macchine utensili, fondato nel 1973, che comprendeva diverse piccole aziende con sede a Torino che fornivano tutte i macchinari al gruppo Fiat. Poi come spesso è successo con le aziende piemontesi performanti dell’automotive, Fiat l’ha inglobata e Comau è diventata uno dei fiori all’occhiello dell’industria italiana in Europa e nel mondo. Che ci fosse un piano per cedere parte dell’azienda era risaputo, l’accordo rientrava nella fusione tra l’ex Fca e il gruppo Psa da cui nel gennaio del 2021 è nata Stellantis. Come questo piano venisse declinato molto meno. Non a caso ieri i sindacati hanno levato gli scudi e chiesto l’intervento, attraverso il golden power, del governo per scongiurare o almeno limitare gli effetti negativi della cessione di Comau al fondo internazionale One Equity Partners. «Esprimiamo contrarietà alla cessione di Comau a un private equity, poiché ci preoccupa il rischio di disperdere un prezioso patrimonio professionale e industriale, e chiediamo un intervento del governo», evidenzia il responsabile del settore auto della Uil Gianluca Ficco, «Stellantis ci ha informato di aver firmato un accordo preliminare per la cessione del 50,1% di Comau. Le motivazioni della cessione risiedono da una parte nel fatto che l’automazione industriale non è considerata parte del core business del gruppo e dall’altra nella speranza che Comau rendendosi autonoma possa cercare occasioni di sviluppo al di fuori dall’automotive». Il Mimit, comunque, ha già fatto sapere che sta valutando la possibilità di applicare il golden power. Vedremo. Del resto la notizia della cessione è arrivata ieri senza il corredo di altri particolari: si sa solo che Stellantis, almeno per adesso, resterà un azionista di minoranza attivo. È vero che con la nuova proprietà, Comau avrà accesso a nuove risorse che le consentiranno di crescere più rapidamente, come auspicato dal management da più anni. Ma è altrettanto vero che in queste operazioni, conosci le condizioni di entrata, ma non sai mai come ne verrai fuori. Perché una cosa è certa: non siamo davanti a un’operazione industriale come invece molti auspicavano. Il fondo di mestiere rivende. Ristruttura, migliora le performance e poi cede a chi gli offre di più. Molto spesso con un riferimento temporale di un lustro. Da qui le comprensibili preoccupazioni dei sindacati. E non bastano le rassicurazioni fornite sulla conferma dell’attuale management: «Il presidente esecutivo Alessandro Nasi e l’amministratore delegato Pietro Gorlier manterranno le rispettive posizioni, così come il resto del management». Così come di circostanza vanno considerate le dichiarazioni di Carlos Tavares: «Negli ultimi 50 anni, Comau è diventata leader nel campo delle soluzioni di automazione», ha evidenziato l’ad di Stellantis, rimarcando che «questa operazione ha lo scopo di aiutare Comau a raggiungere la propria autonomia e rafforzare ulteriormente il suo successo a vantaggio di tutti i suoi stakeholder, in particolare i suoi dipendenti e i suoi clienti. Offre inoltre a Stellantis la possibilità di concentrarsi sulle attività del suo core business in Europa». Anche perché Tavares al momento ha altre preoccupazioni. Deve fare i conti con i numeri di una semestrale disastrosa e con la Borsa che ha bocciato la gestione di questa prima parte del 2024: il titolo a Piazza Affari ha perso l’8,7% scendendo a quota a 16,67 euro. I ricavi netti sono infatti in calo del 14%, a 85 miliardi, mentre l’utile netto è sceso del 48%, a 5,6 miliardi. «La performance della società nella prima metà del 2024 è stata inferiore alle nostre aspettative, riflettendo un contesto settoriale difficile ma anche problematiche operative aziendali», ha evidenziato il manager portoghese, «mentre da un lato si rendevano necessarie azioni correttive, ora in fase di esecuzione, dall’altro abbiamo avviato un’offensiva sui prodotti, che prevede non meno di venti nuovi modelli da lanciare nel corso dell’anno, e che offrirà maggiori opportunità quanto più eseguita bene».La realtà è che Stellantis invece di continuare a chiedere incentivi a pioggia per l’auto elettrica dovrebbe fare un mea culpa e ammettere il fallimento della strategia del full electric che è completamente da ripensare. Vero che si sta puntando di più sui modelli ibridi, ma la sensazione è che fino a quando la nuova Commissione Ue non si sarà insediata e fino a quando i battibecchi della politica non lasceranno spazio ai programmi verdi dell’Europa è difficile ipotizzare una svolta a 360 gradi rispetto alla sfrenata corsa verso il green. Certo, in quanto a previsioni strampalate sull’elettrico, da Volkswagen per arrivare fino a Ford, Stellantis è in buona compagnia, ma questo di certo non la giustifica.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.