2020-10-12
Richiudono tutto su dati farlocchi
Più tamponi si fanno, più positivi si trovano. Però non ci dicono che nella stragrande maggioranza sono asintomatici. E quindi, parola di medici e di Oms, poco o nulla contagiosi. Le terapie intensive sono semivuote. Ma oggi il governo darà una nuova stretta. Mascherine pure per l'attività motoria all'aperto. Stop a feste e calcetto. Controlli nelle case.«Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente». Così si esprimeva il cinese (tanto per cambiare) Mao Zedong. Ai tempi del Covid, cinese pure lui, l'aforisma va però corretto.Non è eccellente la Babele intorno al coronavirus: su genesi, effetti, prevenzione, cure, protocolli e competenze.«Per contenere l'epidemia la sanità pubblica deve puntare a una comunicazione chiara, che non drammatizzi e non sminuisca. Gli italiani sono dotati di abbondante buon senso e sono perfettamente in grado di capire cosa fare, se i fatti sono loro presentati in maniera chiara e onesta».Parole sante, quelle di Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma e componente del Cts, il famigerato Comitato tecnico scientifico (con annessa provocazione di giornata del virologo Andrea Crisanti che ieri, domenica, si è chiesto: «Com'è possibile che nel Cts non ci siano le migliori menti dell'università italiana?»).Peccato però che il cittadino comune rimanga attonito rispetto al crescendo rossiniano degli allarmi, soprattutto su un aspetto che si sta rivelando dirimente: quanti tra i nuovi positivi sono asintomatici? E quanto questi sono contagiosi?Io non sono un «negazionista»: anche volessi, ho quasi 60 anni, non me lo posso permettere. Ma confesso il mio disorientamento, non tanto da giornalista quanto da man in the street, l'uomo della strada di tradizione britannica, davanti al balletto di accuse e controaccuse, a colpi di wrestling verbale (i politici tra di loro, idem gli uomini di scienza, quando le due categorie non si accapigliano a vicenda), e con i numeri piegati alle esigenze delle tesi e antitesi di turno.I mass media ci mettono del loro.Fin quando i morti purtroppo marciavano a tre cifre, infatti, il primo dato a essere evocato in ogni tg, talk show o titolo di giornale, era quello dei decessi.Quando questi si sono ridotti, ecco la virata sui positivi. Che sono indubbiamente aumentati, ma al punto di poter strologare di «esplosione» dei contagi, di progressione «fuori controllo»?Dall'inizio di settembre ho per esempio notato che la tv, nel fornire gli aggiornamenti sull'andamento del Covid, ha adottato due diversi linguaggi. Quando i nuovi positivi erano in aumento rispetto al giorno prima, la faccia del conduttore era di circostanza, come quello di un becchino che ti porge le condoglianze per la scomparsa di un tuo caro. Ma quando invece il numero era inferiore a quello delle 24 ore precedenti, il medesimo conduttore faceva una pausa, per dare al telespettatore il tempo di consolarsi, salvo poi infilzarlo: «Sì, ma con meno tamponi», quasi a dire: non penserai mica che si veda la luce in fondo al tunnel, vero?E dire che specialisti come Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, sostengono l'inutilità dei tamponi «a tappeto» (e quindi dei bollettini a essi collegati), perchè «è un metodo che scatta un'istantanea che il giorno dopo può cambiare». Anche perché poi bisognerebbe intendersi su quale test sia più affidabile, come da titolo della Stampa del 7 ottobre: «Regioni in ordine sparso. Sierologici, rapidi, molecolari. Italiani persi nel caos tamponi». Ora, logica vorrebbe che se un positivo è asintomatico, questo dovrebbe significare che la carica virale che lo ha investito è evidentemente a basso voltaggio, non avendogli provocato febbre, tosse, mal di gola, bronchite, difficoltà respiratorie e gli altri sintomi correlati alla presenza del Covid (ma che sono indizio anche di patologie diverse: dico solo che mio figlio a settembre è stato allontanato dall'asilo perché gli colava il naso, obbligato dal pediatra - in base ai protocolli - a fare il tampone per avere il certificato necessario al rientro, con tutti gli annessi e connessi quanto a code infinite al drive in, con noi genitori messi in isolamento fiduciario, il tutto per risultare ovviamente negativo, un delirio: non oso pensare cosa succederà dalla metà di ottobre in avanti nelle scuole).Sono dunque andato a cercare informazioni sul sito dell'istituto Bambino Gesù di Roma, dove ho appreso quanto segue.1«Esiste la possibilità che le persone asintomatiche, cioè infettate dal virus ma senza alcun sintomo, possano trasmettere la malattia». E qui confesso la mia ignoranza: sulla base dell'infodemia (l'overdose da notizie), io consideravo scontata la contagiosità, che peraltro alcuni medici continuano a sostenere. Vedi Alessandro Perrella, infettivologo dell'ospedale Cotugno ed esperto della task force anti Covid-19 della Regione Campania: «Stiamo rilevando che la contagiosità c'è sempre» (resterebbe poi da capire quanto debba essere «stretto» il contatto con chi non presenta sintomi, dal momento che sul sito del ministero della Salute per la trasmissione del virus sono necessari o la stretta di mano, o il contatto con secrezioni, o un faccia a faccia a distanza di meno di due metri per «almeno» 15 minuti: ma se il mio interlocutore è asintomatico cosa mi trasmette, e come?).Dal sito dell'ospedale pediatrico di Roma, tuttavia, parrebbe che gli asintomatici possano veicolare il contagio, quindi, ma non di default, ossia non automaticamente.2 «Essere infettati dal nuovo coronavirus ma asintomatici può significare che si è ancora nelle fasi iniziali oppure che, pur essendosi infettati, non si svilupperà mai la malattia. Anche senza ammalarsi, tuttavia, chi è positivo al Covid può in rari casi contagiare gli altri. L'Organizzazione mondiale della sanità ritiene che si tratti di un'evenienza molto rara, ma non per questo da sottovalutare».Io sono ipocondriaco, e non sottovaluto proprio nulla. Ma mi si perdonerà lo spaesamento. Io reputavo infatti l'asintomatico un untore peggiore del sintomatico: perché questo lo si individua (ha tosse e febbre), quello, subdolo bastardo, no.E invece il positivo senza sintomi «può in rari casi contagiare gli altri». Non basta. Esponenti autorevoli di grandi università, da Harvard a Oxford a Stanford, hanno sottoscritto la Great Barrington Declaration, che invita i governi a ripensare le politiche fin qui adottate contro il Covid. Piero Sestili, ricercatore e docente di farmacologia all'università di Urbino, sottolinea: «Non è negazionismo ma un'analisi dell'evoluzione della malattia. I numeri attuali indicano che l'aumento dei contagi, scoperti grazie a un numero maggiore di test, non corrisponde a un incremento proporzionale di ricoveri, ingressi nelle terapie intensive e decessi».Sentite poi Massimo Clementi, professore ordinario di virologia al San Raffaele di Milano: «Il Cts ci tratta come bambini. Il coronavirus infetta in varie fasi successive. Secondo alcuni modelli matematici ogni ondata è più lieve della precedente». Ma gli asintomatici non sono i diffusori occulti? «No. Infettano relativamente e per pochi giorni. I superdiffusori asintomatici poi sono rarissimi».Già alla fine di agosto, poi, il succitato Bassetti spiegava che la maggior parte dei positivi al tampone era asintomatica (in quel momento con percentuali bulgare: il 90%), «il che significa che non sono malati. Ma devono comunque isolarsi in quarantena, come del resto succede con qualunque altra malattia infettiva che possa provocare gravi infezioni negli altri». Insomma, «casi» non va tradotto meccanicamente con «malati». Si vuole comunque a tutti i costi decretare lockdown sempre più stringenti ed estesi? Va bene (si fa per dire). L'importante è che poi tra qualche mese non riemerga il Walter Ricciardi di turno a spiegare che la serrata è stata «una misura di cieca disperazione».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)