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I giudici stanno sempre con i ladri

I giudici stanno sempre con i ladri
Giudici (Ansa)
Dopo quella che ha punito il gioielliere Mario Roggero, un’altra sentenza sconcertante a Perugia: negata l’aggravante della rapina per un furto violento di un cellulare. Per le toghe «la colluttazione non ci sarebbe stata se la vittima non avesse reagito».

Siete convinti che la legge tuteli le persone oneste? Beh, vi sbagliate, perché la legge sta dalla parte di ladri e rapinatori, per lo meno se si dà retta a certe sentenze. A Perugia, infatti, la Corte d’appello non ha riconosciuto le aggravanti a carico di un uomo che aveva cercato di sottrarre uno smartphone a una donna, strappandoglielo dalle mani mentre questa era all’interno della sua vettura. Nonostante la colluttazione nata tra il malvivente - che voleva appropriarsi del cellulare - e la vittima, per i giudici non si può parlare di rapina, ma soltanto di furto aggravato e dunque il delinquente è stato condannato alla pena minima di due anni e non a quella dai cinque in su prevista nel caso in cui il tribunale avesse deciso di riqualificare l’accusa.

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Frenata sull’accordo dopo le accuse russe: «Tentato raid ucraino contro casa di Putin»
Volodymyr Zelensky e Donald Trump (Ansa)
  • Ira di Donald Trump per l’attacco. Kiev nega: «Bugie per minare l’intesa». Sergej Lavrov: «La nostra posizione negoziale cambierà».
  • Conquistati, secondo l’esercito, 334 insediamenti in 12 mesi e 700 chilometri quadrati a dicembre.

Lo speciale contiene due articoli

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Edicola Verità | la rassegna stampa del 30 dicembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 30 dicembre con Carlo Cambi

Il Colle fa un favore a pm e sinistra e ritarda la data del referendum
Sergio Mattarella (Ansa)
  • Giorgia Meloni puntava su inizio marzo, ma non c’è accordo con Sergio Mattarella. Ora l’obiettivo è il penultimo week end del mese. I comitati per il No invece vogliono rinviare le urne a maggio per provare a recuperare lo svantaggio.
  • Un ordine del giorno di Fdi impegna l’esecutivo a far votare i connazionali in presenza. Antonio Di Pietro, che aveva dato l’allarme, esulta. Oggi voto finale alla Camera sulla manovra.

Lo speciale contiene due articoli

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Renzi fa più ridere di Zalone (nella realtà)
Matteo Renzi (Ansa)
L’ex premier, alla disperata ricerca di visibilità, accusa i meloniani di pensare al film «Buen Camino» anziché al taglio delle tasse. Piccolo dettaglio: nessun esponente di Fdi ha parlato della pellicola. L’unico a farlo è stato Renzemolino, e ci fa scompisciare...

Dura vita quella del Renzemolino, prezzemolino al sapor di Matteo Renzi. Voi mettetevi nei panni del leader di Italia (quasi) viva: è il 29 dicembre e tocca anche oggi trovare un modo per finire sui giornali. Che fare? Nonna Maria che compie 106 anni ce la siamo già giocata per Natale, il dibattito sulla manovra langue, le polemiche sul ceto medio non si confanno al post panettone, figuriamoci quelle sul campo largo o larghetto. E dunque? Nei giorni scorsi Renzemolino ha provato a lanciare una nuova parola d’ordine contro Giorgialand, ma la trovata (assai lessa) non ha fatto presa. Un po’ meglio la battuta sul dibattito in Senato «durato meno del concerto di Baglioni». Ma ci vuol altro per guadagnarsi un titolo mentre l’Italia prepara i botti di Capodanno. E così ecco il colpo di genio: aggrapparsi all’uomo dei miracoli, al comico che muove le folle, al re del botteghino e della visibilità. Aggrapparsi a Checco Zalone. Alle 10.55 di lunedì 29 dicembre arriva il post. E così, anche per oggi, Renzemolino è salvo.

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