2020-02-24
I profumi si fanno sempre più esclusivi. E costosi
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Le stime per il primo semestre del 2020 continuano sulla strada del segno positivo, indicando una crescita dell'1,5%. Ma l'incremento è dovuto principalmente ad un aumento «di prezzo significativamente superiori alla media del comparto». L'ultima moda per i consumatori di lusso è quella delle fragranze molecolari, capaci di adattarsi al ph della pelle di chi le indossa. Stanco dei soliti brand? Ora potete create un'eau de parfum su misura per te grazie al sito Tailor made fragrance. Esxence è la fiera italiana più importante del settore. A Milano, dal 16 al 19 aprile. Lo speciale contiene quattro articoli e gallery fotografiche.Mercato dei profumi in crescita grazie ai prezzi che lievitano. A fine 2019, secondo gli ultimi dati pubblicati dal centro studi di Cosmetica Italia, associazione nazionale delle imprese cosmetiche, il canale profumeria ha registrato una crescita del 2%, confermando il trend positivo iniziato nel 2018. Dopo anni di contrazione il settore dei profumi aveva infatti registrato un +1,5%. La crescita era stata supportata principalmente dagli incrementi di prezzo. E il valore totale a fine 2018 si era fermato a circa 2 milioni di euro. Il 2019 ha proseguito il trend positivo iniziato l'anno precedente. E le stime per il primo semestre del 2020 continuano sulla strada del segno positivo, indicando una crescita dell'1,5%. Incremento dovuto principalmente ad un aumento «di prezzo significativamente superiori alla media del comparto» sottolinea il report. Il valore totale si è dunque assestato a fine 2019 a poco più di 2.050 milioni di euro. Dato che conferma la profumeria al secondo posto, dopo la grande distribuzione, con una quota del 20% nel comparto cosmetici. Il settore vede contrapporsi realtà più dinamiche che putano molto sulla valorizzazione del marchio e le attività promozionali alle profumerie tradizionali di vicinato. Le realtà più piccole dal canto loro, negli anni, hanno virato sulla «specializzazione». E dunque esclusività è diventata la parola d'ordine. Non sono infatti pochi i negozi che forniscono profumazioni quasi ad hoc per i singoli clienti. Il report ha poi evidenziato come stiano nascendo nuovi fenomeni, come: le profumerie monomarca, le catene di lusso, i parfum bar, fino alle nuove esperienze che incrociano l'e-commerce. E dunque le vendite nei negozi fisici si sono abbassate rispetto al passato anche a causa proprio della presenza sempre più prepotente dello shopping online. Nonostante azioni di sostegno come nuovi lanci la riduzione degli stock venduti nei punti fisici sta provocando la crisi di alcuni punti vendita indipendenti. Questo fenomeno è dunque andato ad incrementare sempre di più la dicotomia piccole e grandi realtà, che riescono a sopravvivere con maggiore facilità all'avanzata del digitale. E dunque proprio le nuove forme distributive hanno accelerato la trasformazione nel settore della profumeria. Le vendite online sono infatti continuate a crescere anche nel 2019. Secondo il report la crescita proiettata è di 22 punti percentuali. A questo è ovviamente associato un volume di vendita che supera i 470 milioni di euro. "Occorre considerare che l'ingresso di nuove piattaforme internazionali di vendita sta accelerando le dinamiche interne con evidenti difficoltà nella misurazione" precisa il report. E per quanto riguarda le vendite dirette (porta a porta)? In generale questo genere di vendite riescono ad intercettare la fiducia dei consumatori, riuscendo a proporre listini e condizioni commerciali più agevoli. Negli ultimi trimestri però c'è stata una brusca frenata, causata soprattutto dallo spostamento verso forme di distribuzione molto più innovative oltre che alle difficoltà incontrate da alcune imprese specializzate che stanno rimodulando l'organizzazione di vendita. Nonostante questo il sell-out supera i 480 milioni di euro, sensibilmente superiore alla distribuzione nelle erboristerie. In questo caso i dati mostrano come nel 2019 l'andamento dei consumi nelle erboristerie ha segnato un rallentamento. Il valore delle vendite si è infatti fermato a 441 milioni di euro (+0,2%).
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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