2020-01-03
Sono i ladri la nuova piaga delle campagne italiane. Furti per 300 milioni all’anno
In aumento in tutto il Paese le razzie di prodotti e mezzi agricoli. L'allarme di Coldiretti: contadini spesso rovinati da bande dell'Est, con mandanti mafiosi.Prendono tutto: dalle etichette nobili al prosecco da discount. Un colpo pure al Vinitaly.Lo speciale contiene due articoli. Rubano le ciliegie a maggio, l'uva da tavola fra agosto e ottobre, le mandorle a settembre, le olive fino a dicembre, gli ortaggi tutto l'anno. Ladri improvvisati o criminali super efficienti fanno sparire trattori, bestiame, rame, fitofarmaci. I furti nelle campagne provocano almeno 300 milioni di euro di perdite l'anno per gli agricoltori italiani, secondo una stima della Coldiretti. Accade su tutto il territorio nazionale, non ci sono più Regioni risparmiate da raid peggiori di sciami di cavallette, perché volatilizzano raccolti, distruggono i campi, lasciano i coltivatori in ginocchio. Le assicurazioni sono costose e in alcune zone non concedono la copertura a causa delle alte percentuali di furti e truffe. Il dossier di quest'anno dal titolo Agromafie. 6° rapporto sui crimini agroalimentari in Italia, ha dedicato una ventina di pagine al capitolo che fotografa la «crescita allarmante» di furti di prodotti e merci agricole, «complici la crisi economica, gli eventi climatici» estremi che decimano i raccolti rendendo frutta e verdura «merce rara e preziosa».Spesso a compiere il furto sono bande provenienti da Paesi dell'Est europeo, anche se «il più delle volte alle spalle vi sono come mandanti organizzazioni criminali di stampo mafioso», si legge nel rapporto. Rubano di tutto, nulla viene risparmiato. Secondo l'Osservatorio nazionale zoomafia, spariscono almeno 150.000 capi di bestiame, tra bovini, maiali, cavalli, agnelli e pecore. Le cifre reali sono molto più alte, ma pochi denunciano per paura di ritorsioni. Sono passati quasi dieci anni da quando Massimo, piccolo allevatore di Adria in provincia di Rovigo, riuscì a far catturare una banda di pugliesi che operava nel Triveneto, facendoli fuggire. «Portavano via i vitelloni, quelli che hanno la carne considerata più pregiata, la famosa fettina», ricorda l'imprenditore oggi quarantenne. «In pochissimo tempo riuscivano a caricare sui camion bestie che pesano 750 chilogrammi l'una, buttando paglia per terra in modo da attutire ogni rumore. Questi animali impazziscono alla vista di steli secchi, ci giocano come dei bambini, così per mantenerli calmi utilizzavano stracci imbevuti di ormoni femminili. Mio padre non ebbe paura, sparò in aria: i malviventi scapparono nei campi abbandonando l'automezzo fuori dalle stalle. Quando i ladri denunciarono il finto furto del camion, vennero catturati». Massimo, che dopo anni ancora preferisce mantenere l'anonimato perché i processi non sono chiusi, fu fortunato rispetto alle tante vittime di abigeato, la sottrazione di bestiame, fenomeno spesso collegato alla macellazione clandestina che rende impossibile rintracciare l'origine degli animali e assicura profitti altissimi. Tutto in nero.Da Nord a Sud, l'intero territorio agricolo nazionale subisce la crescita di ruberie. In Piemonte portano via soprattutto nocciole, «l'oro marrone». Fanno gola i mille ettari di noccioleti che sostituiscono molti vigneti e generano un volume d'affari di circa 7 milioni di euro. I furti nelle Langhe e nell'Astigiano alzano alle stelle il prezzo della «Tonda gentile», che vale circa 500 euro al quintale. La pregiata cipolla rossa di Breme, dolce, croccante e digeribile, è l'ortaggio più rubato nel Pavese, in Lombardia. L'Emilia Romagna soffre furti di forme di parmigiano reggiano, vendute sul mercato nero facendo crollare il prezzo della Dop ai danni delle aziende produttrici, ma deve fare i conti anche con i predatori di kiwi. A Savignano sul Panaro, in provincia di Modena, i proprietari di un'azienda agricola hanno dovuto organizzarsi in turni di notte, dormendo in auto per fermare i ladri che spogliavano gli alberi da frutto. Le verdure del Lazio fanno gola, in particolar modo la scarola e i carciofi, mentre dalla zona di Viterbo fanno sparire le nocciole. In Puglia i furti più consistenti riguardano olive, mandorle e uva, in Campania rubano ovunque: «Nel Salernitano sono all'ordine del giorno razzie di rimesse e cantine da cui vengono sottratti ingenti quantitativi di olio extravergine di oliva», denuncia il rapporto di Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell'agroalimentare. La Costiera amalfitana registra continue scorribande nelle piantagioni per portar via i pregiati limoni. I bulbi di zafferano e gli agrumi sono la merce agricola più sottratta in Sicilia.All'elenco di frutti della terra rubati, si aggiunge la lista dei mezzi agricoli che ogni anno spariscono. Furti di trattori, fitofarmaci, attrezzature da lavoro sono in aumento in Lombardia, Piemonte, Toscana, «soprattutto la provincia di Pisa: nel corso del 2018 sono stati segnalati moltissimi casi di sottrazione di bestiame, ortaggi, macchine agricole, gasolio e rame», nelle campagne laziali dell'Agro pontino, in Puglia e Sicilia. I ladri caricano i mezzi su tir, di solito destinati ai mercati dell'Est europeo. Oppure li imbarcano su traghetti alla volta di Russia, Africa, Medio Oriente. La macchina agricola viene agganciata e trainata fuori dal terreno, o caricata su camion e fatta sparire. Verrà modificato il numero di telaio e il mezzo reimmatricolato, ma c'è chi lo smantella e ne vende i pezzi, come ricambi, pure nel nostro Paese. Aumentano i furti nei vivai nella provincia di Pistoia e in Liguria, nella zona di Imperia dove si concentra il florovivaismo e da dove spariscono non solo mimose e altri fiori pregiati come anemoni e ranuncoli ma «anche fogliame, le fronde verdi ornamentali destinate a mazzi fioriti e composizioni, molto richieste all'estero», spiega Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria. «Il ruscus (Danae racemosa, ndr) viene venduto a 10 euro al chilogrammo, razziando pochi metri quadrati i ladri fanno un bottino di 5-10.000 euro», lamenta E. G., imprenditore in Valle Armea che preferisce comparire solo con le iniziali. «Io in due anni ho subito tre furti, l'ultima volta ben 50 quintali di verde ornamentale. Strappano le piante senza accorgimenti, per tre anni non ricrescono più».Non sempre si tratta di semplici furti, il dossier segnala che alla sottrazione di mezzi e animali può far seguito la richiesta di un riscatto, che il legittimo proprietario paga per ritornare in possesso del bene rubato. L'agrisequestro è un'altra piaga del comparto, che rende difficile conteggiare il numero reale di quanti vengono depredati del frutto del loro lavoro o dei macchinari necessari per realizzarlo. Ma stanno tutti a subire? No di certo: si moltiplicano le ronde notturne per presidiare il territorio e tenere alla larga i malintenzionati, soprattutto durante i raccolti. Nascono gruppi social che segnalano auto, movimenti, individui sospetti, vengono installati antifurti e fototrappole, fotocamere con sensori di movimento che dovrebbero funzionare da deterrente. Gli agricoltori americani mescolano nei cereali dei coriandoli di carta con nome e numero di telefono del produttore, per smascherare il ladro al momento della vendita. Potrebbe funzionare anche in Italia con olive, mandorle e altri prodotti, spiega il dossier, sempre che l'acquirente non sia complice del malfattore.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/sono-i-ladri-la-nuova-piaga-delle-campagne-italiane-furti-per-300-milioni-allanno-2643567405.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-banda-del-buco-arriva-in-cantina-sparite-migliaia-di-bottiglie-di-vino" data-post-id="2643567405" data-published-at="1757686247" data-use-pagination="False"> La banda del buco arriva in cantina. Sparite migliaia di bottiglie di vino Rubano pure il vino. Bottiglie pregiate o prodotto da supermercato, l'importante per i ladri è avere canali di vendita illegale assicurati. Quest'anno il primo furto clamoroso è avvenuto durante il Vinitaly, quando hanno preso il volo 28 cartoni contenenti 168 bottiglie di Sagrantino, «vecchie annate e quindi di assoluto pregio», dell'imprenditore umbro Riccardo Pongelli Benedettoni. Sembra che 1.200 bottiglie «di grande qualità», di altri produttori, siano sparite dagli stand della più importante manifestazione dedicata al vino, che si è svolta nell'aprile scorso. A giugno, i ladri hanno preso di mira la cantina Lucarelli di Cartoceto, nelle Marche, razziando 4.000 bottiglie dal valore complessivo di 70.000 euro. Si erano calati dall'alto con lunghe scale, dopo aver perforato il tetto del capannone, poi avevano sabotato con precisione il sistema d'allarme e fatto entrare un camion con la targa modificata, per ingannare le telecamere. In due ore si sono concentrati solo sui rossi più prestigiosi, ignorando i vini bianchi, infine se ne sono andati indisturbati lasciando a terra una ventina di mozziconi di sigarette. Sempre a giugno, una coppia all'apparenza irreprensibile aveva rubato sei pregiate bottiglie del valore di oltre 700 euro da un'enoteca di Bolgheri, frazione di Castagneto Carducci, nella Maremma livornese. I carabinieri avevano poi scoperto nell'auto dei due altre 23 bottiglie, dal valore di 8.000 euro. Volevano festeggiare con gli amici, i due quarantenni finiti in manette, o vendere la mercanzia a qualche privato? Non è dato saperlo, così come ignoriamo se il vino ritrovato a settembre in una drogheria di Gallarate (due bottiglie da 400 euro l'una) facesse parte della refurtiva accumulata da un cinquantatreenne che da mesi ripuliva le cantine del condominio lombardo in cui abitava. Pochi giorni fa, in località Fracanzana a Montebello Vicentino, in meno di tre ore da un'azienda vitivinicola sono state sottratte 16.000 bottiglie di prosecco di fascia di prezzo bassa e destinate alla catena di supermercati Lidl. Non eccellenti, ma ai malviventi frutteranno 45.000 euro. Dovevano servire per brindisi illegali di fine anno anche le 180 «bollicine» rubate a inizio mese da un'enoteca di Bolgare, in provincia di Bergamo, per un valore di 7.000 euro. Il titolare non festeggerà proprio: oltre al furto ha subìto un danno all'inferriata, distrutta dai ladri. Il conto sale a 17.000 euro. Sempre in questo dicembre, la polizia locale di Grugliasco, nel Torinese, insospettita dalla presenza di un furgone fermo in un parcheggio con la gomma a terra, ha scoperto che al suo interno erano accatastate casse di vino, soprattutto Pinot grigio, rubate qualche giorno prima da una ditta di Pistoia. A Falconara Marittima, in provincia di Ancona, un ladro è stato fermato a ottobre all'uscita del supermercato dal quale aveva rubato due bottiglie di Sangiovese. Senza preoccuparsi molto, l'uomo ha tirato fuori dallo zainetto una delle due refurtive, l'ha stappata brindando alla salute degli agenti. Nulla in confronto allo svizzero sorpreso dalla polizia a novembre nella cantina di un condominio di Menzingen, nel cantone svizzero di Zugo. Si era scolato 31 bottiglie di vino e di champagne per un valore di 2.000 franchi.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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