
Teresa Ribera attacca Israele. Sergio Mattarella: «Inaccettabile il rifiuto di Tel Aviv di non rispettare il diritto internazionale». L’inviato speciale degli Usa, Steve Witkoff, pronto a incontrare Benjamin Netanyahu per discutere della crisi umanitaria.La battaglia di Bruxelles contro Israele assume toni sempre più duri, mentre i Paesi dell’Ue sono però divisi sul da farsi. A intervenire è gamba tesa contro Gerusalemme è stata il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Teresa Ribera, che ha paragonato le immagini delle persone che «muoiono di fame» a Gaza a quelle della «liberazione di Auschwitz». Trattandosi di «uno dei maggiori scandali dal punto di vista umanitario», per la socialista spagnola «è insufficiente» la proposta avanzata dalla Commissione di sospendere parzialmente la partecipazione di Israele ai fondi di Horizon Europe. L’invettiva di Ribera è proseguita, sostenendo che la causa principale dell’inazione sia la mancanza di «consenso» in seno alle istituzioni europee, sottolineando che oltre che in Commissione, anche «in Consiglio non c’è ancora unanimità». Quindi con «l’Europa» che è «divisa», si è rammaricata che il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, non abbia «guidato la risposta che manca all’Europa». E ha pure lanciato un monito all’Ue: deve «riflettere», «fare quello che predica» ed «essere coerente» se vuole assumere un ruolo rilevante.In merito alla crisi umanitaria a Gaza, anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha osservato come «sia inaccettabile il rifiuto del governo israeliano di rispettare a Gaza le norme del diritto umanitario». Stessa linea di Giorgia Meloni che, sentendo Benjamin Netanyahu, ha chiesto di porre fine alle ostilità e di garantire un accesso umanitario.Intanto la questione degli aiuti umanitari continua a essere centrale nell’agenda di Washington. Il presidente americano, Donald Trump, ha infatti annunciato che la distribuzione di cibo nella Striscia inizierà «molto presto» visto che gli Stati Uniti stanno già «trattando con Israele». Questa è una delle ragioni dell’incontro oggi nello Stato ebraico tra l'inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff e il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Una fonte ha riportato ad Axios che «il presidente Trump vuole saperne di più sulla situazione umanitaria a Gaza, per capire come fornire maggiori aiuti ai civili» e probabilmente dunque le tappe della missione di Witkoff includeranno i centri di aiuti gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf). Sul tavolo della riunione resta ovviamente il tema del cessate il fuoco e della liberazione degli ostaggi nonché la strategia su come superare la fase di stallo dei negoziati. Peraltro, sempre secondo Axios, Gerusalemme ha inviato martedì sera ad Hamas, tramite i mediatori del Qatar e dell’Egitto, un documento con i commenti sulla risposta data dal gruppo terroristico riguardo alla tregua. Bibi ha comunque rivelato che «la missione» per riportare a casa gli israeliani «è vicina», ma «la vittoria assoluta» arriverà solo con «l’eliminazione di Hamas». Pare però, stando a quanto comunicato da Haaretz, che l’eventualità di annettere parti di Gaza sia una tattica israeliana per fare pressioni su Hamas, piuttosto che un reale progetto da parte di Gerusalemme. Nel frattempo, con il benestare del governo israeliano, alcuni ultranazionalisti hanno iniziato a marciare alla volta di Gaza, con la volontà di arrivare a meno di un chilometro dal confine. Qualora arrivasse il consenso da parte del ministro della Difesa, Israel Katz, gli attivisti entrerebbero «oltre la linea di demarcazione Nord». Poco prima, sei ministri e 16 deputati della coalizione hanno chiesto a Katz la possibilità di visitare la parte settentrionale della Striscia per «esplorare le possibilità di insediamento» in una zona «sotto il pieno controllo dell’Idf, priva di abitanti di Gaza e che non ha restrizioni di sicurezza straordinarie».Mentre i negoziati sono in pausa, l’Egitto ha avanzato un piano per garantire la sicurezza nello scenario del dopoguerra. A renderlo noto è il ministro degli Esteri, Badr Abdelatty: il Cairo sta già addestrando centinaia di «agenti palestinesi» da dislocare nella Striscia una volta terminato il conflitto. Ma a pensare al dopo, con una visione diametralmente opposta, è anche lo stesso Katz: «Affinché Hamas non sia più efficace, le Idf devono avere la capacità, come in Cisgiordania, di operare in modo sicuro ovunque all'interno di Gaza. Noi stessi dobbiamo essere responsabili della sicurezza» ha dichiarato. A tenere banco è anche il riconoscimento dello Stato palestinese, dove l’ex ostaggio Emily Damari ha detto a Starmer di vergognarsi, con le tensioni che aumentano tra Israele e la comunità internazionale. Il presidente della Knesset, Amir Ohana, ha lanciato una provocazione agli Stati disposti a riconoscere la Palestina: «Se volete quello che chiamate Stato palestinese, istituitelo a Londra, Parigi, nei vostri Paesi». La mossa arriva dopo che le dichiarazioni di Bibi, secondo cui «con il riconoscimento della Palestina si premia solo Hamas», non hanno frenato le iniziative in tal senso. Dalla conferenza di New York sulla soluzione dei due Stati, 15 Paesi, tra cui la Francia, il Canada e l’Australia, hanno lanciato un appello collettivo: «Esprimiamo la nostra volontà di riconoscere lo Stato di Palestina e invitiamo coloro che non l'hanno ancora fatto a unirsi a noi». Spostandoci a Gaza, mentre continuano ad arrivare camion di aiuti da parte dell’Egitto e della Giordania, la Protezione civile nella Striscia ha comunicato che l’Idf ha ucciso 14 gazawi, mentre il ministero della Salute, gestito da Hamas, ha riferito che altre sette persone sono morte di fame. Dall’altra parte, le Forze di difesa israeliane parlano di attacchi «mirati» contro depositi di armi nella parte meridionale della Striscia, a Sud di Khan Yunis.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.
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Dopo il doppio disastro nella corsa alle rinnovabili e lo stop al gas russo, la Commissione avvia consultazioni sulle regole per garantire l’approvvigionamento. È una mossa tardiva che non contempla nessuna autocritica.
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